tv-mobileCos’è la “televisione mobile” e come funziona? La televisione sul telefonino permetterà di aumentare l’offerta dei canali televisivi e sarà in grado di sopravvivere alla minaccia di Internet? Le risposte in un’intervista corale a tre esperti del settore…

Intervista a
Bruno Bucher (Mobile TV Schweiz)
Jean-Emmanuel Casalta (NPA Conseil)
Jacob Moller (Kiloo)
Moderatore: Christian Davin

C.D.: Bruno Bucher potrebbe spiegarci che cos’è la “televisione mobile?
B.B.:
La “televisione mobile” non riguarda la fruizione della televisione a distanza, in poltrona, ma da vicino.  Ma io e l’industria delle telecomunicazioni percepiamo la televisione mobile in modo diverso. Per gli operatori di telecomunicazione, significa portare la tv sul telefonino. Fino ad ora la tecnologia UMTS era quella che permetteva di guardare la TV sul telefonino. La nuova tecnologia si chiama DVBH ed è un segnale di diffusione video digitale emesso grazie al segnale TV, ma è anche uno strumento di comunicazione interattiva. Possiamo così proporre nuovi servizi per i nostri clienti: essi potranno infatti fare shopping, scaricare programmi, guardare film. Le persone non dovranno più stare sedute in poltrona. Abbiamo due tecnologie: la UMTS è unicast, mentre la DVBH è broadcast, quest’ultima permette di trasmettere la stessa informazione a più persone; ma purtroppo la tecnologia di cui dispone un telefonino pone un limite alle risorse: vi è un numero minore di frequenze e la banda non permette di distribuire il segnale a milioni di persone.
Il servizio è stato prima sottoposto ai cosiddetti “patiti dell’informatica”, ossia quegli utenti che sono pronti a comprare a caro prezzo le novità tecnologiche appena sono disponibili sul mercato. In seguito saremo pronti ad acquistare le licenze dei contenuti multimediali.
In Svizzera il consumatore paga un canone a Swiss Telecom per ricevere 10 canali, il mio è uno di questi. Io non ricevo soldi dal canone, bensì dagli spazi pubblicitari che sono inseriti nel mio palinsesto, ma in futuro potrò contare su entrate derivanti dai download.

C.D.: Verrà migliorata la qualità delle immagini e dei suoni?
B.B.:
Sì, senza dubbio. Ciò che potremo vedere sarà assolutamente sorprendente. Swiss Com ha lanciato un’offerta a metà Maggio 2008 la cui qualità era davvero sorprendente.

C.D.: State anche trasmettendo gli UGC (User Generated Content)?
B.B.: Sì
, e sono necessari User Generated Content di qualità. Siamo ancora alla ricerca di 250 persone in Svizzera che possano produrre contenuti di qualità, ad esempio giornalisti locali impegnati ad informare e ad informarci su eventi, concerti. Vorremmo introdurre l’interattività anche nelle situazioni reali. Sarebbe splendido se potessimo invitare i cittadini a scoprire il tesoro che si nasconde nelle loro città e immortalarlo: saranno questi gli ingredienti di un TV show.

C.D.:  Si parla di una vasta gamma di emittenti televisive, della diffusione in streaming disponibile sul telefonino. In Francia ci sono 60 milioni di cellulari ma solo un piccolo numero di questi è omologato per ricevere quest’offerta. Ci sono già dei modelli che sono disponibili, il parco si rinnova piuttosto frequentemente e bisognerà vedere di installare modelli in grado di ricevere la televisione che sarà creata.
J. M.:
Distribuiamo contenuti video che differiscono dalla tv mobilie poiché sono scaricabili a pagamento. La gente è molto selettiva a riguardo. Si deve navigare grazie ad un menu e scaricare un particolare contenuto. E’ necessario essere interattivi. 

