Intervista a Francesco Giubilei

Francesco Giubilei, classe ’92, a soli 16 anni progetti una tua casa editrice, la “Historica  Edizioni”. Come è nata questa idea?
Siamo partiti inizialmente con una rivista diffusa on line, scaricabile gratuitamente. Avevo una serie di collaboratori che mi inviavano i loro contributi, dopodiché impaginavo la  rivista, facevo il pdf, lo diffondevo sul mio blog (www.francecsogiubilei.splinder.com) e nei vari siti tramite newsletter.
A settembre 2008, due collaboratrici della rivista, Laura Costantini e Loredana Falcone, decisero di pubblicare un loro romanzo a puntate sul blog. A metà del libro mi appassionai al romanzo e pensai che meritasse più della sola pubblicazione on line. Dopo averlo letto interamente proposi perciò loro di pubblicarlo in allegato alla rivista cartacea. “La colpa dei Padri” fu dunque il primo libro che pubblicai, grazie al quale avviai questa attività.
Ad indurmi a fondare la rivista e poi la casa editrice è stata però sicuramente la passione per la lettura, che si è poi anche tramutata in passione per la scrittura, e per l’amore verso la  letteratura in generale. L’obiettivo è stato comunque quello di cercare di coinvolgere altri autori in un progetto più ampio.

E’ quindi un progetto che nasce fuori dell’ambito scolastico?
Sì, nasce sicuramente al di fuori di questo ambito. Ho avuto però una prima esperienza editoriale durante la scuola media curando un giornalino scolastico, grazie al quale ho scoperto questa mia passione. Questo è stato comunque solo un primo approccio.

Per questo progetto hai fatto ricorso ad un finanziamento di un credito cooperativo della tua città. Questo è stato il tuo unico capitale di partenza o hai attinto ad altre risorse?
Questo contributo non è giunto all’avvio del progetto, ma quando la realtà editoriale era già definita, dopo la pubblicazione dei primi 5 o 6 volumi.
La “Historica Edizioni” ha preso il via proprio grazie alla pubblicazione del primo libro. Avevo 60 giorni di tempo per pagare la fattura della tipografia, così insieme alle autrici abbiamo sponsorizzato il libro in tutti i modi, sia attraverso presentazioni, che tramite punti vendita su internet o contattando librerie. Siamo riusciti in questo modo a guadagnare una cifra sufficiente per pagare la tipografia ed avviare il sito, l’apparato burocratico e collaborativo della casa editrice. Ho poi utilizzato questo meccanismo anche per le successive pubblicazioni.
Riconosco che tuttora andiamo avanti, non con poche difficoltà, autofinanziandoci.

In quanto fondatore della casa editrice, quale mansioni ricopri al suo interno? Ti avvali della’aiuto di chi? Come coniughi  i vari impegni lavorativi con quelli scolastici e di svago?
Come editore, se inizialmente ricevevo un manoscritto a settimana e disponevo del tempo per leggerlo, ora trovandomi a leggerne 4 o 5 a settimana, ammetto che l’impegno è divenuto più intenso. Per questioni di tempo ho allora chiesto agli autori che mi venisse presentata la sola sinossi del racconto. Se la trovo interessante procedo nel farmi recapitare il manoscritto per intero, altrimenti declino. 
Una volta stabilito che il libro è pubblicabile, entrano in campo gli altri collaboratori: l’editor Valentina Silvestri, che si occupa della correzione bozze e dell’editing dei testi, il grafico Sasha Mastini, che si occupa appunto dell’impaginazione dei libri, il webmaster, che invece cura il sito e tutta una serie di altre persone che mi aiutano a coordinare le diverse attività. Per quanto attiene l’ufficio stampa o ci affidiamo di volta in volta ad esterni o me ne occupo io in prima persona. La distribuzione è affidata ad un distributore nazionale, che è EDIQ, e uno regionale (Emilia Romagna, Marche e Abruzzo) che è L’Editoriale.
Riesco a far tutto pianificando le mie giornate in modo da portare avanti i diversi impegni di lavoro, di studio, ma anche di svago, come tutti i ragazzi della mia età.

