La creazione di un prodotto che identifica coloro che ne usufruiscono, conduce spesso ad una sorta di omologazione che ha come conseguenza la  perdita di interesse nei confronti del prodotto stesso. Non si può certo affermare che i celebri taccuini Moleskine rientrino in questa categoria, essendo frutto di una creatività soggettiva ed individuale, dunque di quel pensiero “divergente” che è alla base dell’ atto creativo e che contrasta l’omologazione.
Quello che all’apparenza potrebbe sembrare un semplice taccuino o quaderno, acquista infatti un valore unico in due momenti distinti: quello legato alla storia e quello legato all’unicità dell’ “impronta” che il singolo vi imprime. L’ originalità del marchio Moleskine sta proprio nell’ aver creato una sorta di binomio tra business ed eticità, principio fondante della responsabilità sociale di un’azienda che attraverso il progetto denominato “Detour” sostiene una fondazione no profit rivolta alla diffusione del sapere nelle aree meno abbienti del pianeta. Nelle varie tappe toccate dal progetto, artisti provenienti da tutto il mondo danno libero sfogo alla loro creatività, eseguendo schizzi o disegni, frutto della propria genialità e fantasia. Ciò che viene rappresentato dagli artisti sui taccuini non può in alcun modo essere scisso dal taccuino stesso, ed è proprio questo l’ elemento che li rende opere d’arte uniche nel loro genere.
Un aspetto da sottolineare è che, nonostante si tratti di un oggetto legato all’esigenza immediata di annotare un pensiero o di abbozzare un disegno attraverso l’uso di una semplice matita, cosa che potrebbe sembrare anacronistica, il taccuino Moleskine si è rivelato uno strumento capace di catturare anche l’attenzione del mondo del web. Attraverso lo scambio di idee e informazioni su numerosi blog e forum, infatti, gli artisti hanno avuto modo di condividere le loro creazioni, dando vita, così, ad una sorta di sinergia tra passato, presente e futuro. L’azienda  milanese fondatrice del marchio nel 1997, è riuscita ad inserire i Moleskine all’interno di un circuito artistico abbastanza ampio: dall’ideazione del Detour alla partecipazione all’Art Diary di Barcellona (Spagna). Particolarmente interessante il tema svolto durante la tappa a Venezia del Detour: ai partecipanti è stato dato il compito di rappresentare la “Mappa della Venezia Contemporanea” e di reinterpretare e raccontare la città in modo del tutto innovativo. A Barcellona, allo stesso modo, è stato dato ampio spazio a questa forma di espressività. L’organizzazione della mostra interamente dedicata alle opere d’arte illustrate sui diari e sui taccuini, grazie al patrocinio del FAD, ha dato la possibilità ad artisti e designer (provenienti dai campi più svariati), di dare sfogo alla loro creatività attraverso una forma d’arte che probabilmente ambisce a diventare una delle espressioni più originali dell’arte contemporanea. E di sicuro non le mancano i grandi riferimenti al passato. L’elemento innovatore, infatti, consiste proprio nell’aver dato nuovamente valore ad un oggetto del passato. Il tutto tramite un’operazione di marketing ben riuscita, che allo stesso tempo mira a fare di quest’oggetto un elemento stimolatore di arte nella forma più semplice qual è quella del disegno o del semplice schizzo. Difficilmente gli artisti, gli scrittori e i viaggiatori del XIX e del XX secolo che a lungo se ne servirono, avrebbero immaginato che un giorno il taccuino rilegato con “pelle di talpa” (tradotto letteralmente), sarebbe diventato anche un oggetto “cult” di interesse artistico-culturale capace di aggregare migliaia di fan di ogni Paese. La passione per un’espressione artistica così intima è diventata Arte.