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Intervista a Daniela Gasparini, Amministratore Delegato Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo
Il Sistema Culturale Integrato dell’area metropolitana a nord di Milano in fase di costruzione si presenta come un singolare esempio di processo condiviso di sviluppo locale realmente funzionante, teso a promuovere una rete di servizi culturali che intercetti la domanda potenziale del territorio. Può illustrarci le tappe fondamentali che hanno promosso la nascita di questo progetto intercomunale?
Nel Nord Milano c’è una storia di collaborazione e di coordinamento interistituzionale che risale agli anni Novanta, per far fronte alla crisi delle grandi fabbriche dell’area di Sesto San Giovanni, che aveva fatto nascere una prima Agenzia di Sviluppo locale (ASNM), divenuta nel 2005 Milano Metropoli. I Comuni di Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese e Sesto San Giovanni – supportati dalla Provincia di Milano e da ASNM – sono stati pionieri in Italia nello sviluppare azioni e processi di programmazione e di governance intercomunale per rilanciare il territorio dal punto di vista economico e sociale. Nel 2005 il Nord Milano allarga i sui “confini” a sette Comuni – Bresso, Cinisello Balsamo, Cologno Monzese, Cormano, Cusano Milanino, Paderno Dugnano, Sesto San Giovanni – che danno vita al Patto per il Nord Milano, con l’obiettivo di coordinare la propria azione e costruire progetti comuni in alcune aree prioritarie a scala sovra comunale per il futuro sviluppo del territorio (il verde, le infrastrutture, la casa, la cultura, le attività produttive, i servizi socio-sanitari, ecc). La Provincia di Milano in questi ultimi anni sta spingendo affinché i Comuni cooperino in maniera diversa tra di loro, avendo come certezze quelle di superare la frammentazione, accorciare i tempi di decisione, guardare alle opportunità e ai problemi del sistema metropolitano, in attesa di una riorganizzazione del sistema delle autonomie locali (per capirci la città metropolitana, ndr). Il ruolo di cooperazione tra i Comuni dell’area metropolitana è sicuramente un modo per affrontare il tema del governo dell’area, partendo però da territori omogenei: guardare allo sviluppo e alla cooperazione tenendo conto che il “locale” nell’area metropolitana milanese ha almeno 300-350.000 abitanti. Questi strumenti e modalità di governance sono sicuramente molto importanti per delineare il futuro di una realtà come il Nord Milano dove abita più del 8% della popolazione provinciale e dove operano oltre il 6% delle aziende della provincia di Milano (più di 20.000 imprese).
Il 2008 è l’anno che ha visto la nascita di un nuovo strumento per l’integrazione delle politiche di sviluppo e delle attività di programmazione e pianificazione: la “Conferenza dei Comuni del Nord di Milano”, che prevede anche la creazione di un Forum di attori economico-sociali attivi nel territorio. Che funzioni le sono state attribuite e che obiettivi si pone di realizzare?
La nascita della Conferenza del Nord Milano nasce da una scelta politica e istituzionale dei sette Comuni dell’area, che hanno deciso di dotarsi da una sede stabile di lavoro, con una segreteria strategica e tecnica che sarà curata da Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo, in grado di ideare e realizzare progetti cruciali per questo territorio in diversi ambiti. La Conferenza è una sorta di giunta sovra-comunale composta dai Sindaci, che ogni due anni accederanno a turno alla presidenza. Gli stessi hanno anche deciso di dare avvio ad una consultazione di confronto con i presidenti dei consigli comunali e hanno anche optato per avviare un Forum degli attori sociali ed economici (attraverso singole imprese, associazioni di categoria, ecc) del territorio per coinvolgerli sia nel processo che in singoli progetti territoriali. Per esempio, si è deciso di presentare un progetto comune per fare emergere e conoscere il distretto audiovisivo del Nord di Milano, cercando di accedere ad un Bando regionale chiamato Driade. Obiettivo del progetto è contribuire al processo evolutivo del modello meta-distrettuale e sostenere l’emergere di diverse e nuove forme di aggregazione, di sistemi produttivi locali e di filiere, individuati come fattori rilevanti per la realtà economica della Lombardia. In questo caso Milano Metropoli sta già facendo un’analisi delle imprese operanti nel settore della comunicazione e dell’audiovisivo del territorio, dei progetti in corso in questo ambito anche nella città di Milano e dei possibili intrecci anche con le tematiche culturali, per favorire un processo di ricerca e di collaborazione tra queste imprese con il mondo culturale, ecc. Nello specifico, per questo progetto, stiamo cercando di creare un comitato di promotori composto non solo dai Comuni ma anche da attori privati.
Un progetto che promuove una cultura vincente, quella del fare squadra per fare sistema anticipando un’ottica di “governance metropolitana”. Il merito è principalmente degli attori che lo hanno promosso, in primis i sindaci dei 7 comuni coinvolti nel Patto. Che percezione ha raccolto tra le istituzioni locali coinvolte e quali sono i maggiori punti di criticità riscontrati nel processo di collaborazione con esperti e rappresentanti privati della società?
Dagli incontri che stiamo facendo nei vari comuni, per la presentazione della nuova fase del Patto per il Nord Milano, e dalle varie attività in corso, è emerso che da soli si fa sempre più difficoltà a stare in piedi, in particolar modo in questo particolare momento storico di crisi economico-finanziaria. Una cooperazione sia tra i diversi livelli istituzionali che tra il pubblico e il privato è essenziale per sopravvivere. In questo senso il ruolo di Milano Metropoli Agenzia di Sviluppo è fondamentale in una realtà molto dinamica come quella del Nord Milano. La nostra Agenzia lavora infatti per promuovere la collaborazione tra gli attori pubblici e privati, supportandoli nella creazione di un sistema territoriale integrato e aiutandoli da un punto di vista tecnico a sfruttare tutte le opportunità, le eccellenze e le specificità che un territorio come il nostro offre.
