parconebrodiIl 22 gennaio 2010 si è svolto a Palermo presso Palazzo dei Normanni il convegno “Tre governance a confronto: i parchi regionali dell’Etna, delle Madonie e dei Nebrodi”. I commissari di questi “storici” parchi siciliani, a quasi trent’anni dalla legge che ha istituito le riserve naturali in Sicilia (legge quadro n. 98/1981), si sono riuniti al fine di analizzare e confrontare i risultati raggiunti e i futuri obiettivi delle loro rispettive politiche.
Il leitmotiv che ha condotto il convegno è stato quello di considerare l’istituto del parco non solo come un modello di abilità conservativa di un territorio, minacciato e che deve difendersi da attacchi esterni, ma anche e soprattutto come un modello di sviluppo di possibilità compatibili con il rispetto della natura, inducendo, tra l’altro, chi si è chiamato fuori, a causa di una diffidenza nutrita nei confronti dell’istituto medesimo perché considerato come ostacolo all’attività edilizia, a rientrarvi e parteciparvi.
I risultati in tal senso oggi raggiunti dai tre “storici” parchi siciliani sono numerosi sia in una prospettiva di tutela ambientale sia in una prospettiva occupazionale. Numerose, infatti, sono le iniziative attuate dai tre parchi al fine di tutelare le biodiversità, o per rilanciare il patrimonio agricolo e zootecnico, nonché quelle di bonifica del territorio. Altrettanto numerose e concrete sono le proposte di occupazioni da esercitare all’interno del parco come l’istituzione di Guardie Parco con specifiche competenze, la creazione di laboratori botanici per la salvaguardia delle biodiversità, o di laboratori di restauro, nonché attività imprenditoriali come quelle enogastronomiche o come la creazione di centri sportivi.
Ettore Foti, commissario del Parco dell’Etna, il più antico dei parchi siciliani, ha dichiarato che, tra i più significativi risultati raggiunti dalla propria amministrazione, vanta “la creazione di sentieri naturalistici percorribili da tutti anche dagli ipovedenti e dai non vedenti”, nonché la “creazione della Banca del Germoplasma vegetale, inaugurata il 17 ottobre 2009, per la conservazione delle biodiversità, il cui sentiero, percorribile anche dai diversamente abili, fornisce agli ipovedenti e ai non vedenti apposite tabelle Braille.”. “Il parco dell’Etna – continua Ettore Foti – sta per raggiungere un altro importante traguardo con il varo del piano di coordinamento territoriale. Una sorta di piano regolatore generale che, nonostante la gestione lunga e laboriosa, è giunta al termine con il decreto alla firma dell’Assessore regionale al Territorio”. Il commissario ha anche proposto “l’istituzione di una rete dei parchi siciliani, soprattutto per pianificare gli eventi internazionali e la costituzione di una Guardia Parco.”.
Bilancio positivo anche per il commissario del Parco delle Madonie Angelo Aliquò il quale, anzitutto, ha dichiarato di essere “riuscito a superare la diffidenza della popolazione locale che vedeva nel parco un ostacolo all’attività edilizia e che oggi, invece, partecipa alla governance del territorio”. “Nelle Madonie – ha annunciato Aliquò – “creeremo anche la più grande pista di mountain bike del Mediterraneo. L’Ente parco ha comprato 40 biciclette che saranno affidate a due società di giovani di Castellana Sicula e di Collesano. Un modo per creare occupazione e turismo. Con l’azienda foreste, infine, si sta definendo un progetto importante per la sistemazione di oltre 200 chilometri di sentieri”. Al fine di sviluppare un turismo enogastronomico, numerosi sono i presidi di Slow Food.
Antonino Ferro, commissario del Parco dei Nebrodi, ha riferito che “si stanno portando avanti iniziative volte ad valorizzare le professionalità locali, facendo riemergere vecchi mestieri e impiegando giovani lavoratori sul territorio”. Ha anche illustrato il “progetto life per la bonifica delle zone umide realizzato in collaborazione con le università di Palermo e di Catania, e le iniziative per la tutela biodiversità, come la reintroduzione del grifone e il mantenimento dell’aquila reale.” Ferro, infine, ha evidenziato “la necessità di aggiornare la normativa che regola i parchi”.
Altri significativi contributi sono stati apportati da docenti universitari e amministratori locali i quali hanno tutti evidenziato l’importanza dell’istituto del parco al fine di conservare le biodiversità, vegetali e animali e creare occupazione, il tutto nella prospettiva, non solo di costruire il parco, ma anche di mantenerlo, difenderlo ed esportarlo.
A concludere il convegno è stato Salvatore Di Martino, dirigente del servizio parchi dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente. “Stiamo istituendo – ha detto – per la prima volta in Sicilia quattro parchi nazionali: Pantelleria, Egadi e litorale trapanese , Eolie e Iblei, e un altro regionale, quello dei monti Sikani”.  
Il quadro emerso al termine del convegno è, quindi, positivo e consistente, laddove l’azione di tutela dei tre parchi naturali è volta ad introdurre tecnologie capaci di garantire insieme salvaguardia dell’ambiente, occupazione intelligente, formazione culturale, crescita civile e, quindi, sviluppo socio-economico per i territori su cui insistono.