Dopo ben 38 anni l’emisfero australe torna ad ospitare i campionati mondiali di calcio (l’ultimo a sud dell’Equatore si è tenuto nel lontano 1978 in Argentina) e protagonista dell’edizione 2010 è il Sudafrica.
Come ogni grande evento, la FIFA World Cup è una di quelle occasioni da cogliere al meglio e per cui non farsi trovare impreparati. Basti pensare che la Federazione dispone per l’appuntamento di quest’anno, di ben 420 milioni di dollari, 120 milioni in più rispetto a Germania 2006 e 221 rispetto al Mondiale disputato in Giappone e Corea del Sud nel 2002. I dati rispecchiano dunque il trend positivo che questo appuntamento sportivo registra negli ultimi anni.
E gli sponsor, come prevedibile, fanno a gara per conquistare la loro ricca fetta di visibilità. L’adidas si è aggiudicata la produzione del pallone che verrà utilizzato per i match, battezzato col nome zulu “jabulani”, che equivale al nostro ‘festeggiare’, sebbene poco convinca gli stessi giocatori per la sua estrema leggerezza. I colossi multinazionali di Coca-cola e Mc Donald’s possono permettersi di essere presenti con i loro loghi in ogni ambito della competizione, con non celato malcontento del WCRF (World Cancer Research Fund), il quale sperava che un torneo sportivo di tale visibilità, potesse invece promuovere stili di vita sani e attivi e non certo junk food. Ad affiancarli sarà anche la Sony, che per l’occasione ha creato un archivio virtuale con le immagini delle trascorse edizioni, consultabile dai suoi nuovi televisori dotati di connessione internet.
In Italia, paese di calciofili per eccellenza, l’emittente televisiva Sky ha acquistato la prerogativa di trasmettere a pagamento le contemporanee di tutte le 64 partite del torneo, con un’esclusiva di 39 incontri, tanto che dedicherà ai mondiali ben otto canali,  mentre alla Rai sono stati assegnati i diritti in chiaro di una partita al giorno, per i 31 della durata dell’evento. Se poi la protagonista assoluta di quest’anno nel settore audiovideo è stata la tecnologia 3D, The Space Cinema non poteva lasciarsi sfuggire la ghiotta occasione di un accodo con la FIFA: verranno infatti proiettate 16 partite, in 20 cinema italiani, con gli effetti della tridimensionalità.
Anche brand della moda sfruttano l’ “onda mondiale” inserendo nelle loro collezioni i colori delle nazionali, dalle magliette, ai costumi, agli accessori più disparati e l’industria dell’advertising non manca occasione di affiancare i prodotti reclamizzati al campionato calcistico, con concorsi a premi e gadget annessi. Divenendo sponsor della nazionale italiana è possibile inoltre avvalersi del diritto di utilizzare sui propri marchi lo scudetto tricolore, impreziosito dal 2006 con la quarta stella.
Questo mondiale, al di là di ogni pronostico, sarà comunque ricordato come il primo della storia disputato in terra africana. I riflettori sono tutti puntati sul Sudafrica, nazione ospitante, che non può dunque permettersi di sbagliare. Dalla riuscita di questo evento potrebbero infatti dipendere le sorti dell’immagine che questo continente mostra di sé al mondo, cogliendo l’occasione per una nuova nobilitazione agli occhi dell’opinione pubblica.
La decisione di svolgere la World Cup di quest’anno in Africa nasce nel 2001, quando il comitato esecutivo FIFA decise di adottare, a partire dal 2010, il metodo della rotazione tra le varie confederazioni per l’assegnazione della sede ospitante. Il primo continente selezionato, il 7 luglio 2001, fu proprio quello africano. Il Sudafrica l’ha spuntata su altre tre candidature (Egitto, Libia e Tunisia con candidatura congiunta, Marocco) che presentavano i requisiti necessari.
L’importanza politica e di riscossa nazionale di questa assegnazione è tutta racchiusa nelle lacrime di gioia che, il 15 maggio 2004, hanno rigato il volto del premio Nobel Nelson Mandela, protagonista strenuo della lotta contro l’Apartheid e per la democrazia del suo paese. La scelta ha trovato subito il plauso del presidente FIFA Joseph Blatter, a dispetto dello scetticismo dei molti che temevano lentezza e disorganizzazione dell’ex colonia olandese. Tant’è che si è subito predisposto un ‘piano di salvataggio’ da attuare nel caso in cui il Sudafrica si fosse presentato impreparato all’appuntamento, prevedendo un eventuale dirottamento dell’evento in terra tedesca, con un “Germania-bis 2010”.
A pochi giorni dall’inaugurazione della World Cup sembra invece che tutto sia pronto, con un anticipo di quattro mesi nei tempi previsti per il completamento della struttura degli stadi. Il governo ha investito circa 4,6 miliardi di euro. Di questi, 900 milioni sono stati impiegati nella costruzione ex novo o per l’adeguamento degli stadi e lo sviluppo delle aree circostanti, 1.2 miliardi sono serviti per strade e trasporti, 1.8 miliardi hanno rafforzato il sistema aeroportuale e 138 milioni sono stati investiti per la sicurezza, vera grande preoccupazione per gli organizzatori, anche alla luce dei recenti scontri tra tifosi, e alla serpeggiante violenza di bande criminali.
Questi capitali hanno certamente dato un nuovo volto alla nazione che ha visto crescere le nove città in cui si disputeranno gli incontri, mentre dei dieci stadi che vedranno i calciatori scendere in campo, ben cinque sono stati costruiti ex novo tra 2009 e 2010, con strutture architettoniche avveniristiche. Il Sudafrica Sturdy Stadium, situato nel quartiere di Green Point di Città del Capo, è stato dotato di una copertura, costituita da una rete in fibra di vetro e teflon sospesa sotto ad un tetto concavo, anch’esso in vetro (il più grande mai costruito), progettata dalla ditta di ingegneria tedesca Schlaich Bergermann, che evita la fuoriuscita del fragore dall’occhio centrale dello stadio, rendendolo insonorizzato. Lo stadio Moses Mabhida di Durban è stato invece costruito nei pressi del lungomare cittadino, con un arco monumentale pedonale a sovrastarlo, da cui è possibile praticare il bungee-jumping ed altre attività sportive. Queste sono solo alcune delle testimonianze che attestano il vento dell’innovazione che ha travolto il paese.
Se gli investimenti sono stati alti è perché, d’altronde, gli introiti complessivi stimati sembrano aggirarsi intorno agli 8 miliardi di euro, di cui ben 1.7 miliardi di euro dovrebbero giungere dal comparto turistico, con un numero atteso di 450.000 visitatori nel periodo dell’evento. I tour operator locali puntano allora a far sì che il mondiale non sia l’unica attrazione turistica da offrire, ma che si riveli un’ampia vetrina per promuovere le bellezze dei parchi naturali e l’accoglienza del paese. A favorire tale obiettivo è senza’altro la novità adottata in questa edizione della World Cup, per cui sono state inserite tra le strutture ricettive utilizzabili, anche quelle alternative dei B&B e delle riserve faunistiche.
Questo potrebbe essere l’input per un lancio dell’economia Sudafricana e non solo. L’iniziale impasse con il sistema di ticketing, ha per esempio indotto ad un ripensamento del sistema informatico africano, con un progetto del Watra (West African Tlc Regulatory Assembly) che punta ad un’azione univoca degli operatori di connessione per sviluppare una rete in fibra ottica nel continente, con un balzo tecnologico che bypassa l’ormai superata fase dei cavi telefonici. Dato incoraggiante è che uno degli sponsor principali della kermesse calcistica è proprio una società di comunicazione africana, l’operatore telefonico Mtn. Si Stima inoltre che l’evento mondiale inietti nell’economia del paese ospitante un afflusso di risorse addizionali pari a 2.4 miliardi di euro, con la creazione di circa 160.000 nuovi posti di lavoro. Sarà poi importante gestire al meglio il dopo-evento affinché tali entrate non vengano disperse ma reinvestite, così da stimolare nuove attività proficue per l’economia nazionale.
Il Campionato Mondiale 2010 in Sudafrica è allora un’occasione che il continente nero non può mancare per risollevare le sue sorti e imboccare la strada di uno sviluppo autonomo e consapevole, che non nasconda nuove forme di colonialismo moderno: le ricchezze di materie prime che racchiudono le sue terre floride, da sempre nel mirino dei paesi industrializzati e ora al centro degli interessi della Cina, devono essere sapientemente impiegate e amministrate, e non svendute in balia di investitori stranieri. E’ ora che l’Africa ruggisca e faccia sentire la sua voce, la sua grande creatività, racchiusa nel logo disegnato dal grafico sudafricano Gaby de Abreu per i Mondiali, ma anche il suo calore genuino, infuso dalla musica del gruppo locale Freshlyground, protagonista dell’inno ufficiale del torneo “Waka, Waka – Time for Africa”.
Con l’augurio che questo evento si riveli un successo, ai mondiali 2010 tiferemo Africa!

Riferimenti:

http://www.ilsussidiario.net/News/SUDAFRICA-MONDIALI-2010/2010/6/7/SUDAFRICA-I-dati-del-grande-business-dei-Mondiali-di-calcio-2010/90869/

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/calcio/2010/05/05/visualizza_new.html_1789296742.html

http://www.sport.it/calcio/mondiali-sudafrica-2010/il-mondiale-e-alle-porte-il-sudafrica-e-pronto

http://www.equilibri.net/nuovo/it/articolo/sudafrica-il-paese-%C3%A8-pronto-ad-ospitare-il-mondiali-di-calcio

Stefano Carli, L’Africa vola sulla fibra ottica, La Repubblica, 07/06/10