Arturo Martini

La previsione secondo la quale la nomina di un direttore generale per i musei statali italiani da parte del ministro per i Beni culturali Sandro Bondi avrebbe suscitato un accesso dibattito destinato a non esaurirsi in fretta, pare essersi avverata. E’ scaduto domenica 30 novembre il termine utile per aderire all’“Appello per la salvaguardia dei musei e dei beni archeologici e artistici in Italia”, lanciato dall’”Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli”, fondata da Giulio Carlo Argan con il fine di promuovere studi, ricerche ed iniziative attorno ai problemi della tutela e della valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale nazionale.
L’appello, che ha catturato l’interesse di molti tra gli addetti ai lavori e non, è riuscito a raccogliere 7mila adesioni in tutto il mondo in soli tredici giorni, suscitando reazioni contrasti tra chi contesta la nuova figura del supermanager e chi al contrario la approva. Secondo il testo dell’appello diffuso online dall’istituto di studi, ricerche e formazione “Bianchi Bandinelli”, “l’istituzione della figura del ‘supermanager’ con i poteri assoluti che gli vengono delegati nell’ambito della nuova “Direzione generale per i musei, le gallerie e la valorizzazione”, e il progetto di messa a reddito del patrimonio artistico e archeologico che la sottende, sono scelte profondamente sbagliate nel presente e irrimediabilmente dannose nel futuro”.
Un’affermazione che sembra trovare conferma nella denuncia, apparsa lunedì 1 dicembre su Repubblica, sul preoccupante stato dell’arte in cui versa il patrimonio culturale e paesaggistico toscano. La regione che ospita un museo per ogni 6mila abitanti, tre delle dieci opere più note al mondo e sette delle dieci gallerie più visitate in Italia, ha visto diminuire le risorse destinate alla cultura di 66 milioni di euro, mettendo in serio pericolo 1.733 posti di lavoro nel comparto dei beni e delle attività culturali. Una situazione che non risolve, ma anzi acuisce la necessità di ripensare il sistema cultura, attraverso il raggiungimento di un giusto equilibrio tra il suo valore simbolico e la sua valenza economica. Nel frattempo il ministro Bondi annuncia che il testo di riorganizzazione del Ministero per i Beni e le attività culturali non conterrà alcun tipo di modifica o ripensamento. Anzi, il nuovo regolamento del ministero che sarà presentato il 4 dicembre al Consiglio superiore per i beni culturali, prevede una maggiore articolazione dei compiti affidati al direttore generale, che non saranno più limitati ai soli musei statali ma riguarderanno l’intero patrimonio culturale italiano.