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Un gran fermento in sala. Si abbassano le luci. Nella penombra si intravedono le sagome di sei ballerini che dai lati della scena attendono tesi. Parte la musica, muovono rapidi i primi passi verso il centro del palco. Crescono le luci di scena: quattro fuggono e due sono già lanciati in un volteggio atletico, armonico che sfida la legge di gravità, sostenuto solo dal pentagramma. Una prima emozione per un battito d’ali che in musica disegna l’aria. Senza dubbio il mondo della danza moderna contemporanea, a suon di applausi dei numerosi spettatori, ha lasciato a Ravenna un vigoroso segno grazie agli Hubbard Street Dance.
Sabato 11 luglio al XX Ravenna Festival, Pala de Andrè, la compagnia Hubbard Street Dance Chicago (HSDC) sotto la direzione artistica di Jim Vincent si è confermata una delle realtà più innovative nel panorama della danza contemporanea. Gli oltre venti ballerini che sono impegnati per i tre tempi proposti, articolati in quattro coreografie di Alejandro Cerrudo (Lickey-Split), Ohad Naharin (Passomezzo), Jim Vincent (Slipstream), Nacho Duato (Gnawa), nell’esprimere versatilità e virtuosismo, consentono al gruppo di esporre tutto il proprio eclettismo nell’interpretare quasi due ore di emozioni con un dinamismo deciso ma leggero impresso a tutto lo spettacolo.
L’alto profilo di una rappresentazione che consente ai corpi di disegnare quelle emozioni che la musica affida alle note è evocativamente chiusa con una coreografia complessa e corale, con tutti i ballerini in scena, in intricate armoniose movenze che sembrano richiamare, su musiche mediterranee sostenute da incalzanti tamburi, l’orizzonte, il dialogo, il tramonto -grazie anche ad un sapiente gioco di lanterne- e col giungere della notte un preludio d’alba di speranza.
L’Hubbard Street Dance Chicago nasce oltre trenta anni fa per soddisfare un’esigenza di comunione artistica e culturale. Forte è il legame con la propria città, Chicago, dove identifica l’emblema di un profilo culturale internazionale. La compagnia, che del resto rappresenta un modello di eccellenza nel mondo della danza, oggi è una delle più prestigiose d’America. Il fondatore, nel 1977, è il ballerino e coreografo Lou Conte, che resta direttore artistico fino al 2000, e che attiva, fino dagli anni Ottanta, collaborazioni sia con affermati coreografi sia con virtuosi emergenti sulla scena internazionale. Così, grazie ad un progetto in passaggi successivi, al lavoro e al contributo creativo di esperienze e di saperi, a coreografi come Lynne Taylor-Corbett, Margo Sappington, Daniel Ezralow, Twyla Tharp, Jiri Kyliàn, Nacho Duato, oggi il direttore artistico Jim Vincent può presentare al mondo uno sguardo della danza moderna che è davvero contemporaneo e si “proietta oltre”, parla a tutti e grazie al costante dialogo con l’alterità anche di futuro.
Foto di Flavio Milandri