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La stagione estiva rappresenta la cartina di tornasole per verificare lo stato di salute del settore turistico, essendo il periodo dell’anno tradizionalmente preposto alle vacanze. Le previsioni per l’estate 2010 parlano di un turismo che risente ancora gli effetti negativi della crisi economica, che ha causato una contrazione dei consumi e un conseguente calo della domanda. La minore disponibilità di risorse finanziare è stata indicata dal 54,9% di coloro che non effettueranno una vacanza nel corso dei mesi estivi come la principale motivazione di un mancato viaggio, secondo quanto riportato da un’indagine condotta da Federalberghi durante i primi giorni di luglio. L’Associazione che riunisce gli albergatori italiani ha stimato che quest’anno il 46,3% degli italiani ha deciso di non partire e di trascorrere l’estate a casa, facendo registrare un incremento rispetto al 2009 quando la percentuale dei non vacanzieri era pari al 43,8%.
Dati negativi confermati anche dai rappresentanti di altre associazioni di categoria come il presidente di Agriturist, Vittoria Brancaccio, la quale invitata ad esprimere la propria opinione rispetto ad una presunta ripresa del comparto agrituristico ha affermato che in realtà “si diffondono numeri ottimistici privi di qualsiasi fondamento”, che non trovano riscontro in “un primo semestre dell’anno a crescita zero” a cui fanno seguito delle “previsioni per il secondo semestre che tendono al negativo”. A partire da un sondaggio che Agruturist effettua ogni anno presso le strutture agrituristiche, si ricava che il 46% degli operatori intervistati registra un numero inferiore di presenze in confronto all’anno precedente. A ciò si aggiungono le considerazioni esposte da Giorgio Lo Surdo, direttore di Agriturist, il quale nel corso di un’intervista ha tenuto a sottolineare che nonostante “a fine 2009 fosse prevista un’aspettativa di ripresa economica variabile tra lo 0,9 e l’1,5%” al momento attuale risulta essere tutto fermo. Anche Assotravel concorda nel sostenere che i risultati conseguiti dalle agenzie di viaggio, seppure soddisfacenti, non saranno in grado di “invertire il segno meno dell’andamento del mercato turistico”.
Un quadro dai colori cupi che sembra contrastare con i dati diffusi dall’Osservatorio Nazionale del Turismo che preannuncia addirittura una crescita del 15,9% del numero di italiani che hanno organizzato almeno una vacanza nei mesi che vanno da luglio a settembre, con 30 milioni di persone in viaggio a fronte dei 25,9 milioni partiti nel 2009. Il 35,3% di coloro che effettueranno una vacanza lo farà durante il mese di luglio, il 44% ad agosto e il 20,6% a settembre, con una netta predilezione per le località balneari che accoglieranno il 62,6% dei soggiorni programmati nel trimestre estivo. In linea con il punto di vista dell’Osservatorio Nazionale, le stime fornite dal Centro Studi Casa Ambiente e Territorio di Assoedilizia (Cescat), che prospettano un aumento del 4% delle prenotazioni alberghiere nei mesi di luglio e settembre e del 2% durante il mese di agosto, con 39 milioni di italiani in viaggio. Una cifra che – qualora fosse confermata – corrisponderebbe secondo il Cescat ad un aumento del 4% rispetto al 2009. In crescita appare anche il segmento straniero della domanda turistica, attratto soprattutto da un euro debole. Secondo i dati resi noti dall’Enit – l’agenzia nazionale del turismo – su 117 Tour Operator intervistati, quasi l’80% ha dichiarato che la vendita di pacchetti turistici che hanno quale destinazione una località italiana è aumentata. In particolare sono i mercati emergenti dell’Est, come India, Cina, Giappone, a trainare il mercato mostrando una notevole propensione ad effettuare una vacanza in Italia.
Un’estate contrassegnata da luci ed ombre, durante la quale all’incertezza dei risultati si sono aggiunti anche importanti avvenimenti finanziari come il fallimento de I Viaggi del Ventaglio, storico Tour Operator presente sul mercato da 34 anni, che è stato costretto a cessare la propria attività per un buco in bilancio pari a 200 milioni di euro. Una vicenda su cui hanno scritto in molti, soffermandosi sui disagi causati ai clienti, vittime di una cattiva gestione che ha condotto l’azienda che ha inventato la formula della vacanza familiare “all inclusive” verso una strada senza uscita.
Per sapere se l’estate 2010 avrà confermato oppure smentito le previsioni tanto ottimistiche quanto pessimistiche occorrerà aspettare l’arrivo dell’autunno, quando i numeri saranno certi e le performance misurabili. Nell’attesa si potrebbe iniziare a riflettere sul perché in Italia la ripresa del turismo incontra ancora tante difficoltà.