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Il piccolo schermo fra cultura e società: i generi, l’industria, il pubblico
Ha ancora senso parlare di televisione nell’epoca di internet e del libero accesso all’informazione, giunta all’attuale culmine con l’affermarsi degli user generated content? Nonostante il consumo mediatico mondiale abbia subito uno spostamento verso il web la televisione resiste ancora come uno dei più diffusi e popolari mass media. A circa cinquant’anni dalla nascita, la Tv è ancora mezzo di comunicazione capace di mediare simbolicamente la realtà rispetto al suo pubblico, riuscendo sempre a modellarsi, sia da un punto di vista di contenuto (per la connaturale peculiarità di essere specchio di rappresentazione della realtà) che di forma (il passaggio dal tubo catodico alla “ripetizione” dei segnali mediante le più diverse tecnologie, che siano digitali, in fibra ottica, in satellite), all’evoluzione della contemporaneità.
Nel contesto italiano il libro con la L maiuscola per capire in un poche e chiare pagine l’unverso della “cattiva maestra di Karl Popper” è l’autorevole guida Che cos’è la televisione, a cura di Aldo Grasso e Massimo Scaglioni: il primo, critico televisivo e “enciclopedia vivente” del piccolo schermo made in Italy; il secondo, suo ricercatore fidato nel campo della sociologia della comunicazione alla Cattolica di Milano.
Come anche la prefazione del volume conferma, orientarsi negli studi che riguardano il mezzo televisivo non è assolutamente operazione banale, considerato che nel passato molteplici sono stati gli approcci di analisi, dalla psicologia alla sociologia, non tralasciando le inferenze della communication research americana e degli studi di derivazione letteraria. Assolutamente consapevoli dell’impresa, i due autori hanno analizzato la televisione individuando tre dimensioni (testuale, istituzionale, pubblico – rispettivamente trattate nelle tre parti del volume) allo scopo di rendere lineare l’illustrazione dell’argomento, operando poi le dovute connessioni tra i tre ambiti.
L’approccio testuale mutua la sua denominazione da una tradizione semiotica, sperimentando una analisi che mira a individuare la struttura significativa dei segni televisivi. La testualità televisiva fa riferimento a segni di natura visiva, acustica, grafica, oltre che ricorrere alla narrazione. Utilizzando gli strumenti interpretativi della semiotica, Grasso e Scaglioni scandagliano il contenuto televisivo, dal palinsesto – con annesse strategie palinsestuali – ai generi televisivi, fornendo al lettore una definizione condivisa di “informazione”così come di “intrattenimento”, muovendosi sapientemente tra le numerose applicazioni dei generi alla produzione catodica, dalla fiction fino al reality show, non tralasciando talk-show, varietà e advertainment.
L’analisi della televisione anche da una prospettiva istituzionale, è utile, invece, ad individuare le relazioni di influenza tra economia, politica, tecnologia e prodotto televisivo, rese concrete mediante una rappresentazione della filiera televisiva. Scarsità, disponibilità e abbondanza sono le tre età della periodizzazione dell’istituzione televisiva che Grasso e Scaglioni mutuano da John Ellis per raccontare sinteticamente le tappe rilevanti del piccolo schermo nel globo. Dalla presentazione del modello televisivo statunitense si arriva a quello italiano, del quale si rileva un tratto specifico nel rapporto tra istituzione televisiva e politica, relazione che nel 2009 è ancora patologicamente tale.
Imprescindibile il ricorso al “pubblico” per spiegare la televisione dal punto di vista di chi ne è fruitore. Analisi del pubblico che per le aziende televisive si traduce in calcolo dell’audience e indici di gradimento, per la ricerca accademica in effetti sulla società.
Pur essendo un volume pubblicato nel 2003, Cos’è la televisione resta ancora il manuale fondamentale per chi abbia voglia di capire il mezzo di comunicazione di massa. Una seconda edizione sarebbe un aggiornamento apprezzato.
Che cos’è la televisione
Il piccolo schermo fra cultura e società: i generi, l’industria, il pubblico
Grasso Aldo, Scaglioni Massimo
Garzanti 2003 euro 19,50
ISBN 978-88-11-74032-0