ercolanoIl progetto MAV, primo museo archeologico virtuale mondiale di Ercolano, cerca di tracciare un’immagine del passato grazie alle possibilità aperte dalle nuove tecnologie, dando vita ad un viaggio virtuale senza la presenza materiale di alcun reperto antico. Il visitatore ha l’impressione di essere parte integrante di un evento che egli stesso può di volta in volta determinare, avendo in dotazione un badge che riporta le caratteristiche personali, quali lingua, età , interessi, sesso, istruzione, realizzando percorsi unici in cui le singole istallazioni si riconfigurano continuamente, mutando la lingua delle didascalie, cambiando le scene o il registro dei racconti (vi è per esempio una sistema di censura per i bambini). Una mostra ideale, pensata ad hoc a seconda delle esigenze dell’utente, che da semplice spettatore si ritrova a giocare un ruolo attivo nell’allestimento di questo spazio virtuale, oggetto di sperimentazione continua. In un certo senso il virtuale trova legittimità in questi spazi, potendo riattivare processi di immaginazione sedimentati nelle cose che si arricchiscono di odori, suoni e suggestioni che il reale può solo in parte esprimere. Obiettivo ambizioso è quello di proporsi anche come centro di studio e di pratica dei media, realizzando un polo culturale e tecnologico in grado di competere con i più avanzati musei internazionali: il MAV costituisce infatti solo la vetrina di un’efficace applicazione delle nuove tecnologie ai beni culturali.
L’edificio potenzialmente ha in sé l’ambizione di divenire centro d’insegnamento e ricerca, auditorium, sale per proiezioni ed esposizioni, come videoconferenze a diffusione internazionale. Stando alle premesse, il MAV si pone come piazza aperta al mondo, potendo contare su un fondo EU pari a 8 milioni di Euro, per il consolidamento dei contorni dell’area la demolizione di edifici fatiscenti e la costruzione di un teatro cittadino. Un progetto quindi ad ampio respiro che coinvolge un’area intera, quella altamente critica della provincia di Napoli, che nonostante le enormi difficoltà , realizza un processo di riqualificazione ambientale in cui al centro polifunzionale spetta il ruolo di catalizzatore di iniziative legate al turismo e alla cultura, facendo del MAV un’isitituzione che vada oltre il declino e l’abbandono del sito. Tale progetto sembra avere tutte le caratteristiche per poter essere qualificato come polo d’innovazione sede di un possibile distretto tecnologico dei beni culturali che coinvolga tutta l’area di Ercolano, realtà purtroppo ancora inesistente nel territorio campano ma potenzialmente realizzabile. Sicuramente costituisce un esemplare progetto di buona iniziativa regionale, lodevole nei termini di essere nata in loco e non “calata” dal di fuori, timore che spesso si presenta quando i siti vengono presi di mira da delegazioni extraterritoriali o addirittura internazionali. Un passo in avanti quindi in termini di presa di coscienza da parte della collettività delle potenzialità insite in un progetto di valorizzazione di tale portata e un possibile sviluppo nell’economia del territorio che ne trae beneficio.
Parallelamente all’esperienza partenopea, anche in altri contesti italiani si stanno attivando iniziative fortemente innovative di applicazione delle tecnologie ai beni culturali. A Barberino del Mugello, infatti, è stato recentemente effettuato un ritrovamento di un antico insediamento preistorico di nomadi cacciatori risalente a 30.000 anni fa. Tale scoperta apre la possibilità alla valorizzazione del sito attraverso una pagina web che permetta una ricostruzione virtuale in 3D, ospitando i resti di questo accampamento esistente sotto il livello del lago di Bilancino. I promotori dell’iniziativa sono per lo più pubblici, quali il comune, la regione, la comunità montana, la soprintendenza per i beni archeologici, l’Istituto Italiano della preistoria e la protostoria, il castello di Cofaggiolo e il Rotary Club del Mugello. Contesto simile per ricchezza di beni archeologici, in quanto in quest’area sono presenti istituzioni quali il centro di documentazione archeologica di Scarperia e il Museo Archeologico dell’Alto Mugello: un sito quindi che gode già di un ampio processo di valorizzazione attraverso la formula del museo diffuso, in cui i beni archeologici rappresentano il filone principale del sistema museale: tale progetto ha permesso il recupero di un patrimonio architettonico di eccellente valore, la riqualificazione di poli museali già esistenti e la creazione di nuovi spazi espositivi. La predisposizione di un museo virtuale rappresenta quindi un valore aggiunto per il sito che realizza il paradigma di una nuova forma di conoscenza, quella virtuale, costruita sullo scambio continuo di informazioni e su una partecipazione più dinamica e flessibile da parte di tutti, avvicinando quindi un pubblico maggiore che condivide il pensiero, l’intenzione e i progetti espressi dagli altri: processo che và sotto il nome di intelligenza connettiva.

Riferimenti:
C. Manzone, A. Roberto, La macchina museo- dimensioni didattiche e multimediali, Edizioni dell’Orso, Alessandria, 2004
www.ercolano.unina.it
www.capware.it
www.comune.ercolano.na.it
www.inmugello.it