Le ‘icone culturali’ sono figure che hanno permeato il tessuto sociale entrando a far parte, spesso in modo inconscio, del patrimonio simbolico e dell’immaginario collettivo. Diversamente da quanto si possa pensare, molte di queste icone sono elementi comuni che attraversano trasversalmente il territorio europeo.
Le icone culturali europee sono dunque, secondo la definizione che ne da Francesco Fiorentino nel suo “Icone culturali d’Europa”, luoghi dell’immaginario dal carattere ‘popolare’, perché largamente riconoscibili e trasmissibili, che si sviluppano nel bacino sociale e culturale europeo, frutto di una stratificazione di significati. Il libro, edito da Quodlibet Studio, presenta una carrellata di forme iconiche condivise di cui vengono individuate origini remote ed evoluzioni recenti.
E’ il caso di figure come quella della seduttrice Carmen, personaggio archetipo della donna fatale, che incarna il carattere proprio di molte eroine di ispirazione classica e che è sopravvissuto fino ai nostri giorni. E come non menzionare la Madame Bovary di Flaubert, che con la sua insoddisfazione e il suo mal di vivere ha anticipato quello stato d’animo tipico dei tempi moderni, spesso attribuito all’emisfero femminile, divenendone per l’appunto icona. Sul versante maschile è nota a tutti l’immagine del conquistatore tenace impersonata dal Don Giovanni, che dalla sua nascita nel ‘600 ha subito numerose e varie reinterpretazioni, mantenendo però sempre inalterato il suo istinto di ‘predatore’.
Le icone tuttavia non sono solo personaggi letterari, ma possono assurgere a tale rango anche le parole. Pensiamo ai termini “charme, chic, boutique”: sono espressioni francesi che tuttavia hanno permeato anche altri idiomi, sempre individuando significati connessi al concetto di stile, di eleganza e di moda.
Non mancano poi le icone dell’immaginario politico e mediatico, come Ivan il liberatore della tradizione balcanica o Il Grande Fratello lanciato da Orwell, ma anche figure folkloristiche quali la Sirena o la Strega, presenti in ogni tradizione culturale europea e mai dimenticate, né abbandonate.
Altra categoria individuata è quella delle cosiddette icone transnazionali, che hanno cioè superato i confini del loro paese d’origine, per divenire note e popolari in tutto il territorio europeo. Tra queste c’è certamente il tè o il curry a loro volta importati dall’Asia, ma che hanno saputo conquistare gli europei a partire dalla colonialista Inghilterra.
Il volume si conclude con l’individuazione di alcuni luoghi e non luoghi divenuti parte del bagaglio iconico del nostro continente. Rientrano in questa catalogazione i magazzini svedesi Ikea, sparsi per tutta Europa, che si sono imposti non solo a livello di consumi ma anche nell’immaginario collettivo, proponendo un particolare stile di vita, una serie di valori e particolari ideali.
I saggi raccolti in “Icone culturali d’Europa” sono dunque finestre sulla nostra cultura, capaci di renderci consapevoli di quel panorama di simboli e figure tramite cui rintracciare una comune identità europea.

Icone culturali d’Europa
Francesco Fiorentino (a cura di)
Quodlibet Studio 28,00 euro
ISBN 978-88-7462-317-4