Nelle sere d’estate, nel cuore del centro di Bologna si accendono le luci delle finestre di Palazzo dei Banchi e di Palazzo del Podestà e in Palazzo Re Enzo tremolano i lampadari. Da via dei Pignattari c’è una corrente di aria tiepida che avvolge la gran Piazza Maggiore, il luogo incastrato tra i marmi della facciata non compiuta della Basilica di San Petronio e il brulicare di persone che calpestano il Crescentone – pavimentazione rialzata che ricopre l’intera piazza –  di granito bianco e rosa. È in Piazza Maggiore che dal 4  al 30 luglio si è aperto anche quest’anno un cinema gratuito sotto le stelle, che ha ospitato dalle ore 22.00 quasi diecimila persone.
Il progetto, nato dalla collaborazione della Cineteca di Bologna, il Comune stesso, e l’Ente Internazionale del Cinema Libero, ha proposto un calendario che ha stuzzicato emozione e fantasia, solleticando le corde dell’ingegno: omaggi a Fellini, Tonino Guerra, Scarpelli, ai Fratelli Coen e a Buster Keaton.  Le quattro serate sotto il titolo di Sguardi dal Mondo hanno portato in scena storie di guerre e rinascite, e nella serata del 30 luglio la manifestazione si è conclusa in una silente trepidazione sulle parole finali de L’uomo che verrà.
Sotto le stelle del Cinema, è un titolo evocativo per una manifestazione che ha raggiunto il suo scopo: evocare una passione unitaria, omaggiare la città stessa e il pubblico, sia quello seduto dall’inizio alla fine della proiezione che quello passante di fretta, ma che si è lasciato accattivare da un’invasione di luci e suoni.
Se durante la proiezione di Cantando Sotto la Pioggia si è bloccato l’audio, evocando ironicamente la storia del film stesso, portavoce a ritmo di tip tap del momento di passaggio tra cinema muto e cinema parlato, e il pubblico ha colto l’ironia in modo allegro, e se dopo alle fermate dell’autobus i ragazzi si attaccano alle colonnine rosse per improvvisare quattro saltelli, e i gruppetti di amiche sottobraccio cantano ridendo la melodia, se questo succede, l’omaggio alla città è perfettamente riuscito in modo più che gradito.
Un dono per tutti non fa differenze tra chi lo riceve, e non ha fatto differenza per nessuno sotto al maxischermo di Piazza Maggiore. Il messaggio di promozione sociale ha un ritorno positivo, e sotto il nome della Settima Arte si radunano proprio gli abitanti di Bologna, che sono categorizzati nei bulgnîs, i turisti, gli studenti e gli immigrati. Nessuna leggerezza nel valutare la conclusione di questa edizione 2010, portavoce di quanto sia prezioso per una città come Bologna un dono espressamente dichiarato come tale, mentre Piazza Maggiore racchiude architetture medievali di contadini e signori e urbanistica del potere politico.
Sulle note della recentissima politica delle associazioni di categoria cinematografica contro il ddl del ministro Bondi, dal quale si prospetterebbe una modifica nella ripartizione dei costi del mercato nelle sale cinematografiche, un’iniziativa come Sotto le stelle del Cinema porta una valenza sociale ancora più forte.
Quindici anni fa il prezzo del biglietto del cinema a Bologna, il mercoledì pomeriggio costava duemila lire. La metà dell’allora biglietto intero. A Bologna il cinema per un mese è stato un regalo, preceduto solo da un invito a passare la serate sulle sedie di plastica in fila sul Crescentone.
Forse il pubblico migliore è stato chi si è fermato scendendo dalla bici e tenendola di lato. Un’espressione dell’incanto della volontà di godersi un bel regalo.
E quindi, che sia fatto, ogni tanto, un regalo a Bologna, e in altre città dall’aria campanilista ma dal fervore europeo.