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Prende il via oggi, alle 19, la 67a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia che, per 11 giorni, catalizzerà l’attenzione di media e operatori professionali del settore sulle proposte cinematografiche provenienti da ben 102 paesi (lo scorso anno erano 74) .
Una mostra che, al pari delle precedenti, ha già fatto molto parlare di sé, con polemiche, proteste, scenate e messe in scena (come dimenticare il furioso Pupi Avati il cui film è stato scalzato dalla new entry Ascanio Celestini) che si consumeranno soprattutto nella serata inaugurale quando sul red carpet si alterneranno la protesta delle forze dell’ordine contro la politica di Governo sulla sicurezza, in cui sagome di poliziotti sfileranno con dei pugnali alle spalle, e quella contro la cementificazione selvaggia della zona, organizzata dai comitati cittadini del Lido di Venezia.
Malumori hanno riguardato anche l’organizzazione della kermesse: al magro finanziamento ottenuto quest’anno (700 mila euro in meno rispetto allo scorso anno) si aggiunge l’indignazione per il cantiere ancora aperto del nuovo Palazzo del Cinema la cui inaugurazione, prevista per il 2011, è slittata di nuovo a data da destinarsi.
82 prime visioni mondiali e 4 prime internazionali terranno comunque banco fino all’11 settembre, giorno in cui il presidente della Giuria, nella figura del celebre regista Quentin Tarantino, decreterà il vincitore del tanto agognato Leone d’Oro conteso tra i 24 lungometraggi compresi nella gara ufficiale.
Un’edizione, inoltre, quella di quest’anno, con molti titoli italiani in gara e fuori concorso: una precisa volontà del direttore Marco Mueller, il quale ha ritenuto doveroso dare una maggiore fiducia al cinema nazionale in un momento di crisi come quello attuale. Decisione interpretata invece come una scelta dettata dalla straordinaria produttività e vitalità del cinema italiano secondo il sottosegretario ai Beni Culturali Francesco Maria Giro il quale ha pubblicamente espresso la speranza di una vittoria italiana, dopo oltre 12 anni di vittorie straniere, manifestando il proprio favore per la pellicola di Mario Martone ispirata al Risorgimento italiano e che ben si incastonerebbe tra i preparativi per i festeggiamenti dell’Unità d’Italia del prossimo anno.
Quattro le pellicole nazionali in concorso: “La pecora nera” di Ascanio Celestini sarà il primo ad essere proiettato, seguito poi dalla “Solitudine dei numeri primi”, di Saverio Costanzo tratto dal bestseller di Paolo Giordano, “Noi credevamo”, di Mario Martone, “La Passione” di Carlo Mazzacurati, per poi concludere con il film fuori concorso di Michele Placido con Kim Rossi Stuart “Vallanzasca – Gli angeli del male”.
“La conferma degli incentivi fiscali del tax credit e tax shelter, ha fatto in modo che venissero liberate nuove risorse in grado di consentire ai maggiori produttori nazionali di sostenere 1-2 film in più rispetto all’anno precedente- ha dichiarato il sottosegretario – Questo permetterà di aprire il settore del cinema anche agli investitori esterni alla filiera.”
Ma la replica degli addetti ai lavori non tarda ad arrivare tra le pagine del quotidiano La Repubblica in cui Aurelio De Laurentiis, uno dei principali produttori italiani, afferma come Venezia abbia ormai inevitabilmente perso il lustro dei primi anni, non essendo l’Italia riuscita a formare un’industria cinematografica forte in grado di attrarre le principali major americane.
“Forse il cinema non è ancora compiutamente arte, forse deve finire di diventarlo –afferma con una nota quasi di rammarico il direttore della Mostra Mueller – ma la sua potenza artistica non chiede che di poter attualizzare al meglio i propri strumenti.”
Per farlo, serviranno coerenza nelle scelte di gestione e qualità nelle pellicole selezionate per fare in modo che grandi attori e case di produzione non preferiscano al Lido altri festival imponenti oltreoceano.
Approfondimenti:
Mostra dell’Arte cinematografica – sito ufficiale