Le culture musicali giovanili

E’ sempre più radicata la convinzione che i fenomeni musicali siano non solo frutto di mode passeggere, ma trovino la loro ragione d’essere nelle contingenze sociali e culturali dei diversi periodi storici.
Proprio da questo assunto parte l’analisi di Lucio Spaziente nel suo “Dai Beat alla generazione dell’Ipod” nel quale, investigando sulle culture musicali giovanili, ci illustra il percorso che la società ha compiuto per passare dal movimento Beat a quello contemporaneo dell’Hip-hop.
Il primo passo utile per addentrarsi in questo studio è stato quello di individuare alcune categorie di lettura per tali fenomeni, quali la novità, la visibilità, la differenziazione, l’individuazione di una pratica culturale, la commistione con la moda e l’immagine, la nascita di particolari linguaggi gergali e così via. E’ inoltre bene notare come spesso diverse tendenze siano giunte a contrapporsi e a farsi concorrenza, dividendo le schiere giovanili in fazioni come Pop e Rock, Velvet e Hippy, Punk e Metal, contribuendo così ad ampliare la gamma dei generi e riflettendo una realtà sempre più variegata.
La musica diventa allora il tramite attraverso cui riconoscersi in un gruppo di appartenenza e manifestare la propria classe sociale, consentendo di esprimere un messaggio, più o meno antisistema, che permetta comunque all’individuo di uscire dalla massa indifferenziata.
Pensiamo, ad esempio, alla rivoluzione generata dal Rock’n’roll’, che nasce in realtà dalla fusione della musica bianca country & western, insieme a quella nera Rhythm &Blues: nell’icona di Elvis Presley, non a caso originario del Tennessee, questo nuovo genere anticipa quell’integrazione razziale che avverrà solo molto tempo dopo.
E’ però dagli anni ‘60 che la musica diventa vera portabandiera dei movimenti di protesta sociale, con il folk di Bob Dylan, attivista oltre che artista, e in seguito con i Beatles e i Rolling Stones. I giovani sono stregati da questi modelli, che vengono così supportati nelle idee, imitati nell’abbigliamento e nel gergo, tanto che sarà riconoscibile una vera e propria categoria sociale stereotipata di ragazzi amanti dei riff inglesi.
Emergeranno in seguito nuove tendenze musicali, che andranno di pari passo con movimenti culturali ad essi affini, come la controcultura abbracciata dagli hippies e suonata dai Doors, il movimento antirazziale con la colonna sonora funk di James Brown, la scena progressive animata dai Genesis, il tentativo di Patti Smith di elevare il rock a forma d’arte, fino a giungere ai giorni d’oggi con sound elettronici e virtuali resi possibili dai nuovi strumenti tecnologici.
Spaziente non tralascia comunque di mostrare al lettore come queste evoluzioni abbiano influenzato anche il panorama musicale nostrano, sottolineando la commistione di caratteri permeati dall’estero e di quelli peculiari italiani.
Una riflessione sorge tuttavia spontanea: negli anni sembra proprio che avvenga un passaggio di testimone tra i cosiddetti “giovani d’oggi” diversi ma uguali al tempo stesso, con la loro voglia di cambiamento, la loro esigenza di esprimersi, di far parte di un gruppo, e gli adulti di domani, i quali faticano nonostante tutto a comprendere i gusti e le mode ‘bizzarre’ delle nuove generazioni.

Dai Beat alla generazione dell’Ipod
Le culture musicali giovanili
Lucio Spaziente
Carocci editore Euro 19
ISBN 978-88-430-4919-6
www.carocci.it