Il quadro teorico e i riflessi territoriali

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L’Italia ne conta 33, con una popolazione residente di 29 milioni di abitanti, corrispondente al 49% dell’intero paese: sono le aree metropolitane, ovvero complessi urbani aggregati che soddisfano determinati requisiti, quali un consistente incremento demografico, elevata densità di popolazione, continuità dell’area edificata. Tale definizione, nel saggio di Fabrizio Bartaletti, viene utilizzata come pretesto per proporre criteri scientifici di delimitazione più precisi, ponendo il problema di una scala più adeguata di rappresentazione delle città contemporanee, anche al fine di una migliore pianificazione dei servizi e interventi infrastrutturali necessari.
Dopo aver chiarito nei primi capitoli i concetti di “conurbazione” e “aree metropolitane”, nei quattro capitoli centrali si passa a descrivere gli esempi più rappresentativi di urbanizzazione nel mondo, dal punto di vista geografico, demografico, economico e urbanistico, partendo, nell’ordine, dall’Europa per proseguire con l’America e, nel dettaglio, le aree metropolitane italiane, determinate secondo criteri appositamente individuati.
A partire dal secondo dopoguerra, il processo di “metropolizzazione” ha interessato progressivamente tutti i continenti in continuità con il loro sviluppo economico e, soprattutto dopo gli anni settanta, ha avuto una espansione nei paesi del terzo mondo (Africa e Asia), dove, sottolinea l’autore, non è possibile individuare significativi impulsi economici che abbiano determinato la crescita del fenomeno: basti pensare all’incremento demografico subito da città “emergenti” come Lagos (3680%), Dacca (2880%), Karachi e Delhi nel periodo 1950-2000. Tali dati celano anche un altro aspetto, analizzato sapientemente nel secondo capitolo, ovvero la distribuzione della popolazione all’interno delle aree metropolitane e la tendenza di una parte consistente dell’umanità ad ammassarsi in tempi relativamente rapidi in agglomerati urbani di proporzioni gigantesche (le cosiddette “megalopoli”).
Il terzo capitolo propone uno sguardo d’insieme sulle aree metropolitane italiane, analizzate nel dettaglio con il supporto di dati, tabelle e immagini che dipingono uno scenario piuttosto variegato a seconda delle zone prese in esame. Incuriosisce apprendere come la Capitale, fino agli anni settanta, fosse al centro di una vasta campagna poco abitata e coltivata e che negli ultimi 30 anni ha occupato tutti gli spazi vuoti, urbanizzando soprattutto lungo assi di espansione significativi, come quello dei Castelli Romani (Ciampino, Albano).
L’ultimo capitolo allarga lo spettro di analisi alle aree metropolitane di rilevanza mondiale con almeno dieci milioni di abitanti, a partire dall’Europa per proseguire con le Americhe e l’Asia. A concludere la dettagliata disamina, l’autore propone ai lettori un interrogativo circa il destino metropolitano della terra e l’impatto in termini di sostenibilità che questo processo di urbanizzazione comporterà per un efficiente gestione ambientale e sociale. Tale quesito suona un po’ come auspicio, soprattutto se si fa riferimento ai contrasti e disagi di ordine economico e sociale che spesso accompagnano addensamenti di enormi quantità di popolazione in aree relativamente ristrette.
Una sfida quindi epocale lanciata alla metropoli del futuro, a cui l’autore risponde con un monito di incitamento dettando alcuni principi base: “Migliorare i servizi nelle periferie e le comunicazioni con il centro, con una crescente attenzione all’integrazione culturale degli immigrati e un maggiore impegno per la sicurezza dei cittadini, indispensabili per rendere più omogeneo e vivibile il contesto metropolitano, e in ultima analisi anche per arretrarne o impedirne il declino”.

Le aree metropolitane in Italia e nel mondo
Il quadro teorico e i riflessi territoriali
di Fabrizio Bartaletti
Bollati Boringhieri Editore euro 19,00
ISBN: 9-788833-919966
www.bollatiboringhieri.it