C.D.: Oggi i paesi più sviluppati nel campo della telefonia mobile sono il Giappone e la Corea. In Giappone vi sono circa 9 milioni di abbonati alla tv su telefonino. Solo in Giappone se ne contano circa 6 milioni. In Italia attualmente circa 600.000 utenti aderiscono a questo servizio mentre in Germania, Finlandia e Gran Bretagna gli abbonati sono circa 9.000. Qual è la situazione in Francia?
J. C.
: La situazione in Europa è molto eterogenea. Si può facilmente constatare che ci sono persone che guardano la tv sul telefonino. Qualsiasi sia la situazione nel mercato coreano o di quello giapponese, c’è una realtà inconfutabile: ogni mese ci sono consumatori che pagano per guardare la televisione sul telefonino, dato molto interessante per i produttori dei contenuti multimediali. 
In Francia sono state condotte delle ricerche che provano un uso giornaliero del servizio di 20 minuti circa, un risultato considerevole. La durata aumenta nei consumatori che sono costretti a spostarsi frequentemente. Il 20% dei collegamenti avviene dalle 9 e le 10 del mattino, il 25% tra le 12 e le 14 durante la pausa pranzo e il 35% avviene durante le ore serali. Chiaramente disporre di un servizio tv sul proprio telefonino è un supporto supplementare allo schermo che tutti posseggono nelle proprie abitazioni.
Uno studio condotto da NPA Conseil prevede un potenziale di utenti entro il 2012 tra i 5,7 e gli 8,5 milioni.
Per far sì che questa previsione diventi realtà, si devono realizzare due condizioni. In primis, si dovranno stanziare investimenti per fare in modo che il segnale copra almeno il 30% del territorio nazionale. La seconda condizione riguarda invece la pubblicità: è importante saper guardare il pubblico in termini monetari, saperlo calcolare. Un elemento è fondamentale: saper quantificare l’audience per ognuno di questi nuovi supporti e ovviamente tutti dovranno usare la stessa unità di misura.

C.D.: La televisione sul telefonino permetterà di aumentare l’offerta dei canali televisivi e sarà in grado di sopravvivere alla minaccia di Internet? Potrà permettere agli operatori come Orange di entrare nel settore televisivo?
J. C.:
In atto c’è un meccanismo ineluttabile che prevede la frammentazione dell’audience. In Francia si godeva di una situazione straordinaria, il media dominante guadagnava da solo il 30% di share. Da qualche mese a questa parte la televisione sta perdendo punti un giorno dopo l’altro. La frammentazione dell’utenza televisiva ha molte cause. Innanzitutto la televisione non detiene più il monopolio delle immagini disponibili poiché ora esiste internet, la VOD, dal contenuto “immateriale”. Vi sono altre fonti per accedere alle immagini, come la tv su telefonino. Se le giornate continueranno ad essere di 24 ore, sarebbe bene ripartire il tempo in funzione della posizione geografica, delle prospettive e del prodotto che sarà usufruibile al momento del suo utilizzo. Bisogna essere presenti in tutti i mezzi di comunicazione e su tutte le fonti d’accesso alle immagini: questo è l’imperativo di tutti i grandi gruppi di produzione audiovisiva dovrebbero fare proprio. La televisione mobile risponde al criterio della catch up TV: oggi ogni emittente televisiva ha bisogno di guadagnare spettatori grazie a programmi differenziati, ecco perché la frammentazione dell’audience sul supporto principale è ineluttabile. Con l’ingresso di un nuovo media si apre la possibilità che i nuovi entranti modifichino l’equilibrio dei media esistenti. Abbiamo già sperimentato questo fenomeno durante il lancio della TNT e che constateremo nel caso della televisione mobile personale.

C.D.: Quale è la prospettiva per i produttori?
J.C.: Ora i nostri modelli economici sono estremamente fragili. Ci sarà un periodo di prova molto importante. Innanzitutto bisognerà proporre programmi che invoglino i telespettatori ad acquistarli. Non ci saranno purtroppo risorse sufficienti per produrre massicciamente dei contenuti esclusivi per i nuovi mezzi di comunicazione. I produttori audiovisivi e di cartoni animati che lavorano con le grandi catene televisive, non produrranno programmi appositi per le televisione su telefonino, è un tipo di produzione che non promette una remunerazione sufficiente. Per non sconvolgere l’attuale modello di finanziamento, è probabile che i produttori riutilizzino i contenuti già utilizzati nel palinsesto televisivo per riadattarli ai minori costi della TV su telefonino. Il contenuto che sarà proposto in questo supporto sarà, all’inizio, un contenuto esistente rivalorizzato e, con un investimento nel montaggio, per ricercare un adattamento al formato ridotto. Questo tipo di formato sarà forse il più utilizzato per questo genere di servizio. Sicuramente i prodotti d’animazione hanno un vantaggio rispetto ai prodotti audiovisivi perché hanno un ciclo di vita più lungo.

C.D.: Questo modello economico sarà gratuito o a pagamento?
J.C.:
 credo proprio che sarà a pagamento, stiamo parlando del campo della telefonia. Nel mondo internet non si può proporre un abbonamento, proprio perché è un servizio gratuito. La TV su telefonino è un universo a pagamento, è impensabile pensare di dover proporre un abbonamento gratuito.
Peraltro bisognerà creare appositi contenuti per questo nuovo mezzo di comunicazione, i cui profitti saranno prodotti grazie ad abbonamento, pubblicità e servizi associati (ad esempio la vendita dei programmi).
Vi sono, poi, dei costi importanti legati a diffusione, tecnologia, diritti,…

Nota: Traduzione a cura della redazione di Tafter