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Nel centenario della nascita del Futurismo Firenze si interroga sul contemporaneo.
Il 9 novembre, all’Accademia di Belle Arti di Firenze, si sono tenuti, nell’ambito del progetto regionale toscanaincontemporanea2009 ed a cura di Marco Cianchi, due convegni: Firenze passatista. Un argomento ancora aperto e Il Futuro del contemporaneo.
Aprono il primo incontro le parole di Giovanni Papini che dal Teatro Verdi il 12 dicembre 1913 si rivolge ai fiorentini “Contro Firenze Passatista”:
“ Ma perché Firenze smetta d’essere un gran museo a uso dei forestieri e diventi un tumultuoso bivacco d’ingegni d’avanguardia è necessario che i fiorentini rinneghino loro stessi. È necessario calpestare quel che abbiamo esaltato ; che ridiamo di quel che s’è preso troppo sul serio (…)
Se voi aveste veramente l’amore per il passato dovreste pigliarvi a ceffoni pensando che siete da duecento anni a questa parte i mezzani e i ruffiani dei vostri progenitori. (…)
Ricordatevi che gli antichi fiorentini facevano in altro modo.(…) Se volete essere come i vostri padri dovreste imitarli meglio.
Lavorate per arricchire ed aiutare la nuova arte che sorge invece di covare, rabberciare e sfruttare quella passata (…)
Poche città come Firenze hanno bisogno di liberarsi dalla polvere millenaria e dalla superstizione dell’antico.”
Nel pomeriggio si discute sulla vocazione di Firenze: se appare superata la questione del Museo di Arte Contemporanea e relativa adeguata collezione permanente, già presente nell’area metropolitana col Pecci di Prato, rimane aperta la discussione sui Centri di Arte Contemporanea.
Emerge una situazione che i relatori (1) (curatori e direttori artistici che operano in Toscana nel contemporaneo) concordano nel definire, da alcuni anni a questa parte, positiva.
Oggi realtà che operano nel contemporaneo a Firenze sono EX3, di recente apertura negli spazi che sono stati del Quarter, La Strozzina nelle cantine di Palazzo Strozzi, il Museo Marino Marini e coraggiose gallerie private, realtà che sentono la necessità di fare rete (anche con i centri di altre città toscane) a svelare il potenziale e rendere più efficace la diffusione dell’arte contemporanea.
Occorre contemporaneizzare Firenze, perché assuma un ruolo fuori dallo stereotipo e al tempo stesso non diventi luogo di performance puramente mediatiche.
In mattinata, gli spunti di riflessione più interessanti erano già stati lanciati.
L’intervento del prof. Givoni sulla Bellezza declinata al futuro, quella di là da venire, Bellezza in rapporto col caos e non con l’armonia o l’ordine dato, come libertà gratuità ed arbitrio oltre l’armonia, Bellezza che può solidificarsi in Forma restandone sempre al di là ed infine la domanda se davvero l’ultima parola su Firenze debba essere “conservarla”.
Ed ancora l’intervento della professoressa Magherini con l’analisi dei codici inconsci e delle radici profonde della resistenza dei fiorentini al contemporaneo, come difesa dall’angoscia del nuovo, del materiale non organizzato e fuori dai codici mostrato dalla scienza sotto ciò che è descritto dal mondo classico.
Infine la Bellezza cercata intenzionalmente nelle ore e nei paesaggi da cartolina e trovata fuori quadro dall’artista Renato Ranaldi.
Tra fuori quadro e fuori senso, e cosa che riverbera altra cosa, si trova in San Lorenzo un rilievo con la rappresentazione di una donna che sembra scrivere in un angolo, forse punita per il suo scetticismo “nulla è impossibile al genio fiorentino”…
Negli stessi giorni la Galleria dell’Accademia, sotto lo sguardo del David, ospita Robert Mapplethorpe con La Perfezione nella Forma ed una serie di incontri con fotografi contemporanei a cura della Fondazione Marangoni, mentre La Strozzina propone l’attualissima Realtà manipolate, come le immagini ridefiniscono il mondo con una serie di lectures che ne indagano le molteplici facce.
Note:
(1)Sergio Risaliti, critico d’arte, curatore-organizzatore di mostre ed eventi; Marco Bazzini, direttore artistico del Centro Luigi Pecci, Prato; …EX3, Firenze; Ludovico Pratesi, curatore scientifico per Palazzo Fabroni, Pistoia ; Alberto Salvatori, direttore artistico Museo Marino Marini e Villa Bardini, Firenze;Angelica Stepken, direttore Villa Romana, Firenze