Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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“Le Laives d’Europa. Lo sviluppo economico sociale di “città satellite” attraverso la spesa in cultura” è il titolo di una conferenza internazionale promossa dalla Ripartizione Cultura Italiana della Provincia Autonoma di Bolzano, che si è tenuta nel comune di Laives nel maggio 2004. Dalle riflessioni emerse in quella sede è nato un libro che non solo raccoglie gli atti del convegno, ma amplia il ventaglio delle testimonianze e delle esperienze che ruotano intorno alle città , intese qui non come grandi realtà metropolitane, ma come i centri urbani minori e le periferie che vi gravitano intorno.
La scelta di ergere la città di Laives a luogo simbolo delle possibilità offerte da azioni culture driven, deriva dal suo essere una città al margine che ha saputo ridisegnare se stessa, puntando sul potere e sulla capacità di rigenerazione insita negli interventi di tipo culturale. Cittadina di 15.000 abitanti in provincia di Bolzano, Laives ha fatto registrare dal 2000 al 2005 un incremento del 58,3% della spesa in cultura, puntando sulla ristrutturazione del teatro Pineta e sulla realizzazione di progetti come “Arte sul territorio”, e potendo contare su una popolazione più giovane rispetto ad altre città e su un associazionismo tra i più dinamici e attivi dell’intero territorio provinciale.
L’idea che la cultura rappresenti una via alternativa per perseguire pratiche di inclusione sociale deriva dalla progressiva affermazione del paradigma postmoderno, che decretando la fine degli assunti economici neoclassici, ha posto l’accento sulle componenti simboliche ed immateriali racchiuse non solo nei prodotti e nei servizi che vengono quotidianamente offerti e scambiati all’interno di mercati che si fanno sempre più internazionali e globali, ma riscontrabili anche nei modelli comportamentali degli individui, e nei luoghi in cui questi vivono e si relazionano gli uni con gli altri. Ri-pensare il concetto di margine significa, allora, non considerarlo più come un limite ”“ fisico o immaginario -, come una linea di demarcazione che istituisce una separazione netta ed invalicabile tra ciò che è “al centro” e ciò che è al di fuori del centro, ma vedere in quella zona di confine un territorio che smette di pensarsi come periferia e inizia a darsi una propria progettualità , un proprio stile ed una propria identità .
Lungi dal voler essere un vademecum per urbanisti ed esperti di pianificazione territoriale, il libro “Città satellite? Le Laives d’Europa: quale sviluppo attraverso la cultura”, a cura di Giorgio Tavano Blessi – docente e ricercatore impegnato nel settore dello sviluppo locale e della cultura – pone l’accento su alcuni elementi utili per la pianificazione di un modello sociale, sostenibile e duraturo, mettendo in guardia da coloro che propongono schemi e soluzioni, facilmente adattabili a qualsiasi tipo di situazione ed ambiente. L’alta, anzi l’altissima probabilità di imbattersi in molteplici Laives francesi, tedesche, austriache, inglesi, ma anche americane, cinesi, australiane, non deve indurre ad istituire una relazione del tipo “uno a molti”, dove un unico modello gestionale ben si adatta a qualsiasi realtà urbana periferica e minore, ma impone l’istituzione di un rapporto esclusivo tra la singola città ed il proprio piano di sviluppo. Questo senza dimenticare l’importanza di alcuni elementi di fondo che non devono mai mancare e che devono essere adeguatamente assicurati, per garantire il successo di strategie basate sull’utilizzo delle risorse culturali per la rigenerazione delle aree periferiche e minori.
Città satellite?
Le Laives d’Europa: quale sviluppo attraverso la cultura
a cura di Giorgio Tavano Blessi
Meltemi Editore 2006 euro 8
ISBN 88-7881-008-8
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