Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Le direttive comunitarie -che coordinano le disposizioni nazionali in materia di appalti dei lavori pubblici- hanno portato, negli ultimi anni, all’istituto del project-financing. Si tratta di un modello finanziario che offre alle Pubbliche Amministrazioni la possibilità di procurarsi competenze professionali esterne nella fase di progettazione e, nel contempo, di acquisire, per il tramite delle società di progetto, le risorse finanziarie indispensabili per l’attuazione di opere pubbliche, soprattutto a tecnologia complessa.
Naturalmente, con l’entrata in vigore del Codice Urbani, anche il Ministero dei Beni Culturali si è aperto al settore privato, soprattutto per quel che riguarda la valorizzazione. Con l’introduzione di nuovi modelli gestionali per strutture museali e monumentali, ma anche con l’implementazione del suddetto project financing nella realizzazione di opere destinate alla cultura. Ed ecco il ricorrere di questo termine in articoli e notizie della rassegna stampa sui beni e le attività culturali. Ma di cosa si tratta, in sostanza?
Il project financing è una sistema finanziario volto ad incoraggiare l’intervento del capitale privato su singoli progetti, spesso di tipo infrastrutturale e di valenza pubblica. In base a tale normativa, i commissionari affidano ad un soggetto privato l’esecuzione di un’opera, a fronte della garanzia di un ritorno economico. Il diritto di gestione, per un periodo funzionale e sufficiente a massimizzare economicamente l’opera realizzata, consente di ripagare il capitale di rischio e debito investito. Il project financing può avvalersi dei più disparati modelli organizzativi. Il più delle volte ruota attorno ad un strumento societario costituito per l’occasione, che consente di separare vicendevolmente le sorti del progetto da quelle degli sponsor. Si aggiungono poi una molteplicità di strumenti aggiuntivi (societari e para-societari, amministrativi e contrattuali), miscelati di volta in volta in maniera differente al fine di raggiungere un complesso di relazioni giuridiche coerente e ben congegnato. Con lo scopo di ‘gelare’ uno scenario economico-finanziario di lungo periodo e predefinire in esso un quadro certo e stabile dei rischi e delle responsabilità di ogni singolo player (Pubbliche Amministrazioni., sponsor industriali, finanziatori).
Riassumendo, il project financing è un organismo di natura eterogenea, contrattuale ed associativa, in cui le singole relazioni giuridiche e negoziali vengono plasmate e modellate da una logica di estrema connessione e resistenza, dovendo dar vita ad una comunità di interessi e necessità , in uno scenario di lungo periodo.
Un profilo critico rispetto alla possibilità di stabilire una compatibilità con l’ordinamento giuridico italiano ci viene dai contratti finanziari posti in essere nel project financing. Contratti che, se in un primo momento sono riconducibili alla figura del mutuo, ad una analisi più accurata presentano peculiarità tecniche note alla prassi finanziaria internazionale, ma totalmente estranee agli schemi italiani. Altri problemi potrebbero riguardare i fenomeni consorziativi e associativi tra finanziatori professionali, oppure le relazioni contrattuali tra diversi generi di finanziatori, in ragione dei diversi gradi di erogazione.
Un ulteriore punto critico risiede nei contratti di costruzione. Il rapporto di costruzione dell’opera tra società di progetto e appaltatore è infatti quasi sempre regolamentato da contorti contratti di impiantistica, spesso su una modulistica elaborata da strutture internazionali, e difficilmente inquadrabili nel modello nostrano del contratto d’appalto.
Un progetto interessante, individuato in in ambito culturale, si chiama D.I.M.O.R.A. Dietro l’evocativo acronimo si nasconde un significato complesso e importante: Development & Improvment for many opportunities in regional activities. L’iniziativa, all’interno della quale spiccano partner di rilievo nazionale, è partita alla fine del 2003. D.I.M.O.R.A. si propone di intervenire nella fascia mediana della provincia di Catanzaro e intende a dare una risposta concreta ad una serie di problematiche: le carenze di operatori in ambito culturale e artistico o la mancanza di opportunità occupazionali, realizzabili, queste, attraverso la dinamizzazione turistica.
Rispetto alle quattro fasi in cui il progetto è suddiviso, il ruolo più importante e, oserei dire determinante, risiede nel coinvolgimento di operatori pubblici e privati in azioni di project financing finalizzate al recupero e alla valorizzazione dei borghi di grande interesse culturale. Per capire lo stato del project financing in ambito culturale, la strada migliore consiste nell’usarlo come modello di interpretazione, e quindi seguire lo stato di avanzamento. Le spinte normative, culturali e di mercato registrate negli ultimi anni spingeranno sempre più verso la costruzione di infrastrutture pubbliche tramite tecniche di finanza cosiddetta ‘di progetto’. Ma se tutto questo non sarà accompagnato da un cambio di mentalità, difficilmente strumenti finanziari come il project financing, utili e prolifici in altri Paesi, lo saranno anche nel nostro.
Riferimenti:
www.dimora.org
www.infopieffe.it