Intervista a Giulio Baffi – Direttore Artistico del progetto “Raccontami

mariano-rigillo-san-leucio-foto-cappelliUn progetto inedito che propone un approccio al pubblico fuori dagli schemi: 100 attori campani impegnati nella realizzazione di testi legati a 50 luoghi diversi. Un evento unico nel suo genere alla scoperta del grande patrimonio culturale artistico e architettonico della Campania che ha riscosso un notevole gradimento in termini di presenze e di pubblico. Il progetto, appena conclusosi, è stato realizzato in 5 week end a partire dal 1° maggio 2009. Tafter ha intervista il direttore artistico del progetto “Raccontami”, Giulio Baffi, indagando i fattori determinanti del successo dell’iniziativa e le prospettive di crescita future.

”Nessuna Regione, se non la Campania, può chiedere a 100 attori di testimoniare la vita di questo passato con un racconto inventato per l’occasione”: queste parole possono essere prese come manifesto culturale del progetto “Raccontami”, promosso dall’Assessorato al Turismo della Regione Campania e organizzato da Scabec – Società Campana Beni Culturali. Che esigenza di valorizzazione si riscontra all’origine del progetto che vede Lei come direttore artistico? Quali caratteristiche lo rendono innovativo rispetto alle altre iniziative culturali in corso? Effettiva iniziativa di rilancio immagine e turismo per la Regione Campania?
All’origine del progetto “Raccontami” vi è l’iniziativa promossa dalla regione Campania denominata “6 viaggi”, ovvero i 6 modi diversi di vivere una regione ricca di memoria, emozioni, storia, arti, creatività, tradizione. Il progetto “Raccontami” fa parte del viaggio nella storia, un percorso alla scoperta del patrimonio artistico, culturale ed architettonico della Campania che nasce dall’esigenza di dare voce a 50 luoghi d’arte legati a storie, origini, leggende e tradizioni raccontati attraverso le invenzioni e le interpretazioni poetiche di 100 attori.
C’è una sorta di pre- idea alla base di questo progetto, che è anche una mia forte convinzione, ed è quella che la Campania ha un “corpo d’attore” non solo numericamente eccezionale e di qualità, ma anche estremamente straordinario; tali attori si ritrovano normalmente e per necessità in nuclei separati che difficilmente si trovano a collaborare tutti assieme all’interno di uno stesso progetto, costruendo legami poetici anche impensati.
Quando siamo partiti a immaginare una possibile promozione un po’ anomala del territorio, ci siamo chiesti come coinvolgere gli attori in modo proattivo, al di fuori di “gabbie preconfezionate” in cui fossero liberi di inventare delle storie, legandole agli spazi della Regione. L’intento primario era che ognuno di loro si rapportasse a questi beni architettonici e ambientali secondo le loro qualità poetiche e i loro umori, costituendo un anello di congiunzione con i luoghi che fosse in grado di creare inedite combinazioni basate su esperienze e racconti personali.
Questo progetto costituisce sicuramente un “unicum”, in quanto ha messo assieme una grande quantità di attori professionisti campani, molti dei quali giovani e poco conosciuti, suddivisi in segmenti diversi per tipologia; uniti a loro sono stati coinvolti anche diversi musicisti e in alcuni casi anche autori di testi teatrali. In due soli casi soli ho fatto abbiamo provato ad avvicinarci anche ai più giovani, attraverso dei “giochi teatrali” che vedevano come protagonisti una scuola elementare ed un liceo della provincia di Napoli (sito della Basilica di Mercogliano).
Un progetto davvero innovativo, sperimentato per la prima volta nella regione della Campania, che è andato anche oltre le migliori attese, stimolando gli attori che normalmente non vengono considerati come un “unicum”.  Negli anni mi sono reso conto che l’ultima generazione di attori non è segmentata per tipologie culturali e tecniche ed è particolarmente “orizzontale”, capace di scambiare i contenuti con tra nuclei di attori differenti; tale peculiarità mi è sembrata un’occasione straordinaria da cogliere per sviluppare questo progetto, che li mette nelle condizioni di stare assieme a scambiarsi le proprie impressioni, venendo continuamente stimolati.