Sei tu a scegliere i testi da pubblicare? Quali sono i parametri che segui? Prediligi autori della tua età o comunque giovani emergenti?
Quando valuto un manoscritto non considero l’età dell’autore. Quello che conta prima di tutto, come dicevo, è che il libro sia scritto bene e sia di qualità. Deve inoltre essere di appeal e trovare un suo mercato. Non viene sottoposto al mio unico giudizio, ma deve trovare consenso anche tra il mio staff.
La cosa importante è che possa venire inserito in una delle nostre collane. Vorrei infatti creare un catalogo della Historica Edizioni e per questo non vedo la singola pubblicazione come qualcosa di a sé stante, ma deve rientrare nel progetto più ampio della casa editrice.

Le collane della Historica Edizioni sono varie. Tra queste c’è anche la rivista trimestrale di cultura e letteratura “Il Foglio letterario”. Perché hai scelto di dedicare una rivista a queste tematiche? Come è caratterizzata la linea editoriale?
La rivista viene pubblicata in collaborazione con il Foglio letterario. Abbiamo scelto di dedicare una rivista alla cultura e alla letteratura perché sembra che in Italia manchino periodici che si occupino di queste materie. Reputiamo però che sia importante nel nostro paese diffondere la conoscenza di queste tematiche poiché un buon cittadino dovrebbe conoscere i classici della letteratura. Non ci limitiamo tuttavia a questo ma vogliamo presentare anche nuovi libri, nuove firme, reportage, recensioni cinematografiche.
Il taglio del trimestrale non è accademico ma divulgativo, comunque dotato di una sua valenza culturale.

La tua Historica Edizioni sarà presente alla Fiera del Libro di Torino. Come ti prepari a questo evento? Cosa provi a trovarti accanto ai grandi nomi dell’editoria e come ti aspetti di venire accolto?
Abbiamo preso parte ad altre fiere, come quella di Mantova e di Chiaro, ma è il primo anno che partecipiamo a quella di Torino, che è la fiera del libro per antonomasia.
Non nascondo di avere molte aspettative al riguardo. E’ un’occasione importante perché rappresenta un’opportunità per prendere contatti con altri editori ed imprenditori. Sarà per me un grande onore affiancare i grandi dell’editoria che sono nomi storici della letteratura in Italia. Ma soprattutto l’evento sarà sicuramente una vetrina per la casa editrice e per il romanzo che presenteremo, “Fiume Pagano” di Laura Costantini e Loredana Falcone. Speriamo che l’occasione si rilevi un trampolino di lancio per le vendite, che certo hanno la loro importanza.

Cosa pensi della tua generazione accusata spesso di poco amore verso la cultura?
Gli adulti parlano della mia generazione con lo stereotipo della “generazione bruciata”. In realtà è sbagliato generalizzare. Il problema dell’Italia non possiamo essere noi, che siamo una generazione ancora da venire, ma la situazione del nostro paese è data da coloro che ci hanno preceduto.
Ammetto che non c’è molto interesse per la cultura tra i ragazzi della mia età: lo vedo anche nella scuola che frequento, che è un liceo scientifico e dovrebbe invece dimostrare il contrario. Ma credo che questo non sia un problema solo dei giovani di oggi, bensì anche degli adulti; è purtroppo un fenomeno più generale e diffuso. La cosa negativa è poi che la scuola non contribuisce all’amore per la lettura e per la cultura: il sistema con cui è strutturata non credo lo incentivi.

Quali sono i tuoi progetti futuri?
Per ora penso a finire il liceo, perchè ho qualche problema con la matematica che mi preoccupa. Dopo pensavo di proseguire con la facoltà di lettere.
Per quel che riguarda la casa editrice, i progetti sono tanti. Ma ci sono due problemi di non poco conto: il primo è la carenza di tempo, perchè sarà sempre più difficile coordinare i vari progetti con i nuovi impegni, e poi c’è il problema economico del reperimento delle risorse necessarie. Al momento è impensabile riuscire attraverso l’editoria a guadagnare quel tanto da reinvestire per crescere. La soluzione migliore sarebbe trovare qualche imprenditore disposto a finanziarci ed investire su di noi.