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La 66esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, in programma dal 2 al 12 settembre, sarà quest’anno la vetrina privilegiata non solo del cinema mondiale ma anche delle proteste contro i tagli al FUS, che hanno animato – e continueranno ad animare – l’estate italiana. Venuta meno l’iniziativa di boicottare Venezia, espressa dal regista Michele Placido, il quale aveva dichiarato che nessun autore, attore o regista avrebbe dovuto mettere piede alla Mostra di quest’anno, i protagonisti del cinema italiano, insieme ad autori di cinema, teatro e tv, a musicisti, danzatori, coreografi, scrittori e a tutti i lavoratori dello spettacolo, hanno preferito optare per una forma di protesta meno estrema, con la decisione di usare la kermesse veneziana, e la sua indiscussa notorietà e risonanza mediatica, come luogo ideale in cui far sentire la propria voce.
Le incursioni degli artisti sono iniziate già a partire dalla conferenza stampa di presentazione della Mostra del Cinema di Venezia, che si è tenuta giovedì 30 luglio presso l’hotel Excelsior di Via Veneto a Roma. In quell’occasione, infatti, l’attore Sergio Castellitto ha letto un comunicato, dal titolo “In difesa dei diritti del pubblico”, in cui si sosteneva che “il governo italiano ha deciso che in questo gravissimo momento di crisi economica […] l’Italia può fare a meno del potenziale dei propri talenti creativi. […] Siamo in assenza totale di regole capaci di creare un mercato, di regolarne il libero accesso, di tutelarne l’indipendenza dal potere politico e di garantire ai lavoratori le minime tutele sociali e sindacali”. Delle 250 mila persone attive nel settore dello spettacolo in Italia, il 4% è rappresentato da figure di successo, il 20% riesce a guadagnare uno stipendio accettabile, mentre la restante parte ha un reddito medio inferiore alla soglia di povertà. Se la Gran Bretagna ha investito nel settore dell’industria cinematografica 277 milioni di sterline e la Francia sostiene il settore dell’audiovisivo con una spesa complessiva di 513 milioni e 620 mila euro, in Italia le risorse finanziarie destinate al cinema sono state quest’anno pari a 11 milioni e 446 mila euro. E a poco serve il reintegro di 60 milioni di euro per il FUS annunciato dal presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, a seguito delle proteste di quest’ultimo periodo.
Ma come è giusto che sia la 66esima edizione della Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia farà parlare di sé a prescindere da proteste e contestazioni varie. Una Mostra che ha dovuto fare i conti quest’anno con un budget ridotto di circa 2,3 milioni di euro, compensato grazie ai contributi della regione Veneto, al sostegno degli sponsor privati e alle maggiori entrate derivanti dalla vendita dei biglietti della Biennale d’arti visive, aperta fino al 22 novembre.
Una Mostra che deve convivere con il cantiere a cielo aperto situato nell’area antistante il Casinò del Lido, dove nel 2008 sono stati avviati i lavori per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema. L’intervento, del valore di circa 70 milioni di Euro, cofinanziato dallo Stato, dalla Regione Veneto e dal Comune di Venezia e realizzato da un gruppo di imprese interamente venete – Sacaim, Gemmo, Tosoni, Picalarga e Intini -, dovrebbe concludersi entro il 2011 anno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La struttura avrà una superficie di 18.500 metri quadri, un volume di 184. 000 metri cubi, una parte interrata profonda oltre 6 metri, in cui verranno anche realizzati spazi per attività congressuali e collegate alla Mostra, ed ospiterà 3.300 posti a sedere, che si aggiungeranno ai circa 1.000 posti della Sala Grande e a quelli delle Sale Perla e Pasinetti.
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ospita quest’anno opere provenienti da 25 nazionalità diverse – non sono mai state così tante dal 2004 -, 18 opere prime, 75 lungometraggi nelle sezioni ufficiali – selezionati tra 3.859 titoli provenienti da 74 paesi. La kermesse presenta, oltre alle sezioni tradizionali, una sezione Orizzonti potenziata dall’affiancamento di Controcampo Italiano, una nuova mini-sezione interamente dedicata al nostro cinema e alle sue tendenze emergenti, in gara quest’anno con ben 4 opere: Baarìa di Giuseppe Tornatore, che è anche il film d’apertura, La doppia ora dell’esordiente Giuseppe Capotondi con Ksenia Rappoport, Lo spazio bianco di Francesca Comencini con Margherita Buy, e Il grande sogno di Michele Placido con Riccardo Scamarcio.
Staremo a vedere se davvero quest’anno la Mostra del Cinema di Venezia, come ha affermato il direttore Marco Müller durante la conferma stampa di presentazione, è “entrata a rodaggio”, diventando “una mostra per chi fa i film, per chi li fa circolare e per chi li va a vedere”.