Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Un giovane imprenditore salernitano illuminato. Si chiama Massimo Bisogno l’uomo che ha reso possibile un’operazione inedita per un territorio come quello di Salerno, accogliendo la proposta promossa dal collettivo Satoboy e dalla webzine ziguline di Avellino per un evento dal 15 al 30 maggio presso il complesso monumentale di Santa Sofia dal titolo “Lumen. Arte contemporanea in controluce”. Luogo in cui si tiene il Festival Culture Giovani, che ha ospitato artisti del calibro di Studio Azzurro e nel 2008 una mostra sul tema dell’emergenza dei rifiuti “Fate presto. Cinque artisti e cinque curatori in emergenza”. Proprio nel 2008 la street art è balzata alla ribalta con la collettiva “Scala Mercalli” all’Auditorium di Roma curata da Gianluca Marziani. E oggi che Banksy è ormai una superstar mondiale, anche in Italia si fa vivo il dibattito sull’identità e i limiti della street art, con il milanese Bros sotto processo e una discussione che ha trovato spazio anche su Tafter, con il risultato che l’arte di strada e i graffiti delle città vengono considerati dalla maggioranza espressione artistica a condizione che non deturpino monumenti ed edifici storici. Ecco perché Lumen rappresenta intanto un salto in avanti per la dignità artistica dei cosiddetti street artist, da Tv Boy a Laurina Paperina, da Bol 23 a Vacon Sartirani. A loro si chiede qui di rinunciare ai mezzi usuali come tele, muri, bombolette, poster e pennelli e confrontarsi su un concept artistico nuovo, tenuto finora rigorosamente segreto dagli organizzatori e che sarà pertanto svelato solo con l’inaugurazione. Inoltre, si passa dall’esterno dei palazzi e delle strade all’interno di un edificio storico della città, il complesso monumentale di Santa Sofia appunto, dove verranno istallati i quaranta lavori realizzati da artisti di tutta Italia, Sud compreso. L’operazione ha anche il valore di rivendicare da parte degli artisti meridionali il proprio territorio, in un dialogo non facile con le istituzioni. Bisogna ricordare infatti che nel 2009 il museo MADRE di Napoli ospitò una collettiva dal titolo “Urban Superstar Show” in cui però non era presente neanche un artista del Sud. Si formò allora un comitato di protesta che con lo slogan “Madre snaturata” voleva appunto richiamare l’opinione pubblica di fronte a questa mancanza. Il cosiddetto “Graffiti Hunter” Augusto De Luca, lo street artist Iabo, la giornalista e curatrice Mara De Falco, tutti napoletani, promotori di quella protesta, sono oggi i curatori di Lumen. E su quaranta artisti da tutta Italia, una buona dozzina sono napoletani o comunque meridionali. Interessa qui sottolineare che l’iniziativa ha ottenuto infine partnership istituzionali, oltreché dall’Associazione marchigiana MAC – Manifestazioni Artistiche Contemporanee, dal Palazzo delle Arti di Napoli, che ha proposto di farsi parte attiva insieme agli organizzatori per successivi progetti. Quindi: un territorio “difficile” come quello di Salerno che, con un’iniziativa dal basso, sostenuta da capitali privati, attrae infine l’attenzione delle istituzioni. Questi gli ingredienti di Lumen, che dal 15 al 30 maggio ospiterà anche workshop e seminari su temi come “Social Vandalism & Network Activism”, marketing non convenzionale e creatività urbana con l’Osservatorio Inward.