cinema2Sono oltre 3.500 i Comuni italiani che ad oggi sono privi di una sala cinematografica, di un teatro, di un centro di aggregazione culturale che conceda svago e divertimento alla popolazione.
A questo proposito, e con lo specifico intento di donare a questo 40% della popolazione italiana residente in piccoli centri abitati un cinema, è nato il progetto “Un Comune, uno Schermo”, che prevede la realizzazione di schermi digitali in centri culturali polivalenti permanenti destinati all’utilità collettiva.

Federconsumatori Nazionale (Dipartimento Politiche Culturali), Istituto Luce e A.N.P.C.I (Associazione nazionale Piccoli Comuni d’Italia), si sono dunque uniti per sostenere e coordinare il progetto che è già partito in via sperimentale in molti piccoli comuni delle province italiane. L’Istituto Luce metterà a disposizione, gratuitamente per un anno, i documenti cinematografici culturali e storici di Cinecittà Luce attraverso il Centro Servizi Luce e Cinecittà Digital Factory, azienda che ha realizzato l’intero apparato tecnologico, si apre alla possibilità anche futura di finanziamenti statali come il tax credit digitale, che avrà il compito di agevolare lo start-up del progetto.
Compito di Federconsumatori sarà invece quello di agevolare, coordinare e cooperare allo sviluppo dell’intera realizzazione del progetto, anche a livello periferico. I cittadini dei comuni aderenti a “Un Comune, uno Schermo”, soprattutto i giovani dai 15 ai 30 anni, potranno inoltre rivolgersi agli sportelli dell’associazione per intervenire direttamente sulle proposte di palinsesto e proporre rassegne, contributi e discussioni su temi selezionati di volta in volta.
Gli schermi saranno infatti impiantati nei comuni aderenti all’A.N.P.C.I, associazione che racchiude i 5.740 comuni al di sotto dei 5.000 abitanti, e saranno collegati via satellite ad un server dell’archivio audiovisivo di Cinecittà Luce. Ogni comune avrà la piena padronanza del palinsesto e potrà promuovere anche azioni di Video-on-demand per agevolare l’interazione diretta con i cittadini.
131 finora, i Comuni interessati dalla sperimentazione che, come afferma il Presidente del dipartimento della Politiche culturali, creato ad hoc all’interno della Federconsumatori, “sarà in grado di rimuovere i confini infrastrutturali della cultura e incrementarne la fruizione nelle zone più deboli”.

Per l’adeguamento strutturale e tecnologico delle sale si può ricevere un finanziamento pari al 60% del costo sostenuto per l’intero cinemakit e per gli optional aggiunti in fase di adesione al circuito del cinema digitale. Inoltre, è riconosciuto un credito d’imposta pari al 30% dell’investimento (non superiore a 50mila euro su base annua per ciascuno schermo) per l’introduzione e l’acquisizione di impianti e di apparecchiature destinate alla proiezione dei filmati in digitale.
Speriamo che il prossimo passo sia un accordo diretto con le case di produzione