fondazioni-liricheL’estate è la stagione per eccellenza dei festival lirici: arene e teatri all’aperto vengono gremiti da pubblici variegati che assistono in massa alle rappresentazioni in programma, uniche per spettacolarità di scenografie, danze e professionalità; tali eventi rispecchiano però in negativo, anche le difficoltà di gestione che incontrano queste istituzioni, che si trovano a dover coordinare una ricca offerta di opere ad alto livello qualitativo (produzione “a stagione”) con fondi che calano progressivamente, sia da parte privata che pubblica (il FUS destina per l’anno 2008 una quota pari a 213 milioni di Euro, 31 in meno rispetto al 2007).
La realtà delle fondazioni liriche è andata ormai consolidandosi negli anni, costituitesi come enti di diritto privato a seguito del decreto legislativo 367/96; oggi il settore sembra essere fortemente in bilico, costringendo le fondazioni ad operare secondo criteri di imprenditorialità ed efficienza e nel rispetto del vincolo di bilancio, con l’obiettivo di aprirsi all’ingresso di capitali privati al finanziamento e ai processi decisionali degli enti.  Viene quindi da chiedersi se la trasformazione da enti pubblici a fondazioni lirico-sinfoniche sia un modello funzionante o meno. Una nota dolente risiede negli investimenti privati, che contrariamente a quanto si auspicava, non sembrano molto disponibili a farsi avanti: ciò che manca è una effettiva forma di defiscalizzazione che renda vantaggioso per questi ultimi investire in cultura; fermo restando il principio che essendo bene di interesse pubblico, debba trovare per definizione la sua prima fonte di finanziamento nello Stato.
La Scala costituisce un unicum che ha negli anni raggiunto una stabilità economico finanziaria attraverso un’accurata strategia di controllo delle spese e un rafforzamento complessivo dell’apporto di capitale privato, pari al 17% delle fonti di finanziamento della Fondazione. Se si tiene separato lo status “speciale” della Scala, da nord a sud la situazione non cambia: il settore delle fondazioni liriche sembra essere in ginocchio, vivendo una stagione inquieta alimentata da scioperi per mancato rinnovo contrattuale del personale, conti in rosso, commissariamenti ed interferenze politiche. Sono quest’ultime, soprattutto ora, a giocare un ruolo decisivo in termini di attive politiche culturali di valorizzazione che sappiano correggere il rapporto sbilanciato tra costi e ricavi propri (solo la metà delle 14 fondazioni liriche hanno chiuso in attivo il conto economico del 2007), optando per strategie che avvicinino il pubblico, anche quello dei non affezionati, cercando di creare il “tutto esaurito” ad ogni rappresentazione in programma. La vantaggiosità dell’offerta è solo una tra le tante strade percorribili, di certo audaci per un settore ancora troppo ingessato e dedito più ad una politica della conservazione del bene culturale e dello status di ente lirico che ad un effettivo orientamento al mercato.
Di certo non mancano degli esempi di buone pratiche: all’interno del Festival Pucciniano di Torre del Lago, infatti, sono presenti iniziative promozionali rivolte ai giovani, che danno diritto a prezzi vantaggiosi per i biglietti degli adulti che li accompagnano. Iniziative che non fanno la differenza in termini di maggiori entrate per l’ente, ma sicuramente rispondono all’ideale di funzionare meglio e con più efficacia, allontanando la prospettiva di avere posti vuoti  anche alle opere di grande appeal in programma (come nel caso delle poltroncine gold del Festival Areniano, potenzialmente riempibili con promozioni last-minute). I tempi sembrano ormai maturi anche per una nuova legge che introduca effettivamente un regime più vantaggioso in materia fiscale, dando la possibilità ai privati di detrarre i finanziamenti dalle tasse e realizzando concretamente quell’apertura al mercato che la trasformazione ope legis aveva previsto.  Tali misure risolverebbero quella contraddizione di fondo di congruità tra obiettivi e risorse che l’ottica manageriale ha introdotto, diffondendo una certa politica di investimenti culturali che sanerebbe l’attuale momento di impoverimento del settore lirico.

Riferimenti:
C. Balestra, A. Malaguti, Organizzare Musica, Franco Angeli 2007 Milano
C. Jucker, Ripresa più lontana per gli enti lirici, Sole 24 Ore 25/07/2008
C. Jucker, Per la Scala è in arrivo una legge speciale, Sole 24 Ore 25/07/2008
L. M. Sicca, L. Zan, Alla faccia del management. La retorica del management nei processi di trasformazione degli enti lirici in fondazioni, Aedon 2004

www.spettacolodalvivo.beniculturali.it
www.puccinifestival.it