fffprogramma2010Bologna, ultimo weekend di gennaio: la città, insieme alla più famosa Artefiera – Fiera internazionale di Arte Contemporanea, ospita un’altra manifestazione di largo richiamo e ormai consolidata nel tempo, poiché alla sua dodicesima edizione: si tratta del Future Film Festival, il festival internazionale di cinema di animazione e nuove tecnologie applicate all’immagine.
Nato nel 1999 nella città emiliana con l’obiettivo di scoprire e promuovere l’animazione e le nuove tecnologie applicate alla cinematografia, il FFF rappresenta l’unico esempio italiano del genere.
Singolare è la location della manifestazione, grazie al ricercato e affascinante contrasto tra tradizione e storia degli edifici che la ospitano da un lato, e l’innovazione tecnologica alla base dell’evento dall’altro: lo storico Teatro Eleonora Duse, destinato alle proiezioni, e il Palazzo Re Enzo, che ha ospitato il Future Village, la base operativa del festival, in cui si sono svolte le conferenze, i workshop, alcune proiezioni in anteprima, i laboratori didattici.
Sono stati oltre 30 mila i visitatori dell’edizione 2009, a testimonianza di come nel nostro paese l’interesse verso questo tipo di produzioni sia in costante crescita, specie in questo periodo in cui sono noti a tutti gli incassi record del colossal Avatar di James Cameron, interamente realizzato con la tecnologia del 3D stereoscopico. Proprio sulla scia di questo successo, un’intera giornata del FFF, quella di sabato 30, è stata ribattezzata col nome di 3DDAY, perché destinata a svelare i segreti di questa tecnologia, rendendoli così accessibili al pubblico, affrontando l’argomento da più punti di vista: quello dei produttori di contenuti, quello degli esercenti e dei distributori, come Warner Bros e Walt Disney, e quello dei fornitori di tecnologie, che hanno potuto presentare in questa occasione le novità del mercato, legate in particolar modo alla diffusione del 3D ad “uso domestico”.    

Il successo di pubblico del Future Film Festival è dunque dovuto, prima di tutto, al ricco programma, capace di accontentare davvero tutti: dai fumettisti, ai graphic designer, ai videomakers, passando per gli appassionati dei film di animazione e con effetti speciali, sino ai semplici curiosi o amanti della tecnologia. La formula del successo è data in prima istanza da quello che è il core del festival, ovvero la proiezione in anteprima di film e cortometraggi di animazione. Per i primi è stato assegnato il premio Platinum Grand Prize come miglior lungometraggio a Panique au village di Stephane Aubier e Vincent Patar, realizzato con la tecnica della stop motion animation, a dimostrazione di come anche con la rivisitazione di tecnologie non proprio di ultima generazione si possa ancora riuscire a sorprendere e stupire il pubblico. Per i cortometraggi, invece, è stato assegnato il Future Film Short a The lighthouse keeper, nato dalla commistione in chiave del tutto originale tra animazione tradizionale e computer grafica.    
In secondo luogo, alla base del successo del Future Film Festival c’è anche il fatto che, insieme alla presentazione delle produzioni di animazione presenti nel panorama cinematografico internazionale, si forniscono al pubblico anche gli strumenti per la comprensione, per i non esperti, e per l’approfondimento, per gli appassionati e i professionisti, delle tecnologie e delle soluzioni alla base di questo tipo di produzioni. In quest’ottica vanno interpretati i focus on, approfondimenti quest’anno dedicati alla conoscenza delle tecniche della stop motion e del motion graphics, quest’ultima illustrata da Saul Bass, pioniere del settore; gli eventi speciali, come la presentazione del making of di Avatar direttamente dalla voce di Joe Letteri, visual effects supervisor del film di Cameron; i workshop destinati ai più esperti, finalizzati all’approfondimento delle più recenti tecniche di animazione.       

Infine, il successo della manifestazione si spiega anche col fatto che alle spalle di questi sei giorni di festival si trova un’associazione, gli Amici del Future Film Festival, nata con l’intento di promuovere il festival e di portare avanti una serie di progetti ad esso collaterali e paralleli. Notevole in questo senso, l’attività della sezione Future Film Kids dell’associazione, impegnata durante tutto il corso dell’anno a promuovere e soprattutto spiegare ai bambini in età scolare il dietro le quinte del cinema d’animazione: sia attraverso una rassegna cinematografica, che si tiene per 7 mesi, parallelamente all’anno scolastico, sia attraverso i laboratori didattici svolti in occasione del festival, finalizzati alla comprensione del linguaggio che sta alla base di questo genere di produzioni cinematografiche. Di pari importanza il premio istituito a partire da quest’anno dall’associazione per la miglior tesi di laurea sul cinema di fantascienza del 2010, organizzato in collaborazione con l’Università di Bologna e dedicato ad uno degli organizzatori storici del festival, Franco la Polla, scomparso di recente.
Questa dodicesima edizione, caratterizzata proprio dalla particolare concomitanza con Artefiera, ha fatto sì che in diversi spazi e location della città potessero essere ospitate mostre e installazioni di artisti, la cui ispirazione avesse qualcosa in comune con le tematiche del festival. E’ questo il caso, per fare solo un esempio, del percorso di totem luminosi dislocati sulle strade che collegano le due sedi del festival, il Teatro Duse e Palazzo Re Enzo: sono opera di UFO5, alias Matteo Capobianco, autore anche dell’immagine-icona del FFF.