Sono stati assegnati la settimana scorsa i 33 milioni di euro provenienti dai Fondi Europei di Sviluppo Regionale del Piano Operativo Regionale Lazio 2007-2013. Le risorse saranno investite nella valorizzazione e promozione dei cinque “Grandi Attrattori Culturali” laziali ovvero: l’area etrusca in provincia di Viterbo e il Parco Archeologico di Vulci, Tivoli e il Polo tiburtino in provincia di Roma, la Via del Sale in provincia di Rieti, l’abbazia di Fossanova e i percorsi del Sacro in provincia di Latina e le città cinte da Mura Poligonali in provincia di Frosinone.
Cinque aree di importante significato storico-paesaggistico-culturale che non sono comprese nel grande catalizzatore di flussi turistici rappresentato dalla Capitale.
Se infatti il 90% delle presenze turistiche nel Lazio si deve al richiamo massiccio della città di Roma, grandi sforzi sono stati fatti in questi anni per fare in modo che i territori più periferici non venissero relegati a fanalini di coda dell’intero sistema turistico regionale, bensì costituissero una valida alternativa ai consueti percorsi preconfezionati dei tour operator.
L’incidenza dell’industria turistica sul Pil della Regione raggiunge il 4,4%, in media un punto percentuale in più rispetto alle rilevazioni effettuate sulle altre regioni italiane dall’IRPET (Istituto regionale programmazione Economica della Toscana). Non a caso, ben 15 milioni di euro sono stati investiti dal 2007 al 2009 attraverso il Fondo Unico Regionale per il Turismo, volti a rafforzare l’incidenza del turismo itinerante e a potenziare l’offerta ricettiva.
Per agevolare la fruizione territoriale lungo i percorsi del “turismo della mobilità” sono stati spesi nel 2009 315 mila euro, a cui si aggiungono i 2 milioni e 250 mila euro per il 2010 e 1 milione per il 2011.
Oltre 40 milioni sono stati destinati, inoltre, alla valorizzazione dei Comuni costieri del Lazio per interventi di riqualificazione dei lungomare, per il miglioramento dell’accessibilità alle spiagge e per il recupero delle situazioni di degrado, mentre tre milioni e mezzo cono stati indirizzati alla campagna di comunicazione “Tutto il Lazio è Paese”, con cui si sono incentivate le feste tradizionali delle varie località regionali, cercando in questo modo di attrarre, anche se solo per poche ore o per pochi giorni, i turisti indirizzati verso la Capitale.
La differenziazione turistica passa inoltre attraverso le vie enogastronomiche d’eccellenza che si sono concretizzate con la creazione delle strade dei vini (Castelli Romani, vino cesanese, strade del vino della Teverina) e degli oli (della Sabina, di Canino, dei Colli di Tivoli, dei Castelli Romani).
Dal rapporto Eures presentato a fine gennaio durante la seconda conferenza regionale sul turismo, emergono comunque buoni risultati dal punto di vista della soddisfazione del turista che considera la realtà laziale dotate di un buon livello di ospitalità e accoglienza: non mancano però le polemiche sui disservizi che, come prevedibile, riguardano in primis il trasporto pubblico, seguito dai comportamenti scorretti degli esercizi commerciali e dei taxi.
Nonostante i cospicui investimenti effettuati, ancora molto resta da fare sul piano infrastrutturale: il trasporto autostradale, ferroviario e aeroportuale è infatti ancora in via di sviluppo. La crescita dell’aeroporto di Fiumicino, prevista entro il 2040, ne è un esempio: sesto aeroporto a vocazione turistica in Europa e primo in Italia con un bacino d’utenza che comprende il centro-sud e l’area mediterranea, l’aeroporto Leonardo da Vinci vedrà a breve la realizzazione di un nuovo sistema per il trattamento dei bagagli, grande pecca della stazione aerea, che sarà pronto per il 2011. Per il 2013 sono invece previsti la creazione di una nuova area imbarco del Terminal A e il nuovo “people mover”, una navetta automatica che permetterà il trasferimento dei passeggeri tra i vari terminal dell’aeroporto.
Nonostante la pianificazione strategica in ambito culturale-turistico non vanti una lunga tradizione nel nostro Paese, esempi lungimiranti sono comunque arrivati in questi anni da Regioni quali il Lazio ma anche la Campania, che si sono dotati di strumenti di pianificazione territoriale capaci di evitare la dispersione delle risorse economiche in interventi occasionali e a breve termine e concentrando le proprie forze verso obiettivi più duraturi e complessi.
Il passo ora da compiere è quello relativo allo sviluppo di sinergie proficue tra i vari protagonisti del comparto, alimentando la formazione specializzata per aiutare la nascita di professionalità capaci di sviluppare stimolanti filiere produttive.