Il progetto Capitale Europea della Cultura è un cospicuo sostegno finanziario che viene dato, secondo la Decisione del Parlamento Europeo del 25 maggio 1999, a due città selezionate dalle stesse istituzioni europee, a seguito di una procedura di selezione mista, svolta a livello nazionale ed europeo. Va inserito nel più generale contesto di grandi progetti culturali di riqualificazione urbana in risposta al declino dell’industrializzazione in Europa. Analizzando con occhio critico il fenomeno, il limite maggiore che emerge da questo tipo di eventi è quello di ragionare in un’ottica di breve termine, funzionando più come meccanismi per attrarre l’attenzione dei media e dei visitatori esterni, quanto quello di essere efficace strumento di sviluppo sostenibile per la comunità locale. Tali investimenti infatti, si rivelano rischiosi se non adeguatamente supportati da un’accurata fase di preparazione, finalizzata al raggiungimento degli elevati standard artistici e qualitativi richiesti; soprattutto in fase di mantenimento ordinario delle strutture e dei loro costi di gestione. Ragionare nell’ottica di eventi che seguono un’unica ricetta universalmente valida a cui conformarsi rappresenta un altro potenziale problema, associato spesso ai grandi eventi culturali: ignorare la specificità del territorio e la distintività della politica culturale di valorizzazione, significa anche perdere la forza di efficacia del progetto in sé, sfruttando solo parzialmente questo strumento di rigenerazione ambientale, economica e sociale.
Dal Palmer Report del 2004 emerge che, in termini di beneficio economico, il progetto delle Capitali Europee della Cultura ha contribuito per il 44% alle entrate delle capitali premiate tra il 1995 e il 2004. Questo si concretizza in risorse a disposizione da tradurre in accurati investimenti, finalizzati a ridisegnare la programmazione culturale della città designata, in termini di infrastrutture ed eventi. Se si passa in rassegna le sedi premiate, emergono anche nomi di città che non vengono identificate normalmente come capitali politiche, riscattando così il loro status di centri urbani. Una dimostrazione del valore di tale designazione, improntata più sulla ricerca dell’eccezionalità del progetto che la città candidata propone, che sul prestigio consolidato del nome in sé.
Un esempio da citare – per la forte specificità del progetto premiato nel 1990 – è quello di Glasgow, troppo spesso portata in secondo piano dalla capitale scozzese Edimburgo. Glasgow è stata al centro di un forte processo di rigenerazione urbana, che ha portato, a seguito di una profonda crisi postindustriale, una città annerita dal carbone a meta appetibile per un turismo culturale, investendo in un progetto di sviluppo che ha origine proprio dalla candidatura al premio. Una città che ha avuto anche il coraggio di fare investimenti lungimiranti, allestendo ben 10 nuovi musei lungo il fiume e trasformando la sua reputazione da città industriale a centro di cultura contemporanea. Se si prende questo esempio, si coglie la forte componente di catalizzatore per la riqualificazione urbana insita nel titolo di Capitale Europea della Cultura, fortemente legata alla dimensione territoriale della comunità che supporta l’evento. I risultati, in termini di impatto economico e sociale degli investimenti culturali nel contesto urbano in declino parlano da sé: ad un aumento dei visitatori nazionali dell’88% e stranieri del 25%, fa riscontro un aumento del 40% nel 1990 delle visite ad istituzioni culturali cittadine, con circa 5580 nuovi posti di lavoro creati. In seguito alla premiazione di Glasgow, altre “seconde città ” hanno occupato il posto normalmente assegnato alle capitali vere e proprie, come una delle due attuali Capitale Europea della Cultura 2008: Liverpool. Troppo spesso associata al binomio Beatles – attività navale, il fitto programma di 300 nuovi eventi sembra voler sdoganare l’immagine della città da questi elementi, arricchendola simbolicamente del titolo di città che vive di cultura. Ci si chiede quali siano i motivi celati dietro questa nomina: probabilmente per la sua vocazione alla multiculturalità. Oltre alla volontà di recuperare i quartieri degradati della zona portuale, va ricordato che Liverpool è anche città per eccellenza di etnie diverse (sede della prima comunità cinese in Europa). Cultura come strumento di inclusione e partecipazione sociale: questa sembra essere la scelta di una città che investe il suo rilancio culturale attraverso il suo melting pot, giocando sulla programmazione di eventi che valorizzino anche questa fascia di popolazione, creando festival come il Black Star Liner, per celebrare la sua vasta comunità caraibica.
Fremono i preparativi per la futura candidatura italiana, prevista per il 2019. Città come Matera si stanno muovendo già per raccogliere la sfida del titolo, adeguando il proprio tessuto urbanistico ad un evento di tale portata. Ma quale sarà la scelta vincente? Sicuramente, come dimostrano gli esempi britannici, la via della valorizzazione sociale del genius loci sembra essere una possibile soluzione.

Riferimenti:
R. Camunian, P.L. Sacco, NewcastleGateshead: riqualificazione urbana e limiti della città creativa. Università IUAV di Venezia- Working Paper, giugno 2006
L. Dal Pozzolo, Programmi, progetti, milieu: problemi aperti nel finanziare e sostenere i territori della creazione contemporanea
Reason, M. and Garcia, B. ‘Approaches to the Newspaper Archive: Content Analysis and Press Coverage of Glasgow’s Year of Culture’, in: Media, Culture and Society (2007);
Garcia, B. (2007) ‘Building on the European Culture Capital as impulse for cultural and creative development’, in: Change through the Cultural Economy. Perspectives of a Sunrise Industry, The State Government of North Rhine-Westphalia, Essen, Germany (17 Sep 2007);
“Progetto Capitale Culturale- Cultura motore di sviluppo per Torino”- Atti del Convegno del 14 ottobre 2005- Facoltà di Economia- Università degli Studi di Torino;
Sito della Commissione Europea- settore Cultura: http://ec.europa.eu/culture/index_en.htm
Sito del programma di ricerca IMPACT 08: http://www.impacts08.net/.
Sito del programma di Liverpool08: http://www.liverpool08.com/index.asp