Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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Il Palazzo delle Arti di Napoli (PAN), prima struttura civica napoletana destinata a centro culturale, è situato in uno dei più antichi palazzi monumentali di Napoli, il Palazzo Carafa di Roccella, in Via dei Mille. Fu abitato da Vincenzo Maria Carafa, V principe di Roccella, e dalla moglie che diede l’incarico di restaurare il palazzo a Luca Vecchioni, collaboratore di Vanvitelli. Il Palazzo prende quindi forme vanvitelliane e le ristrutturazioni degli anni Settanta e Ottanta, che ci hanno consegnato il Palazzo così come è oggi, segnano la perdita della memoria storica del Palazzo. Dal 1998 il Comune di Napoli (proprietario già dal 1984) stabilisce la destinazione d’uso del Palazzo Roccella a Centro di Documentazione per le Arti Contemporanee.
Inaugurato nel Marzo del 2005 e realizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli con la collaborazione di Provincia e Regione, si estende su una superficie di 6000 mq su 3 piani.
Il PAN si propone come struttura culturale dinamica e con l’ambizione di superare l’idea statica di Museo di Arte Contemporanea, anche perché a Napoli avrebbe un valido concorrente, il Madre (Museo d’Arte Contemporanea DonnaRegina).
Il PAN cerca di stimolare la partecipazione culturale collettiva con laboratori, rassegne cinematografiche o musicali con interessanti sperimentazioni internazionali, incontri con personalità di rilievo nel mondo dell’arte oltre alle esposizioni temporanee e permanenti di arte contemporanea. Inoltre, annovera tra le proposte un settore stabile di attività: il Centro di Documentazione, finalizzato alla creazione di archivi, consultabili, di informazioni riguardo opere e documenti d’arte che testimoniano l’opera di autori contemporanei. Interessante anche la costituzione della webradio del PAN, sulle orme di Radio Papesse a Siena, nata come spazio per una fruizione alternativa dell’arte. Grazie ad interviste ad artisti, dirette sugli eventi, audio-guide, concerti e selezioni musicali Radio PAN si pone come espressione sonora del Centro di Documentazione.
Tante e buone potenzialità che presagiscono un dinamismo intellettuale e culturale; ma, una visita al PAN, oggi, lascia una sensazione di incompiutezza.
Si sente e si percepisce, da parte degli appassionati d’arte e non solo, che il Luogo, dal fascino storico e dalla bellezza architettonica, ha una enorme potenzialità che va oltre l’attrattiva culturale di nicchia, grazie alla sua felice ubicazione, nel cuore di una Napoli, bella e raffinata, che nelle sue mille sfaccettature riesce a sorprendere anche per gli eccellenti collegamenti.
Nicola Spinosa, in qualità di membro del Comitato Scientifico del Centro, dichiarava nel 2005 che l’impegno di un Centro è strettamente connesso all’applicazione e alla realizzazione di una serie di principi basilari:[…]pianificazione e programmazione delle attività e garanzia della disponibilità delle risorse necessarie; e, soprattutto, la stretta connessione tra l’indirizzo delle attività istituzionali e la conoscenza e la valorizzazione di quanto si è prodotto in città da parte di operatori locali e stranieri.
La sensazione è che, per l’applicazione e la realizzazione dei principi basilari, ai quali faceva riferimento Spinosa, ci sia ancora strada da fare. Inoltre, non mancano alcune criticità che rendono poco godibile il Centro. A cominciare dal sito web, meccanico e poco chiaro riguardo le attività presenti e future del Palazzo, fino ad arrivare alla fruizione delle sale che risulta poco accogliente o addirittura assente nei casi in cui non vi siano esposizioni e/o iniziative.
Infine la comunicazione, definita da molti addetti ai lavori una delle principali cause di successo o insuccesso di un museo, di una galleria o di un centro culturale (ad esempio riconosciamo il forte impatto comunicativo del Museo Maxxi a Roma), che è quasi assente in città e assente del tutto fuori. L’eccezione è rappresentata, esclusivamente, dalle importanti campagne di informazione in occasione di particolari eventi (come nel caso del Napoli Teatro Festival Italia in cui il PAN rientra al centro della “scena”).
Insomma, la sensazione è quella di trovarci di fronte ad un possibile aggregato di cultura ed un possibile aggregatore di artisti di ogni genere, oltre che un potenziale attrattore turistico culturale, ma che stenta nel decollo.
Quando il PAN deciderà di diventare grande e di comunicarlo al mondo?