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Biblioteche e libertà
Come fare della biblioteca pubblica un luogo della libertà urbana? In che modo convincere i cittadini che libro e libertà sono sinonimi? Con questi interrogativi si conclude il volume di Antonella Agnoli, responsabile dell’avvio e della progettazione della biblioteca San Giovanni di Pesaro, di cui è stata direttore scientifico fino a marzo 2008. Una sorta di bilancio degli ultimi 30 anni, in cui, a fronte di una palese minaccia delle tecnologie di rendere le biblioteche pubbliche irrilevanti, queste ultime hanno risposto con una profonda rivoluzione, soprattutto a livello internazionale: nuove sedi, spesso affidate a grandi architetti, a cui hanno fatto seguito nuove collezioni e tentativi di attirare nuovi clienti. Sono proprio questi gli esempi a cui l’autrice fa riferimento, alla luce della sua personale esperienza in materia di collaborazione al restyling degli Idea Store di Londra e a numerosi progetti bibliotecari in Italia. Punto centrale della scarsa frequentazione delle biblioteche sembra essere la reputazione di questi spazi come “luoghi sepolcrali”, un cliché già presente nei romanzi dell’Ottocento purtroppo ancora largamente diffuso. In altre parole, è necessario riposizionare il “brand” delle biblioteche, usando nuovi layout che, come nel caso londinese, li renda simili ai grandi magazzini, utilizzando con estrema coerenza un linguaggio visivo e di funzionamento, elementi essenziali per definire un’identità vincente. Un’altra mossa strategica risiede nello studio approfondito dei bisogni del bacino di utenza e nella capacità di trovare le soluzioni giuste: il non ritorno degli utenti che frequentavano la biblioteca viene infatti poco indagato, mentre, come riferisce giustamente l’autrice, potrebbe dire molto sui rapporti tra i cittadini e le istituzioni culturali. La biblioteca, si legge, dovrebbe trasformarsi in luoghi pubblici d’incontro, nelle nuove “piazze coperte” a disposizione della comunità locale, localizzate in edifici facilmente “leggibili” e in grado di offrire un’ampia varietà di servizi nei vari momenti della giornata. Quest’ampia offerta di esperienze contribuisce in modo decisivo a dare ai cittadini il senso di appartenenza a una comunità, permettendo di aumentare il capitale sociale presente in un territorio. Non sorprende quindi leggere che gli Idea Store e la biblioteca San Giovanni di Pesaro hanno costruito un brand riconoscibile grazie a due riuscite operazioni di applicazione locale dell’idea di biblioteca aperta a tutti, al passo con i tempi e fortemente radicata nella comunità locale. Obiettivo ambizioso che si raggiunge anche attraverso degli utili accorgimenti, come si riporta nella parte seconda del volume. Molte sono le barriere psicologiche esistenti nei servizi bibliotecari, dove troppo spesso si percepisce una certa distanza tra il bibliotecario depositario del sapere e l’utente: il compito è quello di convincerlo che la biblioteca è anche per lui. Anche i cartelli rivestono una funzione fondamentale e si rivelano utili solo se le informazioni sono predisposte in maniera chiara, coerente, non ermetica o confusa. Elementi questi che si rivelano indispensabili per rispondere alle necessità dei cittadini, permettendo di identificare un modello di biblioteca pubblica in cui tutti possano riconoscersi, trovare ciò che cercano, incontrare persone con cui condividere passioni collettive, eludendo così qualsiasi possibilità di trasformare la democrazia in un “guscio vuoto”.
Le piazze del sapere
Biblioteche e libertà
Di Antonella Agnoli
Editori Laterza Euro 18
ISBN: 978-88-420-8991-9
www.laterza.it