Parliamo del gruppo di lavoro, formato in primo luogo da istituzioni pubbliche e partecipate dalla Regione Campania. Quali altri stakeholders partecipano al progetto e che ruolo è riservato a ciascuno? In che misura prendono parte alle attività i privati e che funzione svolgono? Che criticità si sono riscontrate nel coinvolgimento dei vari attori e quali altri privati si è cercato di contattare?
Gli stakeholders primari sono stati gli attori stessi, a cui ho lanciato l’idea dell’iniziativa via mail oppure tramite manifestazioni di interesse venute direttamente da loro stessi.
Si è instaurata inoltre una positiva sinergia anche con i sindaci, assessori e amministrazioni comunali coinvolti nell’iniziativa, attivati tramite reti di informazione che ha messo in contatto tra loro anche pro-loco, enti turistici, sovrintendenze e altri enti culturali, come l’ente delle Ville Vesuviane, ovvero quei soggetti che hanno titolo per un bene ambientale, culturale o architettonico tali da poter essere inseriti nel progetto di valorizzazione complessivo.
Ne deriva che il valore di questo progetto non è solamente tecnico, ma anche politico, considerato che il ruolo della regione Campania è stato fondamentale, quale “motore” dell’intera iniziativa (il progetto beneficia infatti dei fondi pubblici dell’assessorato al Turismo della Regione Campania, cofinanziato dai fondi POR dell’Unione Europea); unita a ciò, va considerato anche l’impatto per il settore turistico, che trarrà beneficio dalla promozione insolita dei luoghi raccontati: assieme ai miei collaboratori, ho espresso la volontà di considerare spazi poco noti della regione, incentivandone la scoperta a livello di turismo regionale e nazionale. L’iniziativa, inoltre, è proiettata oltre il mese di maggio, in quanto vi è anche il progetto di raccogliere tutti i racconti effettuati per la promozione turistica, che distribuiremo in tutto il mondo per incentivarne la visita.
Per quanto concerne il settore privato, non è stato direttamente coinvolto nell’iniziativa, che vede principalmente la partecipazione di soggetti pubblici, poiché i beni stessi sono a tutela pubblica.
Devo dire che dal punto di vista artistico e organizzativo i punti di criticità sono stati davvero irrisori, dovuti perlopiù a orari di programmazione poco comodi (specialmente in località vicine ai luoghi di villeggiatura) o a vincoli posti dalle sovrintendenze nei siti da “raccontare”; problemi che non hanno costituito di per sé un ostacolo, poiché risolti in tempi brevi e senza troppa difficoltà.

Il progetto ha già raccolto numerose presenze già nei primi due fine settimana di sperimentazione, dimostrando un positivo riscontro da parte del pubblico, grazie all’inconsueta formula che realizza una nuova modalità di fruizione, esperenziale e sensoriale, ed accompagna i visitatori in un inedito “viaggio nella Storia”. Quale impressione ha raccolto tra i sostenitori e quali suggerimenti sono stati espressi?
C’è stata una partecipazione molto significativa da parte del pubblico, soprattutto locale dei piccoli centri, che si è dimostrato molto “orgoglioso” e interessato all’iniziativa: nel secondo finesettimana (9 e 10 maggio) abbiamo registrato più di 2000 presenze nei dodici siti attivi, circa seicento gli spettatori in più rispetto alle 1.500 presenze realizzate nei dieci siti attivi per il primo week-end, sabato 2 e domenica 3 maggio, nella fase di lancio dell’iniziativa, con un totale 11.000 presenze a progetto ultimato. Tale entusiasmo deriva soprattutto dalla proposta di un format inedito, attraverso il quale sia gli attori quanto il pubblico, si avvicinano ai tanti luoghi d’arte impegnati dai percorsi con modalità di intervento e di fruizione assolutamente nuovi, personali e coinvolgenti, incentivando una  simpatica accoglienza da parte dei cittadini stessi nei confronti degli attori, invitati ad ascoltare storie che sono divenuti poi oggetto dei racconti e hanno arricchito il progetto nel suo insieme.
Per quanto riguarda i turisti stranieri, ho avuto una percezione positiva, anche perché dobbiamo considerare che i racconti sono molto brevi (20 minuti) e costituiscono delle fascinazioni di per sé per coloro che si trovano a visitare i siti regionali (per esempio Ercolano), dei “regali inconsueti” che hanno affascinato il pubblico e hanno stimolato la loro partecipazione attraverso le immagini, aldilà della lingua straniera con cui le stesse vengono raccontate.

Quali sono i prossimi obiettivi da realizzare?
Per il prossimo futuro spero vivamente di ripetere l’iniziativa, anche se tali decisioni spettano più alla parte politica che a quella artistica (assessorato alla cultura della Regione Campania): molti altri attori ci hanno già contattato per essere coinvolti nel prossimo progetto “Raccontami”.
Oltre al progetto “Raccontami”, anche un’altra iniziativa ha riscontrato un interessante riscontro, ovvero “Viaggio nelle Emozioni”, giunto ormai al terzo anno di attivazione. Tale progetto intende rilanciare l’immagine del territorio sannita ricco di tradizioni e testimonianze, attraverso un programma che individua un’ampia gamma di attività affiancate da pacchetti turistici appositamente finalizzati. Entrambe si sono rivelate iniziative ben riuscite e consolidate e spero che si continui a lavorare con progetti che ambiscono a promuovere il territorio assieme  a chi in questo territorio ci vive. Credo infatti che il dovere primo di un assessorato è dedicare molta attenzione al territorio e considerare gli artisti come una forza umana e intellettuale fortissima e indispensabile; spero che in futuro si sviluppi ancor di più questo segmento di promozione e di valorizzazione assieme agli artisti campani.

Foto:
Mariano Rigillo a San Leucio
Foto di Fabio Cappelli

Silvia Bilotti – area archeologica Paestum
Foto di Vincenzo Broccoli