nelcuorePer la prima volta tutti insieme, i soldati trentini morti nella Prima guerra mondiale vengono ricordati senza distinzione di bandiere e di uniformi in una commemorazione appassionata e al tempo stesso sobria, priva di ogni retorica, che ha per titolo uno dei più celebri versi di Ungaretti, attualizzandone il senso per affermare che di quella pagina drammatica della nostra storia qualcosa di importante è rimasto.
“Nel cuore nessuna croce manca. Memoriale degli undicimilaquattrocento Caduti trentini della Prima guerra mondiale” è una iniziativa promossa e realizzata dal Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto e dalla Provincia Autonoma di Trento in collaborazione con la Fondazione Museo Storico del Trentino.
Da alcuni anni il Museo della Guerra si è impegnato in una ricerca volta a realizzare un Censimento dei Caduti trentini della Grande Guerra che, ora finalmente e per la prima volta, permette di conoscerne il numero e l’identità (i risultati sono consultabili sul sito www.trentinocultura.net). Dei circa 60.000 trentini arruolati, più di 11.000 trovarono la morte, poco meno di uno ogni cinque. Direttamente o indirettamente tutte le famiglie furono colpite.
Il Memoriale è una installazione, un anello sospeso lungo 45 metri e alto un metro e mezzo, che riporta i nomi di tutti i soldati che quasi cento anni fa persero la vita a causa del conflitto bellico. Nella lettura dell’elenco delle vittime, paese dopo paese, la possibilità di rielaborare il lutto e connettere la memoria privata con il ricordo pubblico.
Negli anni ’20 e ’30 le nazioni, in nome delle quali milioni di soldati si erano scontrati per anni all’interno delle trincee, si trovarono nella necessità di giustificare gli elevati costi del conflitto da poco concluso. Attraverso monumenti e cerimonie si celebrò l’eroismo dei soldati e si cercò di rimuovere l’orrore della guerra. Il tributo umano venne giustificato presentando la morte come un sacrificio collettivo necessario compiuto in nome della patria.
In Trentino la storia dei soldati arruolati nell’esercito austro-ungarico e le vicissitudini dei profughi vennero rimosse, per lasciare spazio a simboli e miti legati alla nuova patria. Il Regno d’Italia non volle infatti mai riconoscere pubblicamente i soldati trentini Caduti in uniforme imperial – regia, se non uniformandoli nella condizione di soldati caduti per una causa nemica. In tempi recenti si è fatta pressante la richiesta di colmare quella lacuna e, grazie alla collaborazione di tanti cittadini, è stato possibile calcolare il numero di tutti i Caduti trentini, ricostruirne l’identità e ricordarli.
L’esposizione e tutti gli eventi ad essa collegati si sono tenuti dal 31 gennaio al 14 febbraio 2010 presso la Sala di rappresentanza del Palazzo della Regione, in piazza Dante a Trento. Il Memoriale, inserito in un luogo fortemente simbolico, ha assunto i caratteri di un rito di rifondazione del legame sociale, un momento di raccoglimento che ha ricongiunto storia e memoria, vissuto familiare e appartenenza comunitaria.
Ricucendo così una ferita aperta da tempo, il Memoriale permette di riflettere sulle dimensioni di quella grande carneficina, sul monito che da quella vicenda si leva contro i nazionalismi e ogni denigrazione di chi è “diverso” per lingua, nazionalità, religione, costumi.
Una buona notizia, dunque, in un Paese come il nostro tuttora straziato non dalla guerra e il suo dolore bensì da imprenditori della paura che strumentalizzano il concetto d’identità, fanno leva sul forte richiamo emotivo che questo termine muove ed erigono muri valoriali di segregazione culturale, profonda ignoranza e violenza gratuita. Razzismo, discriminazione, opportunismo clientelare e pornografia del pensiero sofisticano da nord a sud il paesaggio linguistico e politico (ovvero l’ecosistema mediatico) italiano, nel mistero più torvo circa l’origine e i metodi illiberali di alcuni dei suoi principali protagonisti.
In questo caso, invece, l’occasione di divulgazione non si è limitata a riportare i risultati del lavoro di ricerca condotto ma si è trasformata in un incontro – fiume fra i ricercatori e i diretti depositari della memoria familiare o comunitaria.
È avvenuto così che nel Giorno dei Nomi (domenica 7 febbraio 2010) i Sindaci della grande maggioranza dei Comuni trentini siano confluiti per la lettura integrale dell’elenco dei Caduti: un abbraccio collettivo durato un giorno intero.
All’interno della sala sono state allestite quattro postazioni computer per accedere al database contenente i dati dei Caduti trentini e ricercare nomi e vicende dei propri cari Caduti. Chiunque ha potuto verificare la presenza nel database di un proprio familiare o aggiungere elementi preziosi per arricchire la ricerca, contribuendo con le informazioni apportate a dare un volto a ogni caduto e a ricostruirne i legami e le storie personali.
È stata inoltre allestita la mostra “I giardini degli eroi”. Cimiteri militari austro-ungarici in Galizia, che propone un itinerario storico e contemporaneo tra i cimiteri di guerra austroungarici progettati e costruiti durante il primo conflitto mondiale, nei quali furono sepolti anche molti trentini. La mostra, prodotta dal Centro Internazionale di Cultura di Cracovia, è curata da Pawel Pencakowsky e Marek Sajduk, autore delle foto.
In una saletta laterale si sono alternate le proiezioni continue dei film Prigionieri della guerra di Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi e La colpa ignota di Diego Leoni e Lorenzo Pevarello. A contorno della celebrazione sono state proposte letture, spettacoli e conferenze che hanno coinvolto un pubblico folto e vario, a riprova dell’interesse vivo e della centralità di questi temi nell’immaginario locale e nella coscienza contemporanea europea.
Informazioni:
Tel. 0464 438100
Museo Storico Italiano della Guerra di Rovereto
info@trentinograndeguerra.it
www.trentinograndeguerra.it

A fianco di quest’iniziativa, condividendone intenti e approccio, si sviluppa l’azione della Rete Trentino Grande Guerra, una prassi di collaborazione trasversale fra quanti in tutto il territorio trentino si dedicano allo studio, alla conservazione e alla valorizzazione del patrimonio storico e architettonico legato Prima guerra mondiale.