Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Negli ultimi anni il settore dello spettacolo è stato caratterizzato da forti cambiamenti che ne hanno notevolmente aumentato la complessità. Se è vero che le abilità e la reputazione dei ruoli artistici costituiscono da sempre l’essenza delle organizzazioni di spettacolo, è anche vero che i forti cambiamenti economici, giuridici e sociali avvenuti recentemente nel settore sembrano aver contribuito ad aumentare la criticità e l’importanza dei ruoli più propriamente manageriali. Tali cambiamenti sono dovuti a diversi fattori quali, ad esempio, l’impiego di nuove tecnologie, la riduzione dei finanziamenti pubblici, l’aumento della competizione tra le diverse forme di entertainment, la sperimentazione e la contaminazione tra diversi linguaggi artistici e la maggiore segmentazione della domanda.
Per rispondere alle nuove sfide competitive, le istituzioni di spettacolo hanno avviato un processo di ristrutturazione interna, finalizzata soprattutto ad aumentare la rilevanza dell’area gestionale attraverso l’inserimento di nuove figure professionali dotate non solo di capacità e competenze manageriali (necessarie per coordinare e gestire le complessità emergenti), ma anche di un’adeguata conoscenza del settore.
Già nel 2000, una ricerca realizzata dalla SDA Bocconi(1) aveva evidenziato come vi fossero alcuni profili gestionali ritenuti assolutamente necessari dagli operatori del settore dello spettacolo, ma, al tempo stesso, molto difficili da reperire sul mercato del lavoro, come ad esempio il responsabile dell’ufficio stampa, il responsabile delle attività di fund raising, il responsabile della produzione e quello del personale. Per questo motivo, la Divisione Ricerche della SDA Bocconi ha promosso una seconda indagine che tra il 2005 ed il 2007 ha cercato di contribuire alla riflessione delineata in precedenza verificando quale sia, ad oggi, lo “stato dell’arte” delle figure professionali manageriali all’interno delle istituzioni dello spettacolo in Italia.
La ricerca è stata condotta attraverso la somministrazione di un questionario alle istituzioni operanti in Italia nel settore delle performing arts (enti teatrali, musicali, fondazioni lirico sinfoniche e festival), che possono essere considerate come “eccellenze” italiane, in termini di volume di attività, di qualità e di rilevanza delle produzioni artistiche. Su un campione iniziale di 250 istituzioni è stato ottenuto un tasso di risposta finale pari a circa il 22%.
I risultati dell’analisi evidenziano come le organizzazioni di spettacolo stiano attraversando oggigiorno una faticosa fase di transizione verso nuovi modelli gestionali ed organizzativi finalizzati al miglioramento dell’economicità di gestione attraverso un maggiore coinvolgimento dei privati, una più efficace comunicazione, una migliore capacità di attrarre e fidelizzare gli spettatori ed una maggiore attività di programmazione delle proprie attività.
L’analisi ha dimostrato anche come questo processo di rinnovamento necessiti di ulteriori sforzi per poter dare i risultati sperati. Se da un lato c’è stato un miglioramento rispetto ai risultati di precedenti studi, in quanto alcuni profili professionali che risultavano mancare fino a pochi anni fa ora sono presenti in molte delle istituzioni analizzate (ad esempio, il responsabile del fund raising e quello delle attività promozionali), dall’altro gli enti di spettacolo devono compiere ancora ingenti sforzi per riuscire a riconfigurare le proprie strutture organizzative e i propri profili professionali. Ad esempio, la variazione in aumento di profili gestionali negli ultimi anni ha riguardato meno della metà del campione, i finanziamenti delle organizzazioni sono ancora prevalentemente di tipo pubblico, il coinvolgimento dei privati è ancora molto limitato e le attività di formazione sono ancora troppo il risultato di iniziative estemporanee e non di precise politiche organiche di sviluppo.
Questi dati sono ancora più rilevanti se si considera che l’80% delle istituzioni interpellate in entrambe le ricerche ha risposto che nell’ultimo quinquennio si è registrata un’evoluzione delle competenze richieste agli operatori dell’area gestionale e che di conseguenza vi è una forte necessità di avviare processi di
rinnovamento interno e introdurre nuovi profili manageriali. In particolare, le competenze che vengono percepite come maggiormente critiche e su cui le organizzazioni intendono investire si riferiscono principalmente all’area dell’autonomia individuale e dell’imprenditorialità: capacità di delega, flessibilità, problem solving e spirito di iniziativa sono competenze ormai considerate fondamentali all’interno del settore dello spettacolo per poter affrontare con successo le nuove sfide competitive. Coerentemente, è necessario dotarsi anche di personale in grado di lavorare con autonomia e flessibilità, di prendere iniziative, e di negoziare con finanziatori privati.
Tuttavia, questo processo di rinnovamento si è solo parzialmente concluso, come testimoniano le risposte ottenute in merito ai profili professionali più richiesti e ancora mancanti.
Ancora una volta, infatti, si percepisce un elevato fabbisogno di figure con competenze manageriali soprattutto legate all’area della comunicazione, della raccolta dei finanziamenti e dell’organizzazione e della gestione delle risorse umane.
I risultati sembrano evidenziare come questo processo di rinnovamento sia caratterizzato da un elevato grado di path-dependence, in quanto le scelte fatte da un’organizzazione influenzano notevolmente le sue azioni intraprese nei momenti successi.
In altri termini, gli enti di spettacolo che già hanno iniziato un processo di rinnovamento organizzativo sembrano avere un elevato commitment nel continuare in questa direzione, facendo anche investimenti economici adeguati. I risultati dello studio, infatti, mostrano come siano proprio gli enti che hanno inserito
recentemente nuovi profili gestionali nel proprio organico quelli che prevedono di inserirne di ulteriori nei prossimi anni. Oppure che sono le organizzazioni che hanno ridotto la rilevanza dei finanziamenti pubblici quelle che hanno avviato processi di formazione strutturati finalizzati a creare figure manageriali con competenze adeguate.
Al contrario, per gli enti che sono ancora nelle fasi iniziali di questo percorso di rinnovamento, sembra essere molto più difficile riuscire ad invertire la rotta. Il rischio, dunque, è quello di trovarsi in una sorta di circolo vizioso, perché le istituzioni che lamentano la difficoltà di reperimento di figure professionali
manageriali, sono anche quelle più legate al sostegno pubblico e che, quindi, sono meno incentivate a ricercare quei profili professionali dedicati alla ricerca di finanziamenti privati, allo sviluppo di attività di marketing e alla promozione degli spettacoli. Ciò, però, porterà ad aumentare ulteriormente le difficoltà a ridurre la dipendenza dal sostegno pubblico con ulteriori conseguenze negative sull’economicità dell’organizzazione e anche sulla sua capacità di attrarre e trattenere persone con le competenze manageriali adeguate.
Quali possono essere alcune soluzioni per uscire da questa situazione di stallo?
Una possibile soluzione potrebbe essere quella di procedere nel processo di riorganizzazione attraverso un’efficace politica di alleanze e partnership, sviluppando, cioè, stretti rapporti di collaborazione sia con altri enti del settore (soprattutto quelli più avanti nel processo di managerializzazione), sia con soggetti esterni al settore.
Nel primo caso, si potrebbe favorire il processo di apprendimento da parte delle istituzioni “più inerti” delle migliori practices manageriali presenti nel settore. Nel secondo caso, potrebbero risultare molto critiche le relazioni sviluppate con le scuole di formazione. La creazione e il rafforzamento di canali preferenziali con le scuole di formazione potrebbero, infatti, favorire sia i processi di formazione delle persone che già lavorano all’interno degli enti di spettacolo, sia l’inserimento di giovani risorse con nuove competenze e nuovi frames cognitivi.
(1) Anna Merlo, Claudia Tacchino et al. (2000). “Professionalità nello Spettacolo dal vivo tra artigianato e
tecnologia”. Ricerca realizzata dalla SDA Bocconi in collaborazione con la Fondazione Teatro alla Scala.
Nota: La versione integrale di questo articolo è pubblicata in www.ticonzero.info