Federturismo è la Federazione Nazionale dell’Industria dei Viaggi e del Turismo del sistema Confindustria, rappresentativa di tutte le componenti della filiera produttiva dell’industria del turismo ed è articolata in 18 organizzazioni di categoria, 10 soci impresa, 60 associazioni territoriali. Costituita nel maggio 1993, la Federazione ha titolarità  sindacale.
Federturismo si è affermata come soggetto di riferimento politico-istituzionale al CNEL, all’ENIT, nei rapporti parlamentari e governativi e in diverse realtà  regionali e locali; ha istituito, nel 1996, un proprio ufficio operativo a Bruxelles, ha avuti assegnati direttamente numerosi progetti comunitari ed è partner di diversi altri. Il suo ruolo di primo piano è fuori discussione. Viene da chiedersi però, in tempi di grandi mutazioni per il nostro Paese, come Federturismo si porrà  davanti a questi cambiamenti.
L’Italia delle regioni, un tempo totalmente allungata verso modelli economici legati al mondo manifatturiero -come nel resto delle regioni comunitarie più forti- oggi mostra segnali di una progettualità  volta a variare il proprio sistema economico in economia del territorio. Un’economia che ha particolare interesse all’area culturale, e che dunque richiede strategie innovative nelle politiche territoriali e di pianificazione, in un momento in cui il territorio e i suoi sviluppi di ricomposizione sono al centro dell’attenzione generale.
In questo nuovo clima è proprio la conoscenza del suddetto territorio a costituire il punto d’inizio, conoscenza che certo non si basa su dati oggettivi, ma che si fonda invece sulle soggettività  locali e sui principi dell’organizzazione locale dello spazio. Una conoscenza che si ottiene interagendo con i sistemi locali e apprendendo da essi. Federturismo saprà  ritagliarsi all’interno di Confindustria un ruolo primario, anche rispetto alle ultime sollecitazione provenienti dal mondo politico?
Il governo negli ultimi mesi sta spingendo moltissimo su una riduzione dei ponti festivi e sulla possibilità  in generale di trovare spazio per aumentare non solo la produttività  ma anche il tempo che ognuno dedica al lavoro. Federturismo come si comporterà  rispetto a queste pressioni? Tagliare i ponti festivi, sette in tutto dalla Befana all’otto dicembre, costerebbe al turismo italiano 10,65 miliardi di euro. Anche lasciando al suo posto l’intoccabile Ferragosto, sparirebbero 6,25 miliardi di euro, quasi l’8% del settore, lo 0,55% del Pil. La Federazione Nazionale dell’Industria dei Viaggi e del Turismo riuscirà  a far intuire al governo che viviamo in un momento in cui il problema è la scarsità  della domanda? Aumentare la produttività  senza distinguere tra settori che tirano e settori che non tirano significherebbe infatti solo far crescere le “scorte invendute”.
Il prodotto turismo oggi richiede un turismo di New Generation, territoriale, basato su diverse modalità  di offerta e rivolto ad accontentare gli interessi speciali. Sono, infatti, in continuo aumento le richieste di conoscenza dello spazio, la coscienza ecologica, il confronto tra culture, l’approccio con le diverse tradizioni che portano alla nascita di nuovi turismi, come quello culturale, naturalistico, enogastronomico. La competizione del prodotto turistico locale si vince sempre più sui quei fattori che chiamano no price, quelli non esattamente quantificabili. I cambiamenti della domanda turistica, poi, contraddistinti da una suddivisione con forti differenze tra una componente e l’altra, tra una stagione e un’altra, con sovrapposizioni tra turisti e residenti consumatori del tempo libero, impongono all’offerta turistica una gestione economica costruita su una pluralità  d’imprese organizzate territorialmente. La stessa nuova legge quadro (135/01), nell’ambito di un fortissimo decentramento, associa un generale riconoscimento al turismo e alle risorse turistiche come elemento essenziale di sviluppo locale territoriale.
Queste componenti, che caratterizzano oggi il turismo, devono diventare le nuove basi di indagine che, affiancate a quelle tradizionali, costituiscono un fattore utile per l’individuazione di sistemi locali a vocazione turistica.
Quindi, in un periodo in cui la globalizzazione assume confini sempre più vasti e il pensiero di uno sviluppo sostenibile si fa sempre più intenso, i sistemi locali possono ancora rappresentare le basi dello sviluppo economico del nostro Paese, che possiede tutte le carte per acquisire un primato turistico a scala mondiale. Per questo è importante che Federturismo le identifichi e le sostenga.

www.federturismo.it