identita-catodicheChe ruolo giocano i mass media nella definizione delle identità collettive? Che risposta riescono a dare i recenti studi inaugurati dalla nascente “antropologia dei mass media”, oggi in pieno fervore? Questi sono alcuni degli interrogativi da cui trae spunto il libro dell’antropologo Piero Vereni, ricercatore presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata. L’autore sostiene come il sistema dei mass media, in particolare la televisione, ha introdotto una nuova forma di capitale denominato “mediatico”, che rende disponibili i sistemi ideologici a classi diverse da quelle che li hanno generati. Tale tesi, resa esplicita nel terzo capitolo, viene supportata nei primi due attraverso excursus teorici di approfondimento.
Nel primo si spiegano le ragioni di un apparente ossimoro, quello che contrappone i mass media alla realtà reale: oggi il vero spazio di ricerca dell’antropologia, come sostiene l’autore, consiste nel “considerare straniante l’uso dei media da noi e al contempo de-occidentalizzare metodologicamente l’uso dei media altrove, ricostruendo le genealogie d’indigenizzazione entro percorsi culturali autonomi”. Nello specifico, lo scopo dell’analisi diventa proprio la ricostruzione del rapporto costante tra forme della rappresentazione e forme della vita quotidiana, inaugurando una forma di antropologia culturale che non ha paura di guardare ai media come strumenti della produzione dell’immaginario, oltre che delle immagini. Suggestivo il paragone dei video ai musei spontanei, aventi la stessa funzione, essendo entrambi tentativi di rimaterializzare la cultura tradizionale, grazie alla sua possibilità di giocare con la dimensione performativa di essa e con gli aspetti privati della vita domestica. Segue poi un provocatorio “aggiornamento” della teoria del gusto di Bordieu, che aveva individuato nella separazione fisica delle classi la garanzia della neutralità della distinzione dei gusti. Qui si inserisce la posizione dell’autore, che pone la televisione come capitale mediatico di riferimento che rende disponibile alle masse una forma di identità rimasta per lungo tempo elitaria, scardinando le appartenenze di classe su cui poggiavano gli ordini sociali e le intellettualità borghesi. Così realities e fictions hanno ribaltato stereotipi e pratiche quotidiane, cercando di superare una rigida contrapposizione tra “vita reale” e “rappresentazione mediatica”: nell’ultimo trentennio, infatti, la “soapizzazione dell’anima” ha reso disponibili alla piccola borghesia e alle classi lavoratrici, soprattutto attraverso la televisione, immaginari e pratiche sociali tipicamente borghesi, altrimenti separati fisicamente.
Il volume termina lasciando in sospeso la parte che concerne la ricerca sul campo della vita quotidiana, che non si limita al suo contenuto decontestualizzato, ma che ricostruisca invece i percorsi produttivi e interpretativi, sia semiotici che economici, delle pratiche sociali: cio che l’autore indica come vera antropologia dei media, direzione verso cui sembrano rivolgersi gli studi attuali.

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Identità catodiche. Rappresentazioni mediatiche di appartenenze collettive
Piero Vereni
Meltemi editore, euro 17
ISBN 978-88-8353-672-4
www.meltemieditore.it