Musica come arte del suono, ma anche come contaminazione di tecniche che la rendono parte di quel sistema contemporaneo dotato di innumerevoli possibilità espressive, di cui l’arte e la musica sono parte fondante. Negli ultimi decenni, abbiamo assistito ad una profonda evoluzione del mercato della musica, sotto la spinta delle opportunità offerte da fattori quali le nuove tecnologie, che ne hanno segnato il cammino incidendo soprattutto nella possibilità di ampliare i canali di promozione.
In termini economici, si stima che la musica registrata sia in grado di generare un cosiddetto “effetto a catena”, visto che permette di creare profitto anche attraverso la musica dal vivo, la  radio, l’editoria, e l’hardware utilizzato per ascoltare musica ovunque, il tutto per un valore stimato di 160 miliardi di dollari all’anno (dati IFPI). Inoltre, secondo il Rapporto 2009 sull’Economia della Musica in Italia, realizzato dalla Fondazione IULM, cambiano le forme di produrre la musica, ma cambiano anche, e soprattutto, le modalità di fruizione: al consumo comune tramite supporti fisici, quali cd, dischi in vinile, cassette e dvd musicali, si affianca l’ascolto di musica in formato digitale, scaricata da internet su computer e cellulari; oppure, a fianco del consumo di musica associato alle attività ricreative, ludiche e commerciali (“musica sparsa”), si trovano le cosiddette “sincronizzazioni”, che si presentano tutte le volte che ascoltiamo musica negli spot pubblicitari o al cinema. L’ultima tipologia analizzata è quella della musica dal vivo, un comparto che, anche se ha registrato una leggera flessione nei consumi (- 1,7%), manifesta una buona stabilità, totalizzando un volume d’affari pari a 755 milioni di Euro.
Sembrano testimoniare proprio questo le numerose iniziative in corso nei musei di arte contemporanea, sia a livello nazionale e internazionale, che propongono un’ulteriore caratterizzazione per la tipologia di consumo, sia nell’accezione di musica dal vivo, che in termini di musica come “strumento di comunicazione” di arte visiva.
Modello di riferimento è sicuramente il MOMA di New York, che con il ciclo di eventi estivi a sfondo musicale denominati Warm Up, si presta a collocarsi come punto di riferimento per un pubblico altamente differenziato, alla ricerca di un’esperienza multisensoriale a tutti gli effetti. Il programma, promosso in unione con il Centro di Arte Contemporanea P.S.1, si colloca all’interno del progetto Young Architets Program (YAP), che dà la possibilità ad architetti emergenti di cimentarsi con la progettazione di opere pubbliche destinate a divenire spazi predisposti per i visitatori del Centro.
Se vogliamo rimanere entro i confini nazionali, varie sono le iniziative che ripropongono la musica nelle sue molteplici sfumature, a dimostrazione che le due forme di espressione, arte e musica, sono intrinsecamente legate tra loro. Detta altrimenti, “Mentre in precedenza un approccio riduzionista metteva al centro della ricerca il tentativo di isolare e depurare l’esperienza musicale, in questi ultimi anni alcuni dei più interessanti e innovativi musicisti hanno lavorato in una direzione opposta, che potremmo definire massimalista, con influenze popolari ed etniche, arricchite da influenze pop e sensibilità legate anche al campo delle arti visive contemporanee”. Con queste parole i curatori del programma di eventi MAXXIMALISM descrivono l’intento di proporre negli spazi esterni del MAXXI cinque performances musicali in anteprima italiana, che vanno ad affiancarsi all’attività espositiva del museo, visitabile fino alle 23.
La stessa filosofia ispira anche la mostra in corso all’Auditorium Fondazione Musica per Roma, che con il progetto Syncronicity. Record Covers by Artists recentemente inaugurata, propone una seleziona di 100 “dischi d’artista”, ripercorrendo la storia delle copertine realizzate da artisti dall’inizio degli anni cinquanta ad oggi, e le principali correnti artistiche di cui sono espressione (dalla Graffiti Art alla Transavanguardia fino agli Young British Artists).
In parallelo, anche la Triennale di Milano presenta la mostra It’s not only Rock’n’Roll, Baby!, che sarà aperta fino al 26 settembre 2010. Una collettiva di opere di musicisti che si sono avvicinati alle arti visive prima che alla musica, rappresentando l’arte un’attività importante seppur sconosciuta della loro espressione creativa.
L’approccio innovativo delle iniziative che legano la musica all’arte contemporanea dimostra una contaminazione suggestiva, che spinge a procurare un’esperienza in grado di coinvolgere maggiormente la parte emotiva e sensoriale del visitatore, senza sminuire, peraltro, la componente artistica delle opere che sono oggetto della visita al museo. A testimonianza che se esiste un linguaggio comune, è proprio quello del contemporaneo, che abbatte le barriere di specializzazione di ciascuna tecnica e che utilizza gli stessi strumenti di lettura, traendo dalla contaminazione reciproca il proprio valore aggiunto, nella prospettiva di stimolare ancor più il consumo e la fruizione, e di provocare quindi, di riflesso, inedite esperienze multisensoriali.

Riferimenti:
Fondazione Università IULM, Economia della musica in Italia. Rapporto 2009;
A. Vattese, Capire l’arte contemporanea. La guida più imitata all’arte del nostro tempo, Allemandi Editore;
www.fimi.it
www.ifpi.org
www.triennale.org
www.auditorium.com
www.maxxi.beniculturali.it