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Cosa succede nel mondo del web in merito al tema della libera espressione? È solo una questione relativa al tema dei diritti d’autore o c’è dell’altro? La discussione animata e vivace è stata negli ultimi tempi avvistata dall’autorevole testata giornalistica de “Il Sole 24 ore”, che ha sancito una sorta di “istituzionalizzazione” del dibattito.
Effettivamente il settore della creatività, e le questioni connesse alla tutela della libera espressione e del diritto degli autori, non poteva non risentire della valanga di nuovi strumenti, linguaggi e modalità di produzione e consumo di contenuti.
La vera scossa è stata data da uno dei pionieri e precursori dell’uso libero della rete, Jaron Lanier, il quale ha recentemente pubblicato un libro molto provocatorio e contro-corrente sui temi della libera espressione.
Stiamo infatti parlando di chi ha inventato il termine “realtà virtuale” ed ha, in tempi non sospetti, previsto il diffondersi libero e auto-regolato di opportunità di scambio di saperi e di espressioni, soprattutto per coloro i quali costituiscono la cosiddetta “classe creativa” (artisti, scienziati ed ingegneri). Adesso, questa la posizione di Lanier, si avverte chiaro il rischio che il fenomeno dilagante di blog, forum, siti di partecipazione collettiva – ivi inclusi motori di ricerca ed enciclopedie a libera partecipazione – possa abbassare il livello qualitativo e sfuggire a controlli in merito al rigore dei contenuti.
Il vantaggio della partecipazione aperta risiede nella possibilità offerta a chiunque di dire la propria; il pericolo è che si riversino in rete presunti contenuti di valore, quando viceversa, essi attingono ad altri autori ed, in questo modo, attentano alla creatività del singolo produttore di contenuti. In questo quadro anche la questione relativa alla pirateria intellettuale assume un peso non trascurabile e tale da necessitare interventi per regolare la materia.
Dal punto di vista di un autore – è questa la tesi interessante propugnata recentemente da molti osservatori del mondo delle tecnologie digitali e di libera, o meno, condivisione -, creare una qualunque opera di ingegno che corra il rischio di essere banalmente messa in rete, fatta circolare e fruita da un vastissimo pubblico, senza che l’autore principale ne sia consapevole pienamente o senza che egli abbia dato autorizzazione alla libera fruizione, può compromettere l’impegno creativo stesso. In ogni caso, è certificato il danno causato dal fenomeno della pirateria al settore della creatività ed al relativo mercato. Solo nel campo musicale, ad esempio, da una recente indagine condotta dall’Ifpi emergono tendenze piuttosto chiare: le mutate modalità di accesso hanno influenzato gli acquisti e le vendite facendo registrare un crollo verticale. Da una parte, il mercato digitale è cresciuto in misura vertiginosa e, a partire dal 2004, ha totalizzato un aumento del 940% delle vendite on – line, dall’altra, ciò non ha corrisposto ad un riequilibrio delle perdite a livello totale che hanno invece mostrato, negli ultimi cinque anni, una crollo del 30%.
La questione dei vantaggi e degli svantaggi legati al libero consumo della creatività in rete è sicuramente aperta; ciò che merita particolare attenzione è la questione relativa alla libertà di fruizione di contenuti creativi strettamente connessa ad una uguale libertà di vivere dei vantaggi derivanti dall’atto di creazione artistica.
Riferimenti:
www.ilsole24ore.com