Il contesto nel Nord Milano è anch’esso incentivante, costituito da una concentrazione spaziale di servizi e strutture culturali che non ha eguali nel territorio metropolitano. Quale altre azioni sono state determinanti ai fini della buona riuscita del progetto?
Questa nuova fase di collaborazione intercomunale è stata anche spinta dalla Provincia di Milano attraverso il progetto strategico “Città di Città” promosso da me nel periodo in cui ero assessore provinciale, per migliorare l’ abitabilità dell’intero territorio provinciale – cuore dell’area conosciuta a livello internazionale come regione urbana milanese – e dare così un forte impulso alla competitività e alla governance territoriale. Tale progetto rappresenta una modalità innovativa di pianificazione strategica che si propone di produrre visioni condivise sullo sviluppo economico, la vivibilità e la coesione sociale; mettere a sistema azioni e politiche già attivate o in corso di attivazione da parte dei diversi livelli istituzionali; promuovere nuove idee e nuovi progetti che possano essere messi in campo dalla stessa Provincia, dai Comuni e da altri attori economici, sociali e istituzionali. Rappresenta quindi un’occasione per affrontare, in una prospettiva di governo metropolitano e in un’ottica integrata, un insieme di temi cruciali quali l’infrastruttura diffusa del territorio; l’innovazione, la formazione e la ricerca; la riprogettazione degli spazi della produzione, del consumo e del lavoro; il disegno degli spazi aperti; la mobilità sostenibile; la casa; i servizi culturali e sociali; l’innovazione amministrativa e la cooperazione interistituzionale.
Parliamo di eventi collaterali: tra le manifestazioni di spicco che fanno da cornice al progetto ricordiamo la mostra itinerante VIVIMI, che vede, tra i promotori, il coordinamento scientifico del Politecnico di Milano e l’iniziativa “IL FUTURO DEL NORD MILANO. Cultura, Impresa, Verde, Salute, Mobilità, Casa”, articolata in una mostra e una rassegna di incontri pubblici. Che obiettivi si pongono di realizzare in campo culturale e in che termini si è stabilita la collaborazione con gli atenei milanesi?
Il Nord Milano è il territorio dell’area metropolitana milanese con la più importante concentrazione spaziale di servizi culturali, se si esclude il centro storico di Milano: 6 musei, 4 centri culturali polivalenti, 15 biblioteche, 17 cinema e teatri, 3 poli universitari, 3 centri di documentazione, 17 centri di aggregazione socio-culturale, decine di scuole civiche e centri di formazione culturale…Queste sono solo alcune delle strutture culturali esistenti o in fase di realizzazione nei sette Comuni. Alcune delle istituzioni museali localizzate o in via di localizzazione nell’area sono, inoltre, eccellenze di livello metropolitano o nazionale. L’area in questione ha investito 17 milioni euro per nuovi “Poli Culturali Museali”: è una fonte di investimento importantissimo che visto singolarmente ha un valore strategico in sé. In veste di sistema si trova a competere con gli altri poli museali milanesi e con Milano stessa, rappresentando da questo punto di vista un’opportunità per sviluppare le possibilità che questo territorio offre, che sono comunque tante ma sono anche un vantaggio per molti abitanti dell’area milanese in questione. Con le Università milanesi esiste un rapporto molto antico; con il Politecnico in particolare si è stabilita una collaborazione decennale in particolare per quei progetti che riguardano le politiche di sviluppo territoriale e il programma “Città di Città” promosso dalla Provincia. La mostra VIVIMI, nello specifico, tende ad evidenziare le opportunità di questo territorio, che è costruito per il 70% e che deve quindi fare i conti con i pochi spazi liberi per l’espressione, presentando allo stesso tempo un patrimonio di dimensioni ricchissime e particolarmente denso. A partire da questa ricchezza, in questo periodo la conferenza dei comuni sta cercando di capire come far diventare questo patrimonio un distretto culturale con una gestione unica “a sistema” di alcuni servizi e attività (es. marketing, pubblicità), facendo degli stessi una rete degli attrattori culturali del Nord di Milano, che viene messa a disposizione della banca del turismo.
La proclamazione ufficiale di Milano come sede dell’edizione 2015 dell’Esposizione Universale che affronterà il tema “Feeding the Planet, Energy for Life” ha sicuramente suscitato l’attenzione dei Comuni del Nord Milano su come l’impatto economico, occupazionale e turistico di questo evento si possa riflettere sul sistema economico locale dell’area. Quali sono i risultati attesi a livello sovra comunale e su che direzioni ci si sta preparando ad un evento di così significato in termini di valorizzazione territoriale?
La gestione unitaria e virtuosa dei servizi in ambito culturale, spendibile in un pacchetto turistico, si ricollega all’Esposizione Universale programmata a Milano per il 2015. Per il nord di Milano rappresentano un’opportunità di finanziamenti da investire in opere connesse alla manifestazione, auspicando che le stesse vengano realizzate in maniera coerente e sistemica, in particolare nella materia delle infrastrutture. Oltre a questo ambito, sicuramente il tema dell’accoglienza investe particolarmente il nostro territorio: avendo una “fresca” lettura dei fenomeni, posso dire che nessun territorio dell’area milanese ha fatto così grossi e importanti investimenti in ambito culturale; viene da sé che l’Expo rappresenta un’occasione in più per valorizzarlo ed offrirlo.