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Sembra incredibile poter avere finalmente accesso ad uno dei musei più spettacolari del mondo, che conserva opere della civiltà plurimillenaria dell’antica Mesopotamia: è infatti on line da ieri, 9 giugno, all’indirizzo www.virtualmuseumiraq.cnr.it, il Museo dell’Iraq. Si tratta di un sito web tecnologicamente all’avanguardia realizzato dal Cnr, promosso nel 2005 dall’allora ministro degli Esteri Gianfranco Fini, il quale lo ha presentato alla stampa con l’attuale ministro Frattini. È bene precisare che il Ministero degli Affari Esteri, attraverso la Task Force Iraq che ha operato inizialmente presso la Direzione Generale per i Paesi del Mediterraneo e del Medio Oriente, ha promosso e finanziato l’intero progetto, per un ammontare di circa tre milioni di euro, nel quadro di una missione che ha visto l’Italia operare in prima linea per la stabilizzazione e la ricostruzione dell’Iraq.
La “resa” virtuale del museo della “culla della civiltà” è ancor più apprezzabile se si considera che per la difficile situazione politica del Paese può essere visitato solo dagli iracheni. Quasi nessuno si sognerebbe infatti di organizzare un viaggio in Iraq (forse qualcuno ricorderà che lo fece provocatoriamente alla Biennale di Venezia del 2005 solo l’artista Adel Abidin con la “Abidin travels”, una sua pseudo agenzia di viaggi che proponeva al visitatore viaggi di piacere a Bagdad, con tanto di itinerario e connessione internet).
Riaperto “realmente” nel febbraio scorso, dopo un periodo di restauro successivo al saccheggio del 2003, ora apre anche al resto del mondo con un portale d’accesso telematico. La qualità della visita è assicurata dalle molteplici e multimediali informazioni fornite per quasi tutte le opere esposte. Per ogni reperto che si incontra nella navigazione, infatti, si visualizzano: la scheda informativa-didattica, l’opzione “esplora” ossia l’esplorazione tridimensionale dell’opera – grazie alla ricostruzione in 3D si può fruire l’opera dai vari punti di vista, cogliendone la volumetria e i dettagli, ma anche di entrarci dentro-, e un filmato che contestualizza l’opera nel territorio e nel periodo storico con una voce narrante di sottofondo. Anche la qualità dei sottofondi musicali, diversi per ogni area tematica, non è da trascurare.
Il percorso inizia dai piedi della scalinata del museo: da questa posizione il visitatore vede le porte di ingresso delle 8 sale tematiche visitabili; ciascuna corrisponde ad una fase storica della Mesopotamia antica: preistoria, periodo sumerico, accadico, neosumerico, assiro, babilonese, achemenide e seleucide.
Passando da una stanza all’altra, il visitatore passa in rassegna opere di capitale importanza: dal Vaso di alabastro di Tell Es Sawwan (6200-5700 a.C.), all’Elmo in lamina d’oro di Meskalamdug (2450 a.C.), re della città di Ur, dal Pannello invetriato di Nimrud (IX secolo a.C.) alla Lastra raffigurante i sudditi assiri (VIII sec. a. C) ai preziosi avori di quell’epoca. In tutto, 70 reperti, dei quali 40 con modelli tridimensionali, 22 filmati (videoclip di tre minuti l’uno circa) e 18 elaborazioni cartografiche di siti archeologici.
Un patrimonio artistico esplorabile in sei ore e in tre lingue: italiano, inglese e arabo.