Il primo a trattare il rapporto tra arte e tecnologia fu Walter Benjamin, che negli anni trenta del Novecento pubblicò il celebre saggio “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica”. Lo studioso trattava il problema di come l’opera d’arte – con l’avvento della modernità –  potesse perdere la sua “aurea”.
Sono passati quasi ottanta anni ma la questione è ancora attuale. Oggi tutto è collegato alla tecnica per il suo sopravvento in diversi campi tra qui anche quello artistico. Il predominio tecnico, in questo settore culturale, si è manifestato in diversi modi. Molti sono gli artisti contemporanei che se ne sono serviti per manipolare le loro opere o per produrre le loro realizzazioni. Ma la tecnologia e la possibilità riproduttiva delle opere d’arte ha oggi raggiunto livelli ottanta anni fa inimmaginabili. Se l’epoca in cui Benjamin, lasciava ai posteri le sue riflessioni estetiche, il mezzo che lo preoccupava era quello fotografico, proviamo ad immaginare come avrebbe reagito di fronte a quello che si fa oggi con le mostre impossibili.
Che cosa si cela sotto questa definizione? Un progetto portato avanti da quasi sei anni dalla Rai con Renato Parascandolo. Esso consiste nella riproduzione di opere d’arte con tecnologie ad altissima definizione che permettono di replicarne il formato originale e gli effetti coloristici. Così facendo si possono fare delle mostre monografiche sui grandi artisti del passato con la visione della loro intera produzione artistica, risolvendo diversi problemi che oggi si devono affrontare quando si organizza una esposizione. Primo tra tutti vi è il trasporto difficoltoso di capolavori che per problemi conservativi non possono e non devono essere spostati, ma anche la negazione di prestito che oggi fanno numerosi musei nel mondo per non  privarsi – anche solo temporaneamente – dei loro tesori.
La prima mostra fu dedicata a Caravaggio nel 2003, nella sede espositiva di  Castel Sant’Elmo a Napoli, che ha viaggiato in diverse città del mondo. Sono seguite quelle di Raffaello e Leonardo da Vinci. 
Oggi l’ultimo esempio è fruibile in una delle sezioni della retrospettiva che dalla Fondazione Roma Museo, Hiroshige. Il maestro della natura, che si concluderà il 13 settembre.
Essa si trova alla fine del percorso espositivo e si intitola Hiroshige e Van Gogh, ed è finalizzata a porre in confronto i due artisti. Il pittore olandese – come è noto – si rifece all’arte di Hiroshige, studiandone alcune opere. Nella mostra romana  sono riprodotti tre dipinti, Ponte sotto la pioggia, Il giardino dei susini a Kameido e Piccolo pero in fiore, che Van Gogh fece ispirato dal maestro giapponese. Gli originali sono conservati al Van Gogh Museum ad Amsterdam e impossibili da trasportare a causa delle delicate condizioni di mantenimento.
Alcuni tra i più grandi studiosi d’arte in Italia hanno commentato positivamente il progetto delle mostre impossibili per gli indiscutibili vantaggi di esse: la diffusione al grande pubblico, la possibilità di vedere in un colpo solo l’intera produzione di un artista, l’opportunità di fare confronti storico artistici di enorme valore critico come l’ultimo caso romano della mostra di Hiroshige.
Come ha affermato Ferdinando Bologna “un approccio agli originali che gli originali stessi, nelle condizioni in cui normalmente si trovano, sia nei musei sia nelle sedi proprie, non consentono”.
Il progetto della Rai ha previsto inoltre anche dei siti internet dedicati all’iniziativa di cui ora effettivamente fruibili sono quelli su Caravaggio e Raffaello. L’intera collezione è consultabile anche nel web, con informazioni critiche e studio delle opere, che dona valore aggiunto all’iniziativa. In questo modo il progetto è accessibile ad un pubblico sempre più ampio.
Torniamo per un momento a Walter Benjamin e alla sua preoccupazione della perdita dell’aurea attraverso la duplicazione fotografica. Lo studioso era preoccupato di come il mezzo tecnico non rendesse possibile una reale fruizione con l’opera d’arte. Questo con le mostre impossibili è stato ovviato, in quanto la riproduzione ha un rapporto 1:1 con l’originale. Vogliamo mettere l’emozione che si prova di fronte a una vera opera d’arte?
www.caravaggio.rai.it
www.raffaello.rai.it