Un interessante esempio di connubio tra arte, cittadinanza e territorio ce lo offre, ancora una volta, Londra, una sua piazza e un suo museo: Trafalgar Square e la National Gallery, con il progetto The Fourth Plinth.
The Fourth Plinth si riferisce al quarto dei quattro plinti che si trovano a Trafalgar Square. Questo quarto plinto è stato costruito nel 1841 ma, a differenza degli altri tre che si trovano nella piazza e che sono sormontati da statue militari, questo è rimasto vuoto. Dal 1999 è stato creato un programma per allestire la base con opere d’arte temporanee. Inizialmente gestito dalla Royal Society for the encouragement of Arts, Manufactures and Commerce (RSA), da alcuni anni il Comune di Londra ne ha strategicamente preso in carica la conduzione, costituendo un’apposita commissione, The Fourth Plinth Commissioning Group.
Il progetto prevede ogni due anni un concorso rivolto agli artisti che vivono e lavorano a Londra, per presentare il modello di un’installazione da collocare sopra il plinto. L’opera vincitrice rimane a Trafalgar Square per uno o due anni e viene sostituita dalla successiva installazione vincitrice.
Nel 2008, per la prima volta, è stato coinvolto il pubblico nella selezione dell’opera. La National Gallery ha esposto i modelli dei primi sei lavori  preliminarmente selezionati da una commissione di esperti. Assieme al modello, ogni artista candidato ha presentato le motivazioni del proprio progetto. Fino al 30 marzo 2008 ogni visitatore poteva dare la propria preferenza e lasciare un commento, nel museo oppure on line sul sito web riservato al progetto, con una sezione dedicata intitolata “Your say” (www.london.gov.uk/fourthplinth/yoursay) e nel giugno 2008 il sindaco di Londra ha comunicato il risultato dei voti del pubblico.
Così ricco, il progetto The Fourth Plinth mette in scena un esempio di buona pratica di arte contemporanea pubblica, interessante per vari aspetti.
Innanzitutto, guardiamo al ruolo che gioca per la piazza, Trafalgar Square. Tale iniziativa rivitalizza uno spazio pubblico, simbolo e punto nevralgico della capitale: un’installazione dà un tratto di attualità al paesaggio urbano fatto di elementi e architetture storiche. Questo è in linea con la recente rigenerazione della piazza, che è stata da pochi anni ristrutturata, rendendo il suo traffico pedonale, ed è diventata il palco principale di eventi e manifestazioni culturali della città.
In secondo luogo, il progetto coinvolge anche il celebre museo che si affaccia sulla piazza, la National Gallery. Lo spazio dedicato all’esposizione dei sei modelli è una delle aree più informali del museo, una sala di sosta dove si trovano il bar e i servizi per i visitatori, lontano quindi dalle sale della collezione. Il visitatore di passaggio poteva lasciare un commento sulle opere e votare l’opera preferita. In questo modo il museo ha assunto una funzione di mediazione tra individui e città. Inoltre, questo favorisce la coesione tra il museo e il luogo in cui si inserisce. Lungi dall’essere uno spazio chiuso in se stesso e centripeto, in questo modo il museo interagisce con il contesto cittadino e si predispone come un luogo aperto ad accogliere oggetti urbani. Anche con questa esposizione, insieme alle altre strategie di fruizione del museo, la National Gallery si propone ai propri visitatori come un luogo pubblico inserito nella vita della città e della sua gente.
In terzo luogo, predispone una pratica di arte pubblica. Pubblica in un doppio senso: in prima luogo, arte in un luogo pubblico accessibile a tutti; in secondo luogo, arte del pubblico. Questo appare chiaro da quanto scrive il sito web dedicato al progetto: “A key element of the Fourth Plinth Programme is to involve people in the debate about public art”. E ancora: “Public consultation is an important element in the Fourth Plinth Commissioning Programme, which in addition to getting comments on the proposed artworks aims to get people thinking about the place of art in the public realm”. Quindi l’esposizione dei sei modelli finalisti alla National Gallery costituisce una strategia per coinvolgere il pubblico in una pratica artistica.
Per di più, l’arte stessa è concepita come oggetto di dibattito pubblico, a pieno titolo nell’agenda della politica locale e della cittadinanza. La gente è coinvolta a decidere sull’arte in quanto elemento della propria città e quindi proprio. In particolare, questa procedura di selezione, pubblica e visibile, contribuisce a interpretare l’arte come un fenomeno culturale e sociale, come pratica condivisa e partecipata, invece che come prodotto finito del genio artistico.
La selezione finale da parte dei visitatori della National Gallery, a giugno 2008, ha decretato vincitrici a pari merito due opere. La prima ad essere stata esposta è particolarmente significativa. Si tratta del progetto di Antony Gormley, One and the Other: una statua fatta di persone qualunque. Su prenotazione, chiunque era libero di salire sul quarto plinto e fare la statua sotto gli occhi di tutti per un’ora. L’esibizione è durata cento giorni, dal 6 luglio al 14 ottobre 2009 per tutte le 24 ore del giorno, coinvolgendo 2.400 “plinthers”. In questo senso, la gente ha contribuito in prima persona al farsi dell’opera d’arte, esaltandone proprio il carattere pubblico e sociale. The Fourth Plinth è stato propriamente un piedistallo per i contemporanei, con l’obiettivo, dichiarato da Gormley, di essere una rappresentazione della Gran Bretagna contemporanea.
Dal 24 maggio 2010 è esposta l’altra opera vincitrice, Nelson’s Ship in a Bottle dell’artista Yinka Shonibare, una grande bottiglia di vetro in cui si adagia il modellino della nave dell’ammiraglio Nelson, le cui vele sono realizzate con tessuti a motivi africani. L’opera celebre la storica battaglia di Trafalgar, collegandosi così alla dimensione storica della piazza. Questa però è riletta in chiave contemporanea secondo il punto di vista multiculturale dell’artista nero.
The Fourth Plinth programme cavalca quindi in modo efficace il successo attuale dell’arte contemporanea, usandola in maniera costruttiva, come collante tra cittadini e politica locale, tra visitatori e città, tra artisti e cittadinanza.

Approfondimenti:
www.london.gov.uk/fourthplinth