Culture21 srl – Gruppo Monti&Taft Ltd
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In principio fu il CouchSurfing. Nato nel 2004 come rete mondiale no-profit per la creazione di connessioni fra i viaggiatori e le comunità locali da loro visitate, tale progetto ha conosciuto negli anni un notevole successo, unendo tra loro 230 paesi e territori, in cambio di interazioni interculturali significative, che hanno permesso a 1.7 milioni di utenti di stringere amicizie e legami con le persone incontrate nei luoghi visitati. Nel programma non era previsto alcun corrispettivo di tipo monetario, essendo l’intento primario quello di costituire una comunità che si serve di volontari per il libero scambio di ospitalità, in cui tutte le risorse sono destinate al raggiungimento della missione, piuttosto che a creare profitto per interessi privati.
Da tre anni a questa parte esiste un modo alternativo di viaggiare, che rappresenta una ulteriore evoluzione del couchsurfing, per lo spirito comunitario che lo contraddistingue e per la comune volontà di confrontarsi con contesti culturali differenti.
Airbnb si presenta, infatti, come una piattaforma aperta a chiunque abbia una proprietà da affittare, che mette a disposizione di viaggiatori potenziali la ricerca di alloggio in paese straniero.
Il vero punto di forza del sito è il sistema di raccomandazioni che i vari utenti, viaggiatori o amici, lasciano per ogni singolo ospitante, permettendo al viaggiatore di orientarsi nell’intrigato insieme di annunci.
Curiosa è la storia che si racconta nel sito ufficiale, in cui gli ideatori spiegano come il progetto sia nato quasi spontaneamente nell’Ottobre del 2007 a San Francisco, quando, in concomitanza con un grande evento (la conferenza della Società Americana di Design Industriale), tutti gli hotel della città erano pieni. Joe Gebbia, Brian Chesky e Nathan Blecharczyk decisero quindi di offrire la loro ospitalità in cambio di denaro e, perché no, anche di nuovi amici. Da allora il sito si diffuse rapidamente, ispirando un nuovo modo di viaggiare low cost.
Gli annunci spaziano da strutture ricettive tradizionali, come case vacanze, interi appartamenti privati, bed&breakfast, hotel, a tipologie inusuali come castelli e case sugli alberi.
Il sistema di funzionamento è piuttosto semplice ed intuitivo: i potenziali viaggiatori cercano una città o un paese, utilizzando i filtri predisposti quali il prezzo e il tipo di camera, per trovare l’annuncio che rispecchia esattamente le loro esigenze. In seguito, una volta identificato l’alloggio desiderato, l’utente può mettersi direttamente in contatto con l’ospitante attraverso il web, leggendone, inoltre, il profilo e le raccomandazioni lasciate anche dagli altri viaggiatori, che ne costruiscono la reputazione. In un secondo momento, il viaggiatore può prenotare direttamente on – line le date visibili sul sito utilizzando una carta di credito o un conto PayPal. L’ospitante riceve una richiesta di prenotazione che può confermare o rifiutare e entrambi le parti ricevono, infine, un itinerario delle prenotazioni accettate e confermate.
Insignito nel 2009 del titolo “Best Young Tech Entrepreneurs”, il progetto ha catturato l’attenzione dei principali media americani, che non hanno esitato a definirlo come “L’Ebay per lo spazio”, una valida alternativa low cost che in un periodo di crisi come quello attuale non tarderà ad imporsi anche in Europa.