Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Nel 2009 nasce a Genova un’iniziativa del tutto singolare: si tratta di un progetto di “guerriglia creativa urbana”, così come lo definisce il suo ideatore Mattia Paco Rizzi, neolaureato in architettura presso l’Università di Genova.
I Park Art, questo il nome del progetto, mira alla riconquista dello spazio urbano pubblico, attraverso una serie di performance artistiche: lo scopo è quello di ri-appropriarsi, durante un preciso lasso di tempo, di una parte circoscritta del suolo cittadino nella quale dare sfogo all’azione creativa. Il tutto si traduce nell’occupazione legale, attraverso il pagamento della sosta, di un parcheggio pubblico, che diviene però momentaneamente luogo espositivo a cielo aperto davanti agli occhi di tutti i passanti. L’arte viene “parcheggiata” all’interno delle strisce blu e diviene accessibile al cento per cento: non ci sono ingressi, biglietti, né percorsi guidati, ma la fruizione dell’opera è affidata alla libera interpretazione di chi si trova a passare in quel determinato luogo in quel determinato momento.
La riflessione di Mattia, che già in passato ha sfidato le istituzioni con iniziative provocatorie (basti pensare a “Mettici la faccia”, una raccolta di oltre 2.000 fotografie assemblate in una grande installazione per dare un volto alla protesta contro la riforma Gelmini), parte dall’idea che il sistema elitario e commerciale di musei e gallerie non lasci realmente libero sfogo alla creatività dell’artista e, soprattutto, non permetta all’arte di arrivare a tutti gli strati sociali. “Credo sinceramente che tutti i particolari che captiamo e assimiliamo ogni giorno rientrino all’interno di un flusso che poi sfocia nell’atto creativo – ha dichiarato a Tafter – e come tale si deve rivolgere alla strada, diffondersi attraverso l’azione di piccoli nuclei mobili che, muovendosi in maniera capillare, creino stupore e affermino con fermezza l’esistenza di questa forza”.
La scelta del parcheggio a pagamento non è casuale: uno spazio del genere, asettico e senza identità, permette di dare una pratica a qualsivoglia teoria; inoltre, fa riferimento ai valori di autereferenzialità propri dell’arte contemporanea. Paradossalmente, uno dei luoghi che contribuiscono ad “ingabbiare” l’uomo moderno all’interno dello spazio urbano, ha la potenzialità di creare, al suo interno, un’opera d’arte totale. Le stesse contraddizioni della città metropolitana che, nell’epoca della globalizzazione, troviamo in Europa come in America Latina e che sono la fonte d’ispirazione principale degli artisti. Tra le proteste dei vigilanti e lo stupore dei passanti, la città viene messa a nudo, a diretto confronto con se stessa.
Grazie alla potenza di internet e all’appoggio di numerosi sostenitori, il fenomeno si sta allargando e sta assumendo un carattere globale, con performance a Lima, Città del Messico, Parigi, Milano, Torino e Roma. L’iniziativa non ha nessuno scopo commerciale e, seguendo le linee guida messe a disposizione nel sito internet, può essere replicata da chiunque fosse interessato, documentata e inserita nel web, fino a creare una fitta rete di “parkartisti”.
Approfondimenti:
www.parkart.tk