Dalle arti industriali al design

 

musei-dimpresaIl volume della docente di Storia delle comunicazioni visive, Fiorella Bulegato, si presenta come un’esposizione sistematica e documentata del processo che ha condotto all’affermazione del museo d’impresa nel novero degli spazi espositivi; una necessaria illustrazione sia per comprenderne le specificità,  svincolando il museo d’impresa dal legame pregiudiziale con gli aspetti meramente promozionali aziendali, sia per tessere una riflessione di ampio raggio sulla loro diffusione, sia per aprire uno spazio di confronto con le altre strutture museali.
Gli albori della storia dei musei d’impresa coincidono con quelli dell’Unità d’Italia, prima grazie agli spunti forniti dal circuito delle grandi esposizioni universali e dallo sviluppo delle arti industriali, successivamente per la diffusa presa di coscienza di un necessario legame tra cultura umanistica e tecnica dell’inizio del secolo scorso. La loro affermazione del panorama culturale italiano è avvenuta con la promulgazione dello slogan dell’illuminato Andrea Emiliani, ministro per i Beni culturali e ambientali nel 1974,  “dal museo al territorio”: un passaggio culturale che ha innescato il lungo percorso che ha visto diventare il museo custode non solo delle opere artistiche dell’uomo, ma anche di una identità culturale, integrata nel “paesaggio culturale”. Un allargamento degli orizzonti storiografici verso i prodotti della cultura materiale ha indotto quindi a considerare anche il patrimonio industriale per la sua valenza culturale e la sua dignità di conservazione. Insieme agli ecomusei, nel corso dell’ultimo decennio, poi, i musei d’impresa hanno registrato in Italia un significativo sviluppo, una crescita sia quantitativa che qualitativa, che ha dato inizio ad un percorso di studio e valutazione delle caratteristiche, delle problematiche e dei fattori di successo degli stessi musei.
Fiorella Bulegato contribuisce con I musei d’impresa all’analisi del fenomeno, prima raccontando le vicende storiche dei musei industriali e artistico-industriali, poi con una ricognizione puntuale dei musei italiani, considerando molteplici fattori: dai motivi sottostanti la scelta  d’impresa di sviluppare un progetto museale (individuati in componente soggettiva, aziendale e sociale) alle soluzioni espositive, sia in termini di forma che di contenuto. Interessante la classificazione per tipologie (collezioni tematiche, archivi-collezioni, archivi storici, musei di distretto e industriali), la suddivisione per collocazione geografica,  la rilevazione dell’andamento a partire dall’anno di fondazione e il quadro generale dei servizi offerti, compresi quelli di natura tecnologica.
Valutazione inevitabile è quella sulla peculiarità del museo d’impresa di “mettere in relazione la contemporaneità del lavoro aziendale con la conservazione e valorizzazione del proprio patrimonio storico”, riferito in particolare agli stimoli che il museo può fornire alla formazione del “progettista”, ma anche di chi opera in altre funzioni aziendali. Le ben illustrate case histories a conclusione del volume –  l’archivio-museo Alessi, il museo Ferragamo, la Tipoteca Italiana – ne offrono ampia e significativa esemplificazione.

I Musei d’impresa
Dalle arti industriali al design
Fiorella Bulegato
Carocci 2008  euro 18,60
ISBN 978-88-430-4582-2