Introduzione alla storia del pensiero sociologico
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Il primo ad utilizzare il termine “sociologia” fu Auguste Comte intorno alla metà dell’Ottocento. La sociologia, in realtà, è una questione dibattuta da sempre, perché traduce il sapere di un’epoca in mutamento continuo che necessita di riflettere sulla propria trasformazione, su sé stessa. Se si intende la sociologia come un insieme di discorsi che si vogliono “scientifici” sulla società, le sue origini precedono Comte e vanno rintracciate nell’Illuminismo.
La storia della sociologia, raccontata sapientemente attraverso le parole di Paolo Jedlowski, nasce sullo sfondo di un mondo, quello della prima metà dell’Ottocento, che muta in modo travolgente. Il volume “Il mondo in questione” ne offre una ricostruzione precisa e documentata, scandita in 14 capitoli che ne ripercorrono l’evoluzione fin dalle origini, frutto della congiunzione della percezione del mutamento sociale e dall’idea moderna di scienza inaugurata con l’Illuminismo. Infatti, si ribadisce, è proprio in quest’epoca che si arriva alla concezione di osservare la varietà di istituzioni umane e provare a spiegarle, atteggiamento che è alla base del pensiero sociologico. Essa si svilupperà in connessione con i movimenti economici, politici e culturali del secolo XVIII, sullo sfondo di un mondo che muta in modo travolgente e che vede, tra i motori principali del cambiamento dell’ambiente sociale e materiale, la diffusione della produzione industriale e l’ingresso del pensiero positivista (Comte, Saint- Simon, Tocqueville, Spencer). Nasce in quest’epoca l’esigenza di informazioni sempre più precise, complete e frequenti su aspetti diversi della vita sociale, secondo punti di vista diversi, come la concezione materialistica della storia introdotta da Marx, l’approccio funzionalista di Durkheim, il pensiero sociologico di Simmel.
Una minuziosa digressione ai rapporti tra sociologia e altre scienze sociali e i continui riferimenti alle principali scuole sociologiche, come quella di Francoforte che costituì una delle imprese collettive più rilevanti del pensiero sociale del XX secolo, rendono il libro uno strumento completo e ricco di suggestioni, permettendo altresì una rivalutazione di autori a volte sottostimati e inserendo tematiche non considerate dalla manualistica corrente.
Dalla sociologia americana negli anni dello struttural-funzionalismo, definita “la fucina mondiale della sociologia del XX secolo”, si arriva a quella italiana, che vede come espressione massima la “Rivista intellettuale di sociologia” e tra gli esponenti più noti l’antropologo Cesare Lombroso e l’intellettuale più importante di allora, Benedetto Croce. Si riportano, inoltre, le opere di alcuni autori considerati come “classici” del pensiero sociologico: Pareto, Mosca e Michels.
L’ultima e forse più interessante parte viene dedicata agli sviluppi contingenti della sociologia, definita in ultima battuta come “campo dell’universo scientifico contemporaneo”, ovvero un insieme di conoscenze dai confini fluidi, esposti in ridefinizioni continue e mai assolute.
L’affascinante lettura si conclude con ulteriori suggestioni, che rileggono la sociologia con un ruolo preciso, quasi a decretarne l’importanza assoluta per intraprendere un cammino di emancipazione della società nel suo insieme, ovvero, essa sarà vera libertà quando riuscirà a  “contribuire a rendere gli esseri umani un po’ più padroni del proprio destino di quanto fino ad oggi non siano stati capaci di essere”.

Il mondo in questione
Introduzione alla storia del pensiero sociologico
Di Paolo Jedlowski
Carocci Editore Euro 24,80
ISBN: 978-88-430-4894-6
http://www.carocci.it/