Se passeggiando per la vostra città vi capitasse di notare un’aiuola che il giorno prima non ricordavate ci fosse, non affrettatevi a ringraziare l’amministrazione locale per il lavoro svolto. Potreste essere al cospetto di un autentico ‘attacco verde’.
E’ così che chiamano le loro azioni dimostrative i componenti del gruppo “Guerrilla gardening”, movimento nato in Italia da circa tre anni, con l’intento di combattere il degrado urbano contro l’incuria delle aree verdi. Le attività da loro svolte consistono proprio nel trasformare luoghi cittadini dismessi in piacevoli spazi verdi. Partito da Milano, il gruppo sta pian piano allargando la propria cerchia di sostenitori: dalla cittadinanza, che plaude il loro impegno, alle aziende di giardinaggio che sostengono la causa con consigli e donativi di piante e utensili, ma in molti cominciano a ricorrere a quest’attività dimostrativa, che si sta così diffondendo in tutta la penisola.
In realtà la pratica del coltivare e fare giardinaggio in spazi non propri ha origine già nel 1973 a New York, dove Liz Christy trasformò un lotto privato abbandonato al degrado, in uno splendido giardino tuttora esistente e preservato dal Dipartimento parchi della città.
Interventi simili si sono susseguiti in tempi, modi e luoghi diversi, tutti accomunati dall’utilizzo di terreni di proprietà altrui per coltivare alberi, fiori e piante. Le motivazioni alla base di questi gesti sono disparate: da chi, come i contadini affamati dell’Honduras, ha piantato alberi da frutto e ortaggi nei campi lasciati incolti, all’azione portata avanti dal gruppo The Land is Ours che nel 1996, per protestare contro lo spreco della terra urbana, la mancanza di case popolari, e il deterioramento dell’ambiente urbano, ha occupato i 5 ettari di terreno abbandonato appartenenti alla Guinness, nel sud di Londra. Non è dunque raro che a questi gesti si accompagnino messaggi politici e di sensibilizzazione riguardo a tematiche ambientaliste. L’ultima a cui abbiamo assistito nel nostro paese è quella del circolo Sinistra Ecologia e Libertà di Lucca che, il 19 agosto scorso,  ha provveduto alla pulizia e riqualificazione di una rotonda posta al confine tra la zona industriale di Porcari e Capannori. Lo scopo dell’attacco verde è stato quello di far riflettere la cittadinanza sugli effetti della manovra finanziaria del Governo, che tagliando drasticamente le risorse agli Enti Locali rischia di azzerare i fondi per il mantenimento e lo sviluppo del decoro urbano.
Spesso poi si tratta anche di espressioni di vera e propria arte floreale, topiaria o compositiva.
Ne è un esempio l’opera dell’artista Posterchild che, rivisitando gli elementi di arredo urbano, ha invaso la città di Toronto con il giallo delle calendule. Il messaggio: l’abbandono degli spazi e degli arredi urbani può essere evitato trasformandoli in piacevoli angoli verdi con pochissimo sforzo e minima spesa.
Degna di nota anche la ‘guerrilla gardening’ posta in essere a Napoli, in Piazza Banchi Nuovi, lo scorso 23 giugno, nell’ambito del “Progetto Tiè – Terra in espansione”. Giovani artisti e volontari si sono dati appuntamento nella notte per riappropriarsi di questo angolo cittadino, sequestrato dalla Magistratura per strapparlo al degrado e al parcheggio abusivo. Recuperando vecchi copertoni e un frigorifero in disuso, hanno creato dal nulla originali e colorati porta piante, attirando l’attenzione dei presenti incuriositi.
Sarà la coscienza ambientalista ancora non del tutto spenta, sarà il bisogno diffuso di ritrovare il contatto con la natura e l’ambiente anche nelle città, purtroppo sempre più povere di verde per la carente sensibilità di alcuni istituzioni locali, fatto sta che queste espressioni ecologiche e non violente, sembrano emergere dal basso per portare a tutti i loro messaggi ecologici. Si tratta di una forma di arte urbana capace di coinvolgere, sensibilizzare e comunicare in modo costruttivo, utile e piacevole, senza arrecare danni, ma anzi sorprendendo piacevolmente e rendendosi fruibile e fattibile a chiunque voglia esprimere il proprio senso civico…naturalmente.