fiera del libro di francoforte

L’era di internet e della digitalizzazione dei contenuti ha portato alla nascita di nuovi prodotti, di nuovi canali distributivi e di nuovi target di consumatori anche nel tradizionale mondo dell’editoria. In uno scenario completamente mutato rispetto al passato, diviene necessario ri-pensare il modello di business su cui l’industria del libro si è basata fino ad oggi. Questo è quanto emerge da un’indagine condotta dalla Fiera del Libro di Francoforte, in collaborazione con le riviste “buchreport” e “Publishers Weekly”, che ha coinvolto un campione di 840 rappresentanti delle principali case editrici internazionali, soprattutto europee ma anche statunitensi, britanniche, asiatiche e sudamericane.
Accogliendo quanto espresso da Juergen Boos, direttore della Frankfurter Buchmesse, secondo cui “i tempi sono ormai maturi per cercare nuove strategie, per smuovere il mercato e per aprirsi al confronto internazionale”, l’80% dei manager intervistati ha dichiarato che le sfide lanciate dalla digitalizzazione rappresentano una grande opportunità per il settore editoriale. “L’editoria continua ad essere alla ricerca di strategie per fare business con i prodotti digitali. L’attenzione è rivolta soprattutto verso l’individuazione di modelli di business capaci di sostituire, ed eventualmente eliminare, il tradizionale modello basato sullo scambio di denaro che ancora regola la vendita dei libri cartacei”, ha affermato Thomas Wilking, caporedattore della rivista “buchreport”, sintetizzando le numerose opinioni raccolte attraverso l’indagine. Anche se il 60% degli intervistati ritiene che nel corso del 2009 meno del dieci percento delle loro entrate arriverà attraverso canali e prodotti digitali, le previsioni per i due anni successivi parlano di percentuali notevolmente più alte – che vanno dal 26 al 100% degli incassi.
La maggior parte degli esperti sull’andamento economico del settore editoriale ritiene, infatti, che il 2018 sarà l’anno in cui gli introiti provenienti dalla vendita dei prodotti digitali oltrepasseranno quelli dei prodotti cartacei, segnando un punto di non ritorno per l’industria del libro. Una rivoluzione che induce a chiedersi già da ora quale sarà il modello di pagamento prevalente nell’era digitale. Tra le soluzioni prospettate quelle che riscuotono il maggior successo sono il “flat-rate”, ossia il pagamento di un abbonamento che consenta l’accesso a tutti i fornitori di contenuti online, preferito soprattutto dalle realtà imprenditoriali attive nell’Europa continentale; il modello dei micro-pagamenti, preferito dagli operatori britannici e statunitensi; ed il pagamento di un abbonamento speciale che consenta l’accesso solo ad una selezione di contenuti tra tutti quelli disponibili online. Tuttavia il miglior strumento attraverso cui ottenere profitti dalla vendita di contenuti digitali continua ad essere l’e-book, che altro non è che una versione digitale di un libro già disponibile in versione cartacea, sul cui prezzo gli editori non riescono ancora a raggiungere un accordo, divisi tra chi sostiene che dovrebbe costare quanto un libro stampato e chi, invece, ritiene che dovrebbe avere un costo inferiore anche del 30% rispetto ai volumi cartacei.
E’ notizia di questi giorni il lancio internazionale di Kindle, il lettore di e-book distribuito da Amazon, la più grande libreria online al mondo, che sarà disponibile in Italia a partire dal 19 ottobre ad un costo di 250 euro. Secondo quanto riferito da un portavoce di Amazon al quotidiano inglese “The Guardian”, gli utenti europei spenderanno per l’acquisto di un libro circa 13.99 dollari a fronte dei 9.99 dollari pagati negli Stati Uniti, con un incremento di circa il 40%. Questo sovrapprezzo sarebbe dovuto, stando alle spiegazioni fornite dal portavoce di Amazon, al fatto che nell’UE gli e-book presentano un’IVA del 17.5%, più alta quindi rispetto al 5% previsto per i libri cartacei. Costo e lingua a parte – visto che la maggior parte dei titoli acquistabili con Kindle sono disponibili in inglese -, l’e-reader della Amazon rappresenta un’importante opportunità per il mercato italiano, di cui solo lo 0.03% è coperto dal segmento dei libri elettronici. Lungimirante in questo senso il progetto lanciato dalla casa editrice bolognese il Mulino, che venerdì 9 ottobre ha presentato Darwinbooks.it, con cui rende disponibili in formato elettronico 300 monografie realizzate tra il 2000 ed il 2009. La casa editrice di Bologna è pronta anche a trasferire tutti i libri pubblicati a partire dal 2006 nei formati digitali attualmente più diffusi, grazie ad un software di impaginazione sviluppato internamente.
Il futuro degli e-book, in particolare, e dell’editoria, in generale, insieme a numerosi altri temi, saranno al centro della Fiera del Libro di Francoforte, in programma dal 14 al 18 ottobre. La più grande fiera del libro a livello mondiale – con più di 7mila espositori provenienti da oltre 100 paesi – presenta quest’anno, per la prima volta, un focus sulle creative industries, in cui attraverso un confronto tra l’editoria e settori come l’industria cinematografica, la fotografia, la musica, i videogames, sarà affrontato il tema della proprietà intellettuale e della sua tutela, entrambe messe costantemente a dura prova dalla diffusione di internet e dei programmi per la generazione di contenuti direttamente da parte degli utenti.
Un’occasione per parlare non solo dello stato dell’arte dell’editoria mondiale, ma anche dell’andamento del nostro mercato nazionale, con la presentazione del Rapporto AIE 2009 sullo stato dell’editoria in Italia.