La rete è in pericolo, il giornalismo pure. Come salvarsi con un tradimento e 10 tesi
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Il titolo del volume richiama in modo inequivocabile a quello del blog omonimo, inaugurato qualche mese fa, contenente un manifesto in cui si espone il “credo” degli “Eretici digitali”; esso racchiude il pensiero di due noti giornalisti, Massimo Russo e Vittorio Zambardino, che “prendono la parola” per denunciare lo stato del giornalismo attuale, espressione di un mondo confuso, in balìa di “ideologie senza bandiere”.
Dieci sono i comandamenti che danno il nome anche agli altrettanti capitoli del libro, evidenziando la necessità di ricostruire il senso della transizione al digitale, fenomeno che ha sancito la crisi del giornalismo in senso antropologico, determinando la passività della comunità professionale.
La metafora perfetta della crisi, si legge, è la rete, che è anche l’immagine stessa del problema: “una società che cresce e comunica per conto suo e in luoghi suoi che non si trova rappresentata nel mondo che va in edicola ogni mattina”. Questa è la descrizione che viene fatta della società attuale, che vive con una copia della realtà descritta dai media in modo “creativo”, travolgendo la funzione della vigilanza democratica propria del giornalismo. A questa definizione viene aggiunta un’altra molto emblematica, che denuncia lo stato di rischio che incombe con l’avvento della digitalizzazione dei media tradizionali, tale da far maturare nuove forme di comunicazione e contenuti: “Essere digitali fino in fondo, permettere al proprio contenuto di essere disseminato nei social network, lasciare che i lettori che producono notizie entrino nel farsi della notizia e in ogni piega di rete. Certo per questo ci vuole un’eresia professionale”.
Ci vuole quindi un’eresia creatrice, suggeriscono, per confrontarsi con la crisi e innescare un processo virtuoso che produca innovazione per la società, un’operazione ancor più complessa se si considera la situazione italiana, che percorre una “strada tremendamente accidentata”. Azione resa complicata dalla falsa percezione di una rete come “spazio altro”, perché, come sottolineano saggiamente gli autori, “la frattura non è soltanto tra il mondo dei giornali e la cultura digitale, è tutta la società che conta, quella che dirige, l’establishment, ad aver operato la grande rimozione.”
A conclusione dei raffinati assiomi, si trovano le note finali, che riprendono gli spunti emersi nei capitoli precedenti alla luce dell’ultima evoluzione del settore, come il recente dibattito sui contenuti a pagamento dei quotidiani. In questa prospettiva vanno quindi considerate le previsioni del libro, che non fanno che confermare che la rete abbia ancora molto da dare; detto in altri termini, “ la rete, questa larva di libertà economica che ci è rimasta, è ancora il terreno possibile di un grande processo di consapevolezza culturale”.
La battaglia culturale degli autori si propone di far nascere, attraverso questo volume, una conversazione attorno agli argomenti esposti, un pretesto per riportare al centro la discussione, cambiare il senso del discorso e mettersi in gioco per salvare il giornalismo dalla crisi dei giornali.
Iniziativa ancor più lodevole, se si pensa che gli utili derivanti dai diritti d’autore saranno impiegati in favore dello sviluppo del giornalismo digitale.

Eretici Digitali
La rete è in pericolo, il giornalismo pure. Come salvarsi con un tradimento e 10 tesi
Di Massimo Russo e Vittorio Zambardino
Apogeo Editore Euro 15
ISBN: 9-788850-329076
www.apogeonline.com