Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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In pochi sanno che Milano è la prima provincia agricola d’Italia e che la città di Milano ha nel suo territorio urbano circa centotrenta cascine agricole, di cui quarantanove di proprietà comunale. Una di queste si chiama Cascina Cuccagna ed è sita nella Circoscrizione Zona 4, in via Cuccagna, piccola traversa di via Muratori, in un quartiere, ad oggi multiculturale, che si divide tra edilizia popolare e show room di importanti case di moda italiane. Cascina Cuccagna eredita il suo nome, attorno agli anni ’20, da una cascina contigua, ora abbattuta per lasciare spazio alla circonvallazione. Destino questo toccato a numerose realtà simili, non solo nella città di Milano. Ciò che l’ha salvata dall’abbattimento e dalla conseguente destinazione ad altri usi dell’area in cui sorge, è il suo essere sottoposta alla tutela della Soprintendenza ai beni storici e culturali. Ciò che invece l’ha salvata dal diventare sede di eventuali speculazioni commerciali è il progetto a cui un gruppo di persone ha dato vita alla fine degli anni novanta del secolo scorso.
Nel 1998 viene fondata, infatti, ad opera di un gruppo di cittadini abitanti nel quartiere, la Cooperativa Cuccagna con lo scopo specifico di “recuperare la cascina abbandonata e farne un punto di riferimento socio culturale per il territorio”. Per raggiungere il suo obiettivo la Cooperativa intreccia una fitta rete di relazioni con altre realtà associative dando vita ad un’Associazione Temporanea di Scopo costituita da sette membri: Cooperativa Cuccagna, esterni, Cooperativa Smemoranda, Associazione Chiamamilano, Cooperativa sociale Diapason, Cooperativa Comunità Progetto e la Società Cooperativa Sociale San Martino Onlus.
L’ATS vince il bando di assegnazione della cascina, emesso dal Comune di Milano, e diventa assegnataria di una concessione ventennale per la quale paga un affitto pari a 28mila euro l’anno.
Il progetto con cui l’ATS, ora diventata Consorzio Cantiere Cuccagna, ha vinto il bando è un progetto preciso, fattibile e sostenibile. La vision è “il rilancio delle energie e dell’immagine di una città come Milano attraverso progetti proiettati verso il futuro, ma al contempo saldamente legati alle radici del territorio, capaci di recuperarne il patrimonio materiale e culturale”.
Obiettivo strategico è “il restauro eccellente di una cascina agricola del ‘700 (Cascina Cuccagna, appunto) per realizzarvi un Centro Polifunzionale di iniziativa e partecipazione culturale territoriale”.
Il restauro è ad oggi il primo obiettivo operativo: i lavori sono iniziati nello scorso mese di novembre e continueranno fino alla primavera del 2010. Le opere saranno realizzate secondo il progetto di restauro conservativo presentato come tesi di laurea dagli Architetti Cristina Pucci e Ferdinando Zaccheo, sotto il coordinamento del Prof. Arch. Marco Dezzi Bardeschi del Politecnico di Milano.
Il progetto di restauro e lo start-up del Progetto Cuccagna sono finanziati dalla Fondazione Cariplo, la quale ha stanziato 750mila euro a fondo perduto, e dalla Banca Popolare di Milano la quale ha concesso un finanziamento pari a 900mila euro. Il costo complessivo del progetto è pari a 3.5 milioni di euro, ed il Consorzio ha costituito un Comitato Onlus per gestire in trasparenza i fondi raccolti da privati cittadini o da aziende.
Il Progetto Cuccagna non è in attesa della fine dei lavori per iniziare le sue attività. Se tre sono le aree tematiche di intervento previste – ambiente e alimentazione, cultura e territorio, coesione e integrazione – il Consorzio sta svolgendo, in collaborazione con la Facoltà di Sociologia dell’Università Bicocca di Milano, una indagine conoscitiva sui “Sogni e bisogni della Zona 4”. E’ già in corso, poi, l’attività dell’Ecomuseo Urbano il cui obiettivo è “la tutela del patrimonio culturale locale e della sua conoscenza attraverso il coinvolgimento attivo degli abitanti”. Con l’aprirsi della stagione inizieranno i mercati rionali biologici e gli incontri sulle abitudini alimentari. Inoltre è già attiva la Ciclofficina, un laboratorio attrezzato per il supporto all’autoriparazione e manutenzione della bicicletta, con a disposizione un servizio di noleggio e bikesharing.
In questo ambito infatti il Consorzio continuerà anche nel futuro la sua funzione educativo/promozionale, lasciando all’iniziativa imprenditoriale di altre persone l’opportunità di aprire negli spazi della cascina una bottega alimentare, una trattoria-bar, una scuola di cucina, che andranno a garantire il funzionamento del Progetto e soprattutto il pagamento del finanziamento. Non va dimenticato che il Progetto prevede anche l’apertura di un’agenzia per il turismo agricolo e ambientale; la realizzazione di un Auditorium attrezzato con sale prova, cabine di regia e montaggio, a disposizione di quanti vorranno proporre attività di spettacolo ed eventi organizzati; l’apertura di aree di accoglienza e di assistenza per adolescenti e famiglie. La partecipazione dei cittadini sarà inoltre garantita dall’attivazione di incubatori di progetto: un team di facilitatori e di consulenti professionali sarà a disposizione per accompagnare la nascita di associazioni o imprese sociali.
Tanta voglia di relazione quindi che esplode in una città ormai non più vivibile, né a misura d’uomo, di parola o di sguardo. E l’intenzione di farne un progetto replicabile indica una chiara consapevolezza che “così non si può andare avanti” e regala alla città di Milano – sia essa il cittadino, sia essa chi la governa – una visione di una città dove cultura, ambiente e comunità sono asset strategici ormai imprescindibili e vincenti.
Uno slogan, quindi, secondo i nostri interlocutori per un possibile piano strategico della città di Milano è: “Perché Buongiorno voglia davvero dire Buongiorno!”