castello-carrareseIl Castello di Padova sorge al vertice sud-occidentale dell’area che ha dato origine alla città antica e si sviluppa per un perimetro di circa 370 m. Le sue origini risalgono addirittura all’epoca romana durante la quale venne realizzata una struttura difensiva testimoniata da qualche reperto archeologico ma l’aspetto attuale risale al Medioevo e agli interventi dei signori che si avvicendarono al governo della città.
In particolare, i Da Carrara nel corso del XIV secolo intervennero sul complesso apportandovi modifiche e creando nuovi spazi la cui progettazione fu affidata ad architetti ed ingegneri di fiducia : agli inizi del XIV secolo risale, ad esempio, il “traghetto”, vale a dire un collegamento sopraelevato che ricorda  il “passetto di borgo” che metteva in comunicazione i palazzi vaticani con Castel  S. Angelo e anticipa il celeberrimo corridoio vasariano.  Il traghetto consentiva un rapido passaggio dalla reggia di piazza dei Signori al castello e permetteva ai Carraresi di spostarsi in pochi minuti dalla sede politica a quella militare senza dover uscire allo scoperto. 
Alla sensibilità artistica di Francesco il Vecchio Da Carrara si devono, agli inizi della seconda metà del Trecento, gli affreschi di particolare pregio recentemente scoperti in alcune sale e incentrati sui temi della guerra e della politica. Con la dominazione veneziana e la sconfitta dei Da Carrara (1405) il castello inizia il suo lento declino: colpito da un’opera di damnatio memoriae che investe tutta la città e che annulla completamente  i segni del dominio Carrarese, il castello diventa sede delle milizie venete e successivamente, in epoca napoleonica, istituto carcerario. La sua storia riprende agli inizi del nostro secolo, grazie all’intervento di illustri cittadini e di studiosi i quali, dopo lunghe battaglie in Parlamento hanno portato all’attenzione dei vari governi le vicende del castello, sottolineando il suo valore identitario oltre che storico e storico-artistico. Oggi il castello, notevolmente danneggiato nella sua struttura a causa dell’abbandono e del disinteresse degli ultimi decenni, torna a vivere ed è sottoposto a rilevanti interventi di ristrutturazione e di restauro che consentiranno, in qualche anno, la sua fruibilità.
Questa premessa era assolutamente necessaria alla comprensione del significato e del valore del castello che oggi si propone ai cittadini come luogo di aggregazione culturale e centro di produzione di cultura. Il dibattito intorno a questi temi è  particolarmente vivace, considerate anche le dimensioni degli spazi che potranno essere utilizzati e la molteplicità delle funzioni che potrà assolvere. Ma le traversie del castello e la sua storia offrono lo spunto anche per un altro genere di riflessione, incentrata sulla valorizzazione del nostro patrimonio culturale. Negli ultimi 40 anni, in particolare, si è diffusa la consapevolezza di una condizione speciale del nostro territorio che risiede nella diffusione capillare delle emergenze culturali, scevra da regole codificate e prevedibili. Oltre alle grandi opere d’arte celebrate in ogni tempo si è dato ampio spazio alla riscoperta e alla valorizzazione  di un patrimonio “minore” cioè meno noto ma non per questo meno rilevante ai fini identitari o dell’approfondimento culturale. Il caso del castello di Padova dà vita ad un terzo filone di indagine, finora poco esplorato e che concerne l’esistenza di un bene culturale non “minore” bensì di grande rilievo storico, storico artistico, architettonico, identitario, il quale tuttavia è poco noto ai cittadini e perfino a molti esperti del settore. 
Cioè, il nostro patrimonio è talmente vasto che nonostante la diffusione della cultura e degli studi specialistici può riservare ancora piacevoli sorprese, come quella del castello carrarese il quale peraltro è collocato nel centro di una città storicamente ricca di fermenti culturali.  Il caso di Padova suggerisce interrogativi e riflessioni: esistono nel nostro territorio altri “castelli carraresi”, cioè beni di grande rilievo ancora sconosciuti o dimenticati? Quali le possibilità e gli strumenti per individuarli?
Certamente la conoscenza del castello e della sua storia ha seguito un percorso proprio e non ripetibile altrove con le stesse modalità, tuttavia va sottolineato che le attività di approfondimento dei territori e prima fra tutte la catalogazione possono svolgere un ruolo rilevante in questo senso ed andrebbero, pertanto, incentivate.
Il Castello dei Da Carrara è stato salvato dalla distruzione e, una volta rifunzionalizzato, tornerà al centro della vita cittadina, con l’auspicio che possa divenire testimonianza esemplare della necessità di salvaguardia del nostro patrimonio, attività non praticabile senza una conoscenza preventiva e autentica dei luoghi.

Approfondimenti:
www.castellocarrarese.it