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Lo stato dell’editoria in Italia nel 2008? L’occasione per fare un bilancio annuale della prima industria di contenuti del nostro Paese è stata la presentazione della settima edizione della Fiera della piccola e media editoria di Roma (5-8 dicembre).
Seconda solo a quella di Torino, la fiera romana continua a registrare un incremento in termini di attenzione mediatica e interesse culturale – garantito anche dalla partecipazione dell’Aie -, sia da parte del pubblico dei lettori che dagli addetti ai lavori. Sarà perché si tratta di un condensato di produzione editoriale tendenzialmente di alta qualità, i cui titoli sono difficilmente reperibili nelle più diffuse catene librarie, che, solo nella scorsa edizione, si sono registrate circa 50 mila presenze; sarà perché si è imposta come un laboratorio di ricerca e innovazione, presentando un programma di incontri e attività collaterali proiettate al futuro.
Gli addetti ai lavori, d’altra parte, non possono che puntare l’attenzione su questa editoria di nicchia che funge da traino e da stimolo creativo a quella dei colossi editoriali. Basti pensare che in un anno la categoria è cresciuta indiscutibilmente: del 7,5% sotto il profilo del numero (da 2.285 editori nel 2006 a 2.456 nel 2007), producendo un fatturato di 368,2 milioni di euro, pari al 35% del fatturato totale del settore librario, e dando lavoro a circa 6mila addetti. Un segnale economico che gli addetti colgono con entusiasmo come un nuovo anno zero a partire dal quale riprendere un trend di crescita positivo, possibile solo con l’interessamento di decisori e amministratori pubblici.
La fiera si conferma così un punto di incontro tra promozione culturale e volano economico di “un settore cardine del Paese che, nonostante la crisi, andrebbe sostenuto”. Ne è convinto anche il sottosegretario ai Beni culturali, Francesco Maria Giro, che ha confermato l’impegno al finanziamento per tre milioni di euro del preannunciato Centro per il Libro, in fase di decollo a gennaio 2009. Anche l’assessore alla Cultura della regione Lazio, centro nevralgico della piccola editoria – si contano 166 case editrici solo a Roma –, ha preannunciato i finanziamenti per il sostegno al credito del mondo dell’editoria.
Chissà allora se il provocatorio titolo degli Stati Generali dell’Editoria degli inizi di ottobre scorso, “Più cultura, più lettura, più Paese”, risulterà una provocazione lanciata invano o un monito che i decisori metabolizzeranno pensando alla crescita reale del Paese.