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Diffusi capillarmente in tutto il territorio nazionale, ospitano circa cento milioni di visitatori l’anno e svolgono una importante attività di conservazione, esposizione, promozione e valorizzazione culturale: sono i ben 4340 musei e istituti similari non statali, censiti dall’Istat. Il patrimonio museale non statale è stato infatti frutto di una rilevazione (a carattere censuario condotta sugli istituti di antichità e d’arte e sui luoghi della cultura non statali), con periodo di riferimento anno 2006, i cui dati sono stati resi noti dall’istituto italiano di statistica ieri 4 novembre 2009.
Una ricerca promossa dal Dipartimento per le politiche di sviluppo e coesione del ministero dell’Economia e delle finanze (ora Ministero dello Sviluppo economico) nell’ambito del progetto denominato “Informazione di contesto per le politiche integrate territoriali – INCIPIT”, volto alla costruzione di un sistema informativo statistico, territoriale e multi-tematico a supporto delle attività di programmazione e di valutazione delle politiche di sviluppo locale. La rilevazione – su strutture pubbliche o private che dipendono dal ministero per i Beni e le attività culturali – è stata condotta negli anni 2007 e 2008 in stretta collaborazione con le Regioni e le Province autonome, e con il ministero per i Beni e le attività culturali.
Guardando alla sezione delle tavole di dati rese pubbliche dall’Istat (www.istat.it/dati/dataset/20090721_00), corredate dalla descrizione degli aspetti metodologici della rilevazione, si può approfondire l’analisi a livello territoriale delle caratteristiche delle istituzioni museali,
Tra strutture espositive regionali, provinciali, comunali, ecclesiastiche, private, universitarie e di altra natura, la mappa che si delinea vede i 4.340 musei e gli istituti similari non statali omogeneamente distribuiti sul territorio, al punto che più di un comune italiano su quattro (2.264) risulta dotato di almeno un museo o una struttura similare.
Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Marche, con oltre 300 unità ciascuna, ospitano oltre la metà (52,1 per cento) del patrimonio museale nazionale, a fronte di una media nazionale pari a 1,4 istituti ogni 100 chilometri quadrati. Le regioni che presentano la maggiore incidenza di istituti museali e similari sono Marche, Liguria, Friuli-Venezia Giulia e Toscana, con almeno due strutture ogni 100 chilometri quadrati di superficie (rispettivamente 3,2; 2,9; 2,1 e 2,0).
Su 4.340 strutture espositive non statali, ben il 3.409 (78,5 per cento) sono propriamente musei. Ad essi si aggiungono 129 aree e parchi archeologici e 802 tra monumenti, complessi monumentali musealizzati e altre strutture espositive similari, permanenti e dotate di modalità di accesso e di visita organizzate e regolamentate, quali ville e palazzi di interesse storico o artistico, edifici di culto, architetture fortificate o civili, ecc.
La tipologia dei musei è molto variegata e la componente “territoriale” sembra essere molto rappresentata. Quasi un terzo dei musei italiani non statali (29,8 per cento del totale) è composto da gallerie, pinacoteche e raccolte che conservano ed espongono al pubblico collezioni d’arte antica, moderna, contemporanea o sacra, alle quali si aggiungono 460 musei che raccolgono prevalentemente beni e collezioni archeologiche (13,5 per cento) e 277 musei di storia (pari all’8,1 per cento). Circa il 16 per cento, è invece composto da musei etnografici e antropologici, compresi i numerosi musei agricoli e di arte contadina. Il 4,5 per cento dai musei che si qualificano propriamente come “musei territoriali”, presentando al pubblico elementi documentali della tradizione storica, culturale, etnica, economica e/o sociale della comunità locale di appartenenza. I musei che espongono collezioni di interesse prevalentemente tecnico e scientifico sono il circa il 13 per cento: 9 per cento per quelli espongono collezioni di scienze naturali, e 3,8 per cento quelli che espongono reperti macchine, strumenti, e modelli scientifici e tecnologici. Rimane un 15,2 per cento che si autodefiniscono “specializzati”, in quanto espongono raccolte monotematiche di beni e materiali che riguardano un soggetto specifico, non classificabile in altre categorie di carattere generale.
Ultimo dato che emerge con evidenza è riferito al giacimento storico e artistico disponibile, ma non visitabile. Basti pensare che il 30,0% dei musei espone non più della metà dei beni conservati e che solo il 56,8% espone più di tre quarti del patrimonio disponibile. E, come si può immaginare, i motivi della temporanea inaccessibilità sono numerosi, tra interventi di recupero per attività di ristrutturazione e restauro, o allestimento e scavo (5,4%). Una quota significativa è chiusa al pubblico per inagibilità (14,0%) o per carenza delle risorse finanziarie o di personale (6,5%) necessarie a garantire i servizi all’utenza.
Sommati i beni censiti al patrimonio gestito direttamente dal MiBAC, si arriva ad un totale di 4.742 istituzioni museali: l’Italia si conferma così il Paese con una delle più alte presenze di strutture museali in Europa, seconda solo alla Germania, dove nel 2006 complessivamente risultano presenti 6.175 musei e istituzioni similari.
Se i dati relativi agli accessi confermano che i visitatori sono circa 62 milioni e 700 mila, il valore complessivo degli introiti realizzati attraverso la vendita dei biglietti di ingresso, è quantificabile in oltre 149 milioni e 300 mila euro, pari in media a circa 89.500 euro per singolo istituto. Entrambi i dati riferiti, si fa notare, potrebbero essere sottostimati a causa della difficoltà delle strutture di registrare sistematicamente il numero di visitatori (circa l’8 per cento delle strutture non ha potuto fornire il numero tali visite) e considerando che oltre il 43,3 per cento ha acceduto alle strutture a titolo gratuito.
Facendo un bilancio complessivo per valutare la capacità di attrazione del patrimonio culturale italiano, includendo quindi anche i musei statali, risulta che l’utenza complessiva è di poco inferiore ai 100 milioni di visitatori nel solo anno 2006. In termini assoluti, gli istituti di Toscana, Veneto, Campania e Sicilia insieme hanno assorbito oltre la metà (56,2 per cento) del pubblico complessivo degli istituti non statali del nostro Paese. In termini relativi, invece, le regioni che presentano i maggiori flussi di utenza in proporzione al numero di strutture espositive sono Campania e Toscana, con, rispettivamente, oltre 43 mila e 32 mila ingressi per singolo museo e istituto similare. Nelle regioni Marche, Abruzzo, Molise e Basilicata, infine, l’utenza appare maggiormente polverizzata e si calcola un flusso medio inferiore alle 5 mila unità per istituto. Il dato economico complessivo invece afferma che i musei italiani hanno realizzato nel 2006 oltre 253 milioni e 700 mila euro.
Per approfondimenti consulta le tavole relativa a:
Numero di siti e di visitatori per regione, patrimonio statale e non statale – anno 2006
Distribuzione percentuale della numerosità di siti non statali e di visitatori per tipologia e macroarea – anno 2006
Distribuzione percentuale della numerosità dei siti non statali e dei visitatori per soggetto titolare e macroarea – anno 2006