catanzaro dall'altoUna iniziativa unica e rara per un capoluogo del Meridione, in cui l’Istituzione sposa la causa artistica e ne diventa portavoce. È “Zone Scoperte 2, arte giovane contemporanea“, mostra d’arte contemporanea, che negli ultimi due anni per la città di Catanzaro è diventato un appuntamento gradito, sintesi dell’evoluzione delle dinamiche culturali cittadine. Il tutto grazie alla fervente attività della presidente della Provincia che ha dimostrato come la politica sia diventata mezzo di diffusione della cultura, proponendo a Catanzaro, una città fino a poco tempo fa troppo assopita, l’apertura verso il nuovo, un momento di riflessione e di confronto fra arte e fruitore. Se la prima edizione è stata un indiscusso successo di pubblico e critica, questa nuova rassegna, ripropone l’ arte contemporanea e le sue evoluzioni, una piccola e modesta biennale locale, che ci racconta cos’è successo. Oggi finalmente, la città può, attraverso queste rassegne e unitamente a quelle del Marca (il primo Museo d’arte contemporanea catanzarese, che promuove anche l’evoluzione dell’arte su territorio nazionale e oltre oceano) aggiornarsi, seguire il lavoro instancabile degli artisti locali e dei ragazzi di un’Accademia di Belle Arti spesso all’ombra delle sfolgoranti e più conosciute accademie del territorio nazionale (Brera, Roma, Napoli). Tutto ciò permette all’artista emergente di farsi spazio nella propria terra, di trovare nel proprio contesto territoriale il punto di partenza. Catanzaro, diventa dunque, attraverso queste iniziative, un luogo di viva convergenza delle ricerche che si vanno definendo nel settore artistico. Attraverso l’arte, la città, si mette al passo coi tempi e innalza il livello di una realtà troppe volte definita provinciale, troppe volte abbandonata a se stessa, allineandosi inoltre con le iniziative della  più viva Cosenza. Zone Scoperte 2 è dunque un luogo in cui prendono vita molteplici possibilità, dove l’artista non solo illustra il proprio linguaggio e la propria poetica, ma offre uno spaccato dell’arte precedente, informando il fruitore a tal punto da far si che l’arte sia più accessibile e comprensibile agli occhi di chi non ne era abituato.
Nell’asettico spazio istituzionale del palazzo della Provincia, situato nel cuore della città, il colore, il concetto e la materia, la ricerca e la sperimentazione, hanno preso vigore, dando luogo ad un palpitante momento di intenso dialogo fra arte e vita, fra artista e fruitore. A ridosso dell’ingresso si staglia sulla vetrata, dove la luce fa da sfondo, l’installazione di Domenico Cordì, artista emergente e già presente a Roma e Napoli con importanti rassegne d’arte contemporanea.
La sua è una ricercata riflessione sulla società odierna e sulla  perdita di individualità. Un’analisi dunque che prende forma attraverso la costante e assidua presenza di maschere, intese appunto, come identità in cerca di riconoscimento. 
Proseguendo al piano superiore il dialogo fra fruitore e opera si fa più intenso, serrato, le poetiche più disparate si accostano tra loro e l’occhio è immediatamente rapito dalle tele di Andrea Grosso Ciponte, senza dubbio un elemento degno di nota. Proveniente dalla Scuola Italiana di Comix a Napoli è attivissimo su territorio nazionale. Le sue opere segnano il contrappasso fra l’evanescenza e la materia più palpitante. In “White vinile 2”dal fondo bianco emerge una eterea figura di donna, con una tecnica del tutto ineccepibile che contraddistingue il suo lavoro.
Di matrice espressionista astratta è invece l’opera di Maria Elena Puccio, “Oceano di silenzio”,  che da sola riempie il vuoto di una parete, racconta e riflette l’esperienza tutta americana dell’action painting. Una gestualità viva in cui si fa strada il processo elaborativo che porta l’autrice ad esiti degni di Jackson Pollock.
In ambito fotografico spicca invece Federico Losito, lo scatto é trasposto su un altro livello. Losito indaga la realtà e la rielabora riproponendo dimensioni ignote, la tecnica è estremamente raffinata, precisa, quasi maniacale.
In conclusione lo sguardo volge sui piccoli ma preziosissimi gioielli pittorici di Milton Blas Verano artista emblematico, presente a Bruxelles, Los Angeles, Londra. Una tecnica pittorica che tende al monocromo, dal quale emerge leggero un bagliore di luce, viene normale osservando, chiedersi: Cosa può mai esserci oltre?
Tutto ciò dunque, rappresenta una spinta verso una cultura in movimento, un dinamismo che forte si contrappone alla staticità di cui spesso si sente parlare. Colpisce infine, la risposta massiccia, di un pubblico che raccoglie il messaggio e cerca di appropriarsene, in questa seconda edizione si riscontra infatti la presenza di un fruitore  che si sta abituando alla bellezza del contemporaneo, al perché dell’arte. Tutto ciò potrebbe forse rappresentare l’inizio di una rinascita che probabilmente non offre ancora concrete possibilità di lavoro, ma ne rappresenta un principio e soprattutto in qualche modo lascia spazio per pensare che emigrare da una città che deve scoprire ancora tutto, non è più l’unica soluzione. Il risveglio è in atto.
La rassegna, a cura di Giancarlo Chielli e Antonello Migliaccio con il patrocinio della provincia di Catanzaro e l’Accademia di Belle Arti, è accompagnata da catalogo edito da Rubbettino. Ingresso